cap.6- Pivello

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Era un giorno come un altro, mi svegliai presto e dopo aver fatto la colazione mi avviai verso la capanna dei medicali.
Appena entrai vidi Clynt che stava fasciando la gamba ad un ragazzo.
<<Ti serve aiuto?>> Chiesi
<<Ho quasi finito, non era niente di grave>> Mi rispose.
Mi sedetti su una sedia e guardai Clynt finire di medicare il ragazzo. Dopo circa dieci minuti il ragazzo se ne andò via zoppicando.

Restai nella capanna a parlare con Clynt fino a metà mattina e nessuno si era ancora fatto male.
<<Visto che non arriva nessuno puoi andare, però stai qui vicino così se ho bisogno di una mano ti chiamo>> Mi disse, io annuì e me ne andai fuori.
Non sapevo cosa fare, provai anche a vedere se Frypan avesse bisogno di aiuto per il pranzo ma era troppo tardi e aveva già finito di cucinare.

Decisi di tornare alla casa sull'albero, così potevo pensare a come comportarmi con Gally. Non mi ero neanche più avvicinata dalla sera in cui mi ci portò.
Iniziai a salire sulle scale che portavano alla parte più alta e appena salii sull'ultimo gradino notai che c'era già qualcuno.
<<Oh scusa pensavo non ci fosse nessuno, me ne vado>> Dissi io a Gally. Era sdraiato a guardare il cielo prima di spostare lo sguardo su di me. Tra tutte le persone era lui. Ero in imbarazzo, avevo fatto di tutto per evitarlo in questi ultimi giorni perché non sapevo come comportarmi e poi me lo ritrovo davanti.
<<Se vuoi restare, non mi disturbi, anzi mi fa piacere>> Propose lui. Non sapendo e non volendo rifiutare l'invito decisi di sdraiarmi vicino a lui, mantenendo una certa distanza. Il suo sguardo era di nuovo puntato verso il cielo. C'era un profondo silenzio, nessuno dei due sapeva cosa dire ed eravamo tutti e due a disagio. Avrei voluto scappare ma restai lì, pensando a cosa avrei potuto dire
<<Sai l'altra sera mi sono divertito con te>> parlò Gally spezzando il silenzio.
<<Anche io>> gli sorrisi e iniziammo a parlare.
<<Perché non sei al lavoro>> Mi chiese cambiando completamente discorso.
<<Oggi non servo. Neanche tu sei al lavoro>> Osservai.
<<Mi sono fatto male ad una mano>> Rispose
<<Perché non sei andato all'infermeria? Potevo vedere se è tutto a posto>> Domandai un po' preoccupata
<<In verità è perché non volevo vederti>> Cambiai espressione, ci rimasi male. Non mi aspettavo una risposta così sincera.
<<Ho sbagliato a esprimermi scusa, volevo dire che non sapevo come comportarmi con te. Non sapevo se volevi vedermi, in questi giorni non hai fatto altro che evitarmi>> Continuò a dire, ora capii tutto, mi sentivo così mortificata. Non volevo che pensasse che non lo volessi vedere.
<<Scusa, io non ti volevo evitare solo che non sapevo come trattarti. È che tra noi è cambiato tutto da un giorno all'altro e non sapevo. Avevo bisogno di pensare, scusa>> dissi dispiaciuta
<<Mi dispiace se ho fatto qualcosa di male. È che pensavo che tra noi due si fosse sistemato tutto>> Rispose.
<<No, no. Tra noi è tutto perfetto, scusa se ti ho fatto pensare il contrario. Sono stata veramente bene l'altra sera>>. Notai il suo sorriso dopo la mia frase.
<<Possiamo andare alla capanna, così ti visito? Solo per vedere se è tutto ok>> Gli chiesi preoccupata. Lui annuì e andammo verso la capanna dei medicanti.

Appena entrati si sedette sul lettino, e io iniziai a visitarlo. Dopo poco capii con non era niente di grave, la mano si era solo un po' gonfiata e bastava del ghiaccio per farla guarire.
<<Entro stasera ti passerà tutto tranquillo>> Lo rassicurai.
<<Devi tornare al lavoro o puoi stare qui ancora un po'?>> Chiesi.
<<C'è la faranno anche senza di me>> Disse.
<<Sta sera ti va di andare a vedere di nuovo le stelle?>> Propose, io annuii.
Mi sedetti vicino a lui. Notai che lui si avvicinò silenziosamente a me facendo sfiorare le nostre mani.
<<Gally...>>
Stavo per parlare quando entrambi sentimmo un rumore metallico, sapevamo tutti e due perfettamente di cosa si trattava. La scatola stava salendo e con lui probabilmente un pivello.
<<Andiamo>> Mi disse Gally scendendo dal lettino e andandosene velocemente verso l'ascensore, lo seguii e notai che tutti i radunai erano in cerchio attorno alla scatola che stava velocemente salendo.

Appena si fermò dei ragazzi andarono ad aprire le porte. Mi sporsi per vedere il ragazzo. Era molto spaventato, infatti si era chiuso in un angolo. Gally scese dentro la scatola e si avvicinò a lui.
<<Primo giorno pivello, è il momento di alzarsi>> Gli disse Gally, il ragazzo chiaramente confuso e spaventato.
Gally lo prese dal collo della maglietta e lo spinse fuori dalla scatola. Lui cadde per terra, mi dispiaceva per lui, lo stavano trattando male senza motivo.
Tutti si spostarono attorno a lui e, preso dall'ansia, si alzò e iniziò a correre il più veloce possibile. Non durò molto e cadde di nuovo davanti a tutti, gli altri radunai iniziarono a ridere e a fare battute. Lui si rialzò e iniziò a guardarsi in torno meravigliato dalla radura e soprattutto dalle mura che la circondavano.

Andai da lui e lo guardai meglio, si trattava di un ragazzo alto abbastanza muscoloso, moro con gli occhi scuri, particolarmente bello. Non mi avvicinai troppo e cercai di tranquillizzarlo.
<<Non ti vogliamo fare del male, è successo a tutti noi>> Dissi io ma prima che potessi finire di parlare Gally e Newt lo presero e lo trascinarono fino alla gattabuia e lo chiusero lì dentro. Provai a convincerli di lasciarlo stare e di non portarlo alla gattabuia perché aveva solo paura, ma ogni tentativo sembrava vano.
Li seguii anche io e appena se ne andarono andai dal nuovo pivello.
<<Stai bene?>> Gli chiesi, ero preoccupata per lui e sapevo cosa si provava a stare al suo posto, tutti lo sapevano ma comunque non lo trattavano con rispetto.
<<Lo so che ora sei confuso, puoi farmi tutte le domande che vuoi ti rispondo>>
<<Io non mi ricordo niente>> Affermò lui.
<<Nessuno di noi si ricorda niente, l'unica cosa che ti ricorderai tra poco sarà il tuo nome, poi basta>> cercai di spiegargli tutto il meglio possibile.
<<Dove mi trovo?>> Domandò.
Si avvicinò Alby e iniziò a rispondere alla domanda del ragazzo. Io, vedendo che piano piano si stava tranquillizzano decisi di andarmene.
<<Io me ne vado, pivello se hai bisogno di qualsiasi cosa puoi chiedere a me>> Lui mi sorrise.
<<Grazie>> Rispose. Mi allontanai e dopo poco vidi Alby aprire le porte della gattabuia per farlo uscire.
Tornarono da me
<<Ora gli faccio fare un piccolo giro ma tra poco devo tornare al lavoro quindi se per te va bene lo lascio nella capanna dei medicali>> Mi disse Alby, io annuì.

Ero felice che il nuovo pivello stesse con me. Sapevo com'era il trattamento per i nuovi arrivi e non volevo che anche lui fosse trattato come avevano trattato me. In più io avrei risposto a tutte le domande a cui sapevo la risposta.

GALLY- maze runnerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora