SIAMO ARRIVATI?: 18

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I Fra erano tornati in marcia, su un catorcio, credevano che così avrebbero potuto percorrere inosservati le strade del Sudan del Sud.
Avevano, ormai da poco, passato Winejok e con calma si addentravano nella nazione.

Peter guidava, Alessio era al suo fianco e gli altri erano dietro, seduti rilassati che si godevano il viaggio in silenzio. Qualcuno chiuse gli occhi, senza però addormentarsi.

In poco tempo raggiunsero la città di Aweil.
«Siamo arrivati?» domandò, guardando fuori dal "finestrino", Michael.
«Siamo appena partiti» gli ricordò Erik.

«Anche voi avete combattuto contro delle strane persone?» domandò Alessio, mentre cerca di abbassare il sediolino, scoprendo che non può farlo.
«Sì» risposero tutti alla domanda di prima.
Alessio insisteva ancora un po' con il sedile, ma alla fine dovette arrendersi.
«D'altronde che ti aspettavi da sta buatta?» gli disse Sascha.

«Siamo arrivati?» domandò, ancora, Michael, quando si ritrovarono a passare vicino a Waw.
«Ci vuole ancora un po', Mick» Peter pensò un attimo a ciò che disse. «Ti infastidisce se ti chiamo Mick?»
Il gigante emise un ringhio. «No tranquillo.»
«Dovremmo trovare un soprannome per tutti» commentò Manuel. «Non trovi... Lessie?»
«Lessie da dove ti è uscito?» domandò dubbioso il cecchino.
«Per prima che succedesse il casino» gli ricordò Manuel. «Il fatto che dicesti del mostro di Loch Ness. Che secondo te esiste.»
«Fra, Nessie esiste» insisté Alessio.
«Ed ecco trovato il tuo soprannome.»
Alessio si poggiò allo schienale rassegnato.

Altra città, Tonj.
«Siamo arrivati?»
«No.»
«Ho incontrato una ragazza alla base» provò a spiegare Erik.
«La donna comandante» intervenne, subito, Alessio. «L'abbiamo incontrata. Le avevo fatto una promessa, e l'ho mantenuta. Quella stronza.»
«Non dicevo lei, non so chi sia» Erik lo guardava stranito, intimorito. «Intendevo una ragazza.»
Alessio, di nuovo, lo interrompe. «Bassina, pelle soffice e dorata, viso dolce, occhi chiari, lunga chioma?»
«Sì...»
«Ho visto anche lei, nel locale dove ho incontrato quello strano tizio.»
«E ti sei fatto catturare» ricordò, severo, Erik.
«E tu te la sei fatta scappare» ricordò, severo, Alessio.

Erik lo guardò male. «Comunque era la principessa di Svezia.»
Tutti fecero facce sorprese e sconvolte.
Sascha sorrise. «Immagina che potrebbe succedere se andasse male.»
Tutti pensarono ai possibili guai che si sarebbero potuti scatenare, avendo la reazione opposta a quella del piccoletto.
«Cassio poi lo abbiamo rimasto lì.»
Alessio non aveva la minima intenzione di spiegare, ancora una volta, la storia al gigante.

Ora stavano passando in mezzo a Rumbek.
«Siamo arrivati?» disse Alessio, sorridente, a voce bassa, scatenando lo sguardo furioso dell'inglese.
«Siamo arrivati?» ecco che arrivò l'attesa domanda.
«No Michael, ancora non siamo arrivati» rispose, forse, leggermente esaurito Peter.
«Che caratterino.»

Una nuova città era davanti ai loro occhi.
«Siamo arrivati» stavolta era però un'affermazione, non una domanda.
«Come fai a dire che siamo arrivati?» domandò Peter a Michael, non notando gli altri cinque trattenere le risate.
«Dai cartelli.»
«E prima scusa?»
«Prima Andreas mi chiedeva di chiedere a te se eravamo arrivati.»
E le risate scoppiarono.
Peter si mise le mani in faccia e si chiedeva con chi fosse capitato.

I FRA: Una nuova eraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora