ALESSIO: 11

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«Il kitemmuortometro sta salendo…» Alessio si guarda intorno spaesato in cerca degli altri Fra, ma non ne vede nessuno.
«Addirittura bombardarci? Mi sembra un tantino esagerato figli di puttana.»
La devastazione lo circonda.
«Non trova campo…» se la prende anche con il cellulare.
Decide dunque di incamminarsi.

Nel bel mezzo del deserto, trova una locanda ancora aperta.
«A quest’ora?»
All’interno c’è anche un bel po’ di gente, ad attirarlo sono delle persone eleganti sedute al tavolo più grande, soprattutto è la giovane ragazza bionda con loro a prendere la sua attenzione.

Fa per avvicinarsi al bancone, ma si accorge di avere solo euro. «Cazzo, non ho fatto il cambio…»
«Hey ragazzo» Uno degli uomini alla tavola grande lo chiama a sé. «Tieni, ti offro qualcosa da bere.»
«Grazie signore.»

Alessio si siede comodo al bancone e, comodamente, si scola dei bicchieri d’acqua.
Mentre si disseta, i suoi occhi vanno a fermarsi su quella ragazza. Non sembra essere serena, pare esausta, arrabbiata e allo stesso tempo triste.

Clara nota il suo sguardo.
“Dove ho già visto quel giaccone arancione?”
Entrambi fissano gli occhi sull’altro, si studiano.

Dopo un po' Clara si alza. Si reca anche lei al bancone, poggiandosi a pochi centimetri dal napoletano.

«Non pensavo ci fossero altri bianchi qui» dice Alessio studiando la situazione.
«Idem» il tono in cui Clara gli ha risposto, non gli è piaciuto. «Tu come mai sei qui?»
«Una vacanza con degli amici. E tu?»
Clara si volta alle spalle, nascondendo la paura. «Stessa cosa, viaggio di famiglia.»
«Vedo principessina.»
«Come scusa?» domanda Clara confusa, che l'abbia riconosciuta?
«Andiamo, si vede lontano un miglio che siete gente "importante". Chissà che combinate qui.»
Clara si sente un po' offesa dalle parole del ragazzo, d'altronde non ha tutti i torti, dopotutto, i suoi carcerieri vogliono distruggere una nazione.

«Succede sempre così, i più "poveri" subiscono il male dei "ricchi"» fissa Clara negli occhi e ricomincia a parlare. «Guardati intorno, la gente soffre.»
«Chi sei, un paladino della giustizia?»
«Io» risponde Alessio con modestia. «No, ti pare? Sono solo un semplice ragazzo che sa cosa stanno passando. Anch'io ho subito qualcosa di simile.»
«Tu?» risponde Clara, forse con troppa freddezza.

Alessio scuote la testa. «Già, io» la scuote di nuovo mentre fa una piccola risata. «Sempre la solita storia, sono bianco, cosa possa saperne di ciò che passano i neri, cosa posso saperne del razzismo, no?»
Il tono alterato fa sentire Clara in colpa, e prova subito a scusarsi.
Ma Alessio non glielo permette.
Sbuffa, riuscendo a trovare un tono più pacato, poi si poggia al bancone, mentre con una mano fa dondolare il bicchiere d'acqua che aveva preso.
«È così che va sempre a finire, principessina. Io sono un piagnone, ciò che dico non esiste, è roba da stadi di calcio. Fanculo. Fanculo tutti. Odio irrazionale, che spinge un essere umano ad odiare un determinato gruppo di persone. Non lo chiami razzismo? Chiamalo come ti pare, ma l'odio indiscriminato lo subiscono in molti, e nessuno può, dovrebbe permettersi di mettersi là e dire chi subisce di più e chi di meno.»

Gli hanno sempre dato fastidio i commenti che, per un motivo o per un altro, sminuiscono ciò che ha subito lui, e ciò che subiscono, chi in modo diretto e chi in modo indiretto, i suoi compaesani.
Ma soprattutto per tutto quello che ha subito lui quando si trasferì al nord. Violenze, insulti.
“Tutti a dare la colpa ai pochi, ma allora dov'erano i molti?”

L’attenzione del ragazzo viene poi attirata da un uomo appena uscito da una porta nell’angolo.
«Ecco il bagno» si alza e si dirige lì, sotto lo sguardo curioso, e confuso, di Clara.

«Ce l’avranno il sapone qui in Africa?» si chiede mentre apre la porta. «Molto regale» commenta appena entrato. «A facc ro cazz.»
Non si aspettava di trovare un bagno così bello e ordinato, mattonelle scure per le mura, stessa cosa per il pavimento, lavandini di marmo nero, e i lampadari sono fatti di cristallo.
«Brillantini?» si incuriosisce osservando meglio la parete.

I FRA: Una nuova eraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora