«Sa...» si rivolse Stephan al re, come se fossero amici da tempo. «Io non sapevo della bomba atomica, però... figata.»
Il re non sapeva bene come rispondere.«Quindi chi sono questi tizi che avete affrontato?» domandò Markus mentre lavorava alla riparazione delle uniformi con Peter.
«Da quello che abbiamo visto, dovrebbero essere i migliori serial killer al mondo» rispose l'inglese. «Non si sa come hanno questi aggeggi che danno loro poteri.»
«Che casino.»
«Vado a vedere gli altri come stanno.»Intanto, Sascha iniziò l'ennesimo pasto della giornata.
«Ho sempre voluto chiedertelo» gli si sedette accanto Stephan. «È tutta la tua famiglia, o solo tu e tua sorella?»
«Solo io e mia sorella.»
«Wow» avrebbero potuto dargli qualsiasi spiegazione, ma il fatto che, appena finì, il suo stomaco continuò a brontolare, lo rendeva ancora più incredulo.
«Mi chiedo perché tu ti sia esposto così tanto. So che hai tanti poteri, mi chiedo se sapessi che stessimo per arrivare.»
Sascha mise il cibo in pausa. «Forse, credo che... mi sentivo che sarebbe successo qualcosa.»
«Poteri?»
«Non lo so, c'è questa figura di una donna nella mia testa, mi aveva detto di prendere tempo.»
«Una donna?» domandò il mezzo francese, sempre più sconvolto ad ogni risposta del piccoletto. «Nella tua testa?»
«Sì, una donna. Penso che sia la manifestazione della mia coscienza, anche se parla in modo strano. Ogni tanto appare.»
Piccolo ingenuo.
«Wow, amico, figata.»Durante il chiacchiericcio, Manuel notò, leggermente inorridito, Peter avvicinarsi a lui.
«Fra? Tutto appost?»
«Sì frah...»
«Lo dici ancora malissimo» lo rimproverò il napoletano.
«MIgliorerò» gli promise l'inglese. «Mi chiedevo, il tuo cognome, Machiavelli.»
«Sì» lo interruppe subito. «Sono un lontano parente di quel Machiavelli.»«Fico» Peter gli poggiò una mano sulla spalla. «Come stai? Stai bene? Un colpo al cuore penso che sia doloroso anche per uno come te.»
«Beh certo, il dolore lo sento comunque. Anche se in misura molto minore.»
«Ma al cuore» Peter strinse i denti e mentre scuoteva lentamente la testa.
«Eh sì, lì ha fatto molto male. Ma ricordiamoci che i nostri avversari sono dei serial killer, per quanto siano persone disgustose, vanno rispettate le loro doti combattive, non vanno sottovalutati, altrimenti finiremo peggio del nostro primo incontro.»«Sono d'accordo, fra» l'inglese gli batté la mano sul ginocchio e poi si alzò.
«L'hai detto bene» gli disse Manuel appena fu in piedi.
Peter si voltò ancora verso di lui. «Sono felice che tu ti sia aperto con noi.»
«Voi me lo avete reso facile.»Alessio descriveva enfatico i dieci assassini, più l'afro del villaggio, a coloro che non avevano potuto vederli da vicino.
«Quello col ghiaccio era bruttissimo» continuò a raccontare. «Pieno di peluria, brutto, con pelli di animali addosso.»
«Mh, sembra un mio zio» commentò Stephan.
«Eh, anche uno mio» disse Alessio, sempre con molta enfasi."Vai a vedere sono la stessa persona" pensò Andreas.
«Di che parlate?» si intromise Peter.
«Dei nostri zii» lo informò Alessio. «Pare.»
«Mo lui sta in Norvegia, con le alci» raccontò il franco-italiano.
«Anche il mio... come si chiama?»
«Michele D'Annunzio.»
«Anche il mio.»
«Wow!» esclamò Peter.
«È il fratello di mia madre» dissero in contemporanea.
«La zia Anna.»
«La zia Giulia.»
«E quindi...» si guardarono pensierosi.
«Ve lo devo dire io?» si intromise il tedesco. «Ci arrivate da soli? Vi faccio un disegnino.»
«Basta che non chiediate a me di colorare» disse subito Sascha. Sarebbe un guaio parlare di colori con lui.«Siamo cugini» finalmente ci erano arrivati.
«Mi sono perso» pronunciò Michael cercando risposte da qualcuno.
«Poi ti spieghiamo.»Peter portò un braccio sulle spalle di Alessio.
«Hey.»
«Devi farmi una cazziata Inglesotto?» domandò sempre sorridente il cecchino.
«Solo, stai calmo con Diop.»
Alessio non sembrava contento di questa richiesta.
«Capisco le tue ragioni, davvero. Ma mettiti un attimo nei suoi panni, al posto suo faresti lo stesso. Anzi lo fai già.»
Alessio sembrava voler acconsentire. «Va bene Peter, cercherò di essere meno...»
«Te.»
«Certo, ci proverò. Ma se continua a sbattermi la questione che io non sappia cosa sia il razzismo... spacco la testa a Biel.»
«Che c'entra Biel adesso?» domandò confuso Peter.
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I FRA: Una nuova era
Science FictionIN REVISIONE I Fra, un gruppo di ragazzi dal passato travagliato che li ha portati, col tempo, a distaccarsi dai legami sociali. Fino a quando si ritrovano a formare una squadra per impedire, non si sa come, ad una bomba atomica di distruggere il Su...