Capitolo XV: Il Deserto di Neve
"Guardate!"
L'improvvisa esclamazione, lanciata da Sekor con voce roca, fece sussultare gli altri sette viandanti. Il principe del Vespro aveva alzato il braccio, indicando un punto sulla crudele distesa bianca ai loro piedi: lontano, lontanissimo sull'orizzonte a nordovest, si scorgeva una vaga forma scura stagliarsi solitaria contro il cielo scolorito.
"Che cos'è?" chiese Kejah. "Il... Monte Ghiacceterni?
"La direzione è quella", rispose Nirvor, scrutando il punto con il suo sguardo acutissimo; ma la sua non era una risposta.
"Dicevi che dista duecento chilometri dal Valico", osservò difatti Roden, perplesso. "Non siamo tanto in alto da poterlo vedere."
"Bisognerebbe essere quasi tremila metri al di sopra della pianura", confermò Freydar. "Mentre adesso direi che non superiamo i cinquecento."
Kejah, che come cacciatrice ed esploratrice era esperta nel valutare il rapporto tra altezza e distanza almeno quanto Freydar, fece un rapido calcolo. "Qualsiasi cosa sia, non dista più di cento chilometri. Perciò, o Xos ha spostato la sua tana, oppure quello che vediamo è un'altra cosa."
"Il potere di spostare una montagna ce l'avrebbe", dichiarò Nirvor gravemente. "In particolare il Monte Ghiacceterni, che non è una formazione naturale poiché l'ha creato lui."
Tacquero tutti, sbalorditi da quella notizia: se Xos aveva una tale capacità, con ogni probabilità condivisa da Nirvor giacché lei stessa aveva ammesso che le loro facoltà si equivalevano, quale potenza poteva mai avere Rakau, Detentrice delle Quattro Pietre, ricettacolo dell'essenza del Potere Oscuro?
Infine Freydar decise di rompere quel greve silenzio carico di timore. "Sarà meglio scendere finché c'è ancora luce", disse, mostrando un'indifferenza che era ben lungi dal provare. "Potremmo accamparci laggiù, al riparo sul fondo della valle."
"Le notti sono molto lunghe qui, in questo periodo dell'anno", li informò Nirvor, fissando il sole, di uno strano color paglia, che stava per tuffarsi oltre l'orlo del mondo. "Dovremo approfittare di ogni minuto di luce."
I suoi compagni annuirono, a indicare che avevano capito.
Cominciarono l'ultimo tratto in discesa. Il cielo sbiadì lentamente in un freddo crepuscolo che durò molto dopo la scomparsa del pallido sole oltre l'orizzonte, ed i loro occhi, adattandosi, non ebbero eccessiva difficoltà ad individuare il cammino da percorrere.
Raggiunsero infine il livello della pianura, spossati perché quel giorno avevano marciato più a lungo del solito, ed eressero con fatica penosa l'accampamento, ritirandosi poi subito per riposare. Veldhris prese un boccone di frutta secca e di carne salata, poi piombò in un cupo sonno di sfinimento.
Nella gelida ora che precede l'alba, la cantante si destò di colpo, inspiegabilmente inquieta. Cercando di controllarsi, si mise ad ascoltare il silenzio che la circondava. Poco a poco, distinse il lieve e regolare respiro delle gemelle, che dormivano vicine dall'altra parte della tenda, e quello più rapido di Nirvor, che come sempre giaceva sveglia, rilassata ma vigile; in sottofondo, il sibilo del vento che galoppava per la pianura sconfinata.
Incapace di rimanere ferma, Veldhris si sollevò a sedere, scostando le calde coperte del giaciglio, e Nirvor, udendo il pur lieve rumore, volse i suoi occhi d'argento verso il punto in cui sapeva essere la sua protetta. "Qualcosa non va?" chiese a bassa voce.
"No, niente", si affrettò a sussurrare Veldhris. "Voglio solo uscire un attimo."
Nirvor tacque e Veldhris strisciò carponi fino all'ingresso della tenda, uscendo silenziosamente. Dopo il buio assoluto dell'interno, il pur scialbo chiarore del crepuscolo boreale era una luce più che sufficiente e la cantante si alzò in piedi, stringendosi freddolosamente nel mantello. Si allontanò rapidamente dal bivacco, camminando sulla crosta ghiacciata della distesa nevosa. Non aveva intenzione di andare lontano, né, se l'avesse avuta, sarebbe arrivata molto distante: superato un grosso masso franato chissà quanto tempo addietro dai monti, all'improvviso davanti a lei si erse una grande figura ammantata. Soffocando un grido, Veldhris indietreggiò spaventata, ma era già stata vista.
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La Cerca della Corona di Luce
FantasyDopo la caduta dell'Impero di Shyte ad opera di Rakau, Signora dei Draghi Neri, i pochi superstiti sfuggiti alla furia distruttrice del Potere Oscuro si rifugiarono in luoghi impervi e nascosti, come oasi nel deserto, isole nell'oceano, altipiani in...