Parte Terza: La Terra (Xos)
Capitolo XII: Nella Terra degli Unicorni
Sollevando gli occhi dal volto esanime di Veldhris, Freydar scorse delle figure umane a cavallo, una ventina in tutto, sbucare dagli alberi e venire loro incontro con piglio deciso. Erano uomini massicci, chiari di capelli e di occhi, abbigliati con caldi indumenti di lana, mantelli di pelliccia e morbidi stivali imbottiti. Tutti erano armati di corte spade, scudi rotondi e lunghe lance, che tenevano minacciosamente puntate contro il gruppo emerso dal lago. I destrieri, esemplari superbi, avevano la stessa aria bellicosa e decisa dei loro cavalieri.
Freydar scattò in piedi e si mise tra Veldhris, che giaceva nella neve sostenuta da Nirvor, ed i nuovi venuti, impugnando la spada pronto a difendere se stesso ed i suoi compagni. Sekor si portò immediatamente al suo fianco srotolando la frusta, sua unica arma giacché aveva perso la spada, l'arco e le frecce nel naufragio, mentre Mikor e Roden, più lontani, si affrettavano a raggiungerli con le gemelle, le armi sguainate. Persino Rollie, accanto alla padroncina, si irrigidì, le orecchie ritte sul capo ed i denti scoperti in un ringhio silenzioso ma non per questo meno greve di minaccia.
"Non muovetevi, stranieri!" tuonò uno dei nuovi venuti, che si distingueva dagli altri per il mantello gallonato. "Far resistenza non vi gioverebbe!"
Il suo accento era aspro e gutturale, tanto diverso da quelli che Freydar aveva finora sentito che gli occorse qualche istante per capire le parole che gli erano state rivolte. Lanciò una breve occhiata ai compagni e dovette riconoscere che non avevano scelta: con le poche armi che erano loro rimaste non avrebbero potuto far nulla contro quei soldati ben equipaggiati. Inoltre, Veldhris aveva sicuramente bisogno di cure e tutti loro di un riparo, cosa che, anche da prigionieri, avrebbero senz'altro ricevuto. "Ci arrendiamo", disse pertanto, lasciando cadere a terra la sua spada.
Dopo una breve esitazione, Sekor lo imitò, rinunciando alla frusta, e così fecero Roden e le gemelle con i pugnali. Solo Mikor si rifiutò di lasciare la spada, furioso perché Freydar aveva praticamente assunto il comando al posto suo.
Senza tanti complimenti, il Principe del Fiordo gli strappò l'arma di mano e la gettò nella neve, fulminandolo con lo sguardo e sibilandogli, "Non fateci correre rischi inutili, Sire!"
Mikor avvampò per la collera, ma si trattenne dal ribattere.
"Veniamo in pace!" dichiaro Freydar ad alta voce, rivolto al gruppo di guerrieri.
Quello che aveva parlato, evidentemente il capo, scrollò le spalle. "Sta al Kirton giudicarlo, straniero, poiché ora siete suoi prigionieri", fece cenno al suo drappello di avanzare e circondare i viandanti, che nei loro abiti fradici tremavano violentemente per il freddo. Il capo se ne accorse. "Voi!" apostrofò alcuni suoi uomini. "Toglietevi i mantelli e dateglieli, prima che muoiono assiderati!"
Avvolti nelle calde cappe foderate di pelliccia, i sette prigionieri coscienti si sentirono subito meglio. Roden avvolse Veldhris in una di esse, poi la sollevò sulle formidabili braccia.
Intanto, uno dei guerrieri aveva raccolto le armi dei viandanti, mentre un paio da altri erano andati a prendere i cavalli. La facilità con cui trattarono perfino con il solitamente ombroso Mistero convinse Freydar, più di ogni altra considerazione, di trovarsi di fronte a membri del Popolo dell'Unicorno, i Kirton. Tra l'altro, sugli scudi dei soldati era incisa a rilievo una testa di quel mitico animale.
"Montate sui vostri cavalli", ordinò il capo. "Non cercate di fuggire: quelli povere bestie sono stremate, mentre le nostre sono fresche e sarebbe un gioco da ragazzi riacciuffarvi."
Ancora una volta, Freydar dovette riconoscere che non avevano scelta, e diede l'esempio salendo in groppa a Mistero. I suoi compagni lo imitarono, sebbene a malincuore; persino Nirvor, che solitamente non cavalcava, preferì non contraddire gli ordini e montò in sella a Messere con Kejah, mentre Roden prendeva con sé Veldhris su Vento di Fuoco; Kareth invece si occupò di Rollie.
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La Cerca della Corona di Luce
FantasyDopo la caduta dell'Impero di Shyte ad opera di Rakau, Signora dei Draghi Neri, i pochi superstiti sfuggiti alla furia distruttrice del Potere Oscuro si rifugiarono in luoghi impervi e nascosti, come oasi nel deserto, isole nell'oceano, altipiani in...