cap.2- Tori

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Era arrivata sera. Dissero che avrebbero fatto una festa per me ma prima avremmo cenato. Andai verso una specie di bancone fatto di legno, dietro vidi un ragazzo
<<tu devi essere la nuova pivella, io sono Frypan, il cuoco. Tieni, vai a mangiare>>
Mi passò un piatto contenente una specie di minestra. Non aveva un bell'aspetto. Cercai dove sedermi, non conoscevo nessuno, tranne Chuck, lo vidi a un tavolo con altre tre persone
<<mi posso sedere con voi>> chiesi io. Chuck mi rispose di sì con la testa e io mi misi in mezzo tra lui e un altro ragazzo. Era lo stesso che ieri era uscito dal labirinto.
<<io sono Minho, un velocista>> si presentò
<<velocista, che cos'è?>> chiesi non sapendo di che cosa stesse parlando il ragazzo
<<non ti hanno detto niente del labirinto?>> come aveva detto Chuck, là fuori c'è un labirinto. Alla domanda scossi la testa per dire di no.
<<vabbè te lo dico io anche se non spetterebbe a me. I velocisti entrano nelle mura per mappare il labirinto e per cercare una via di fuga>> mi spiegò
<<chi è che ci ha mandato qui?>> chiesi
<<vorrei tanto risponderti, ma non lo so neanch'io>> avevo un milione di domande da fargli ma mi limitai a quella. Minho mi aveva già detto abbastanza per oggi.

Finito di mangiare, mi spostai su un tronco in mezzo alla radura, intanto avevano acceso un focolare e stavano iniziando a riunirsi tutti in gruppi. Chi lottava, chi guardava, chi parlava e chi beveva.
Newt si sedette vicino a me
<<vuoi? É la ricetta segreta di Gally>> disse lui avvicinandomi una bevanda gialla, per niente invitante
<<mi sa che per oggi passo, grazie>> lui rise.
All'improvviso sentii un forte rumore che mi fece spaventare, mi guardai attorno e nessuno sembrava averci fatto caso
<<è il labirinto, ogni notte cambia>> mi disse Newt
<<è per questo che ancora non siamo riusciti a scappare da qua>> continuò lui
<<da quant'è che provate a scappare?>>
<<tre anni>> disse. Tre anni e ancora non avevano trovato niente, mi iniziai ad agitare
<<i velocisti sono gli unici a sapere cosa c'è lì fuori. Sono i più veloci e forti, ma nessuno vuole essere un velocista, se non torni in tempo le porte si chiudono e tu passi la notte lì. Nessuno ne è mai uscito vivo>>
<<perché, cosa succede lì dentro?>> chiesi io
<<nessuno è mai sopravvissuto per raccontarlo>> cercai di fare un'altra domanda ma lui mi stoppò prima che riuscissi a dire anche solo una parola
<<per oggi ti abbiamo già detto abbastanza, vieni ti presento qualcuno>> disse fermando le mie domande.

Mi elencò tutti i mestieri utili all'interno della radura, ero indecisa su cosa avrei fatto, Newt mi disse che il giorno dopo li avrei provati tutti e poi avrei deciso.
In quel momento sentii qualcuno sbattermi addosso, inciampai e caddi davanti a tutti. Mi sentivo in imbarazzo. Però, a un certo punto, qualcosa nel mio cervello si sbloccò.
<<Tori, mi chiamo Tori>> dissi alzando la voce in modo tale che tutti sentissero il mio nome. Ero felice, finalmente mi ricordavo qualcosa.
Sentii delle braccia stringermi la vita, era Chuck, mi stava abbracciando. Intanto gli altri iniziarono a fare un coro con il mio nome. Per la prima volta da quando ero arrivata nella radura, stavo bene.
Gally si avvicinò a me <<benvenuta, Tori>> disse allungando la mano. Io gliela strinsi esitante.
<<scusa per prima, ti ho spinto Ben addosso. Però ti è servito, ora sai il tuo nome, mi dovresti ringraziare>> disse con tono allegro
<<vaffanculo>> dissi io, ero ancora arrabbiata per come erano andate le cose quella mattina. All'improvviso un altro di quei suoni spaventosi ritornó, solo che questa volta era molto più forte, infatti anche gli altri ragazzi se ne accorsero
<<è l'ora di andare a dormire>> disse Gally con il tono della voce alto per farsi sentire da tutti.

Andai verso la mia amaca, sentii dietro di me una voce che mi chiamava, era Chuck
<<Tori, ho montato la tua amaca lontano dalle altre>> disse indicando un lato della radura, non era sicuramente garanzia di intimità ma mi bastava per stare più tranquilla
<< abbiamo pensato che magari avresti avuto paura a dormire con una cinquantina di ragazzi, così ti abbiamo allontanato un po'>> lo abbracciai, anche se lo conoscevo da poco, mi sembrava come un fratellino, gli volevo già bene.
Andai a dormire o almeno ci provai. Riuscii ad addormentarmi dopo un'oretta o due.

Sentii delle mani toccarmi le spalle, era Alby. Si avvicinò con un dito davanti alla bocca <<shhh. Vieni, ti devo far vedere una cosa>> mi disse sussurrando. Non capivo cosa mi volesse far vedere, iniziai a spaventarmi, controllai di avere nella tasca il coltellino.
Iniziammo a camminare.
<<sembriamo tranquilli, ma non è stato sempre così. Molti ragazzi sono morti per paura o per ansia>> mentre parlava mi accorsi che anche lui aveva un coltello però, al contrario mio, lui non lo nascondeva.
<<Ma ne abbiamo fatta di strada, abbiamo stabilito l'ordine e la pace>> continuò con il suo discorso
<<ora sei una di noi>> mi passò il coltello, ero confusa. Mi indicò una parete, mi avvicinai. Era piena di scritte, tutti i nomi di chi era stato nella radura. Capii che dovevo scrivere il mio e iniziai con il coltello a graffiare la parete scrivendo il mio nome.
Notai che alcuni dei nomi avevano una barra sopra
<<perché qualcuno è stato cancellato?>> chiesi
<<come ti ho detto prima, molti di noi sono morti>> disse con un tono cupo e triste

Ritornai alla mia amaca, ancora nessuno era sveglio, quindi ne approfittai per farmi una doccia veloce. Mi sentivo sporca, entrai nei bagni e accesi l'acqua, congelata. Dopo tre minuti avevo finito, mi cambiai e aspettai nella casa sull'albero che tutti si svegliassero.
Appena vidi Newt alzarsi, andai da lui.
<<oggi proverò i lavori, cosa faccio per primo?>> dissi io entusiasta
<< mi sono appena svegliato, un attimo. Prima facciamo colazione, poi verrai con me nell'orto>> mi disse lui con gli occhi ancora mezzi chiusi.
Andammo a fare colazione, mi sedetti con Chuck, Newt e Minho. Mangiai il più in fretta possibile, volevo iniziare a lavorare, volevo scoprire il mio mestiere.

Avevo già escluso qualche lavoro, sicuramente non avrei fatto la squartatrice o la spalatrice. Non ero portata neanche per fare la scavatrice né la velocista, non ero lenta ma di sicuro lì dentro ci sarei morta. Mi piaceva molto l'idea del medicale. Mentre per il cuoco o il costruttore non sapevo se fossi portata o no, oggi o domani li avrei provati tutti e due.

GALLY- maze runnerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora