Capitolo XIX: Un giorno a Necrodia

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Capitolo XIX: Un giorno a Necrodia

Tre giorni dopo lo straordinario incontro di Veldhris con Rovrin il Dorato, la compagnia abbandonò il Fimda per dirigersi a piedi verso Necrodia. Era primo pomeriggio e non avevano ancora pranzato, così tirarono in secca le canoe, ne tolsero i bagagli e le nascosero in un boschetto di alberi striminziti poco lontano dalla riva; poi, consumarono un pasto veloce, seduti a caso sulle rocce che affioravano dal terreno torboso fiancheggiante il fiume.

Si trovavano ora ad una quindicina di chilometri a nord-ovest di Necrodia: se avessero navigato ancora un poco lungo il Fimda sarebbero arrivati esattamente ad est della città, ad una distanza di poco meno di dieci chilometri, ma in quel punto il terreno era troppo scoperto perché potessero sbarcare inosservati; inoltre, c'era un traghetto, modesto e poco frequentato ma sorvegliato.

Il Fimda segnava il confine occidentale dello Shyte, sebbene per centinaia di chilometri ad ovest non ci fosse che territorio spopolato e sterile, non rivendicato né da Rakau o, prima di lei, dall'Impero, né dai lontani regni dell'occaso, dove la gente aveva strani occhi allungati e la pelle di un colore che volgeva ad un delicato zafferano.

"La città è sorvegliata, vero?" s'informò Freydar, rivolto a Nirvor.

"Certamente", confermò questa. "Ci sono decine e decine di sentinelle lungo i bastioni, sui camminamenti e nelle torrette di guardia, come anche al ponte levatoio. C'è però un continuo via vai di contadini dalle campagne che portano rifornimenti, di mercanti in cerca d'affari, di soldati, di schiavi, di messaggeri e persino di giocolieri. Potremo facilmente confonderci con un gruppo in entrata e passare non visti sotto al naso delle sentinelle."

"Già, ma se malauguratamente ci notassero?" chiese preoccupata Kejah, scostando gentilmente Rollie che reclamava un boccone.

"Non ci noteranno", dichiarò Nirvor con calma. "Basterà che io parli con loro un istante e non si ricorderanno nemmeno di noi. In ogni caso, se io non potessi intervenire, meglio concordare qualcosa."

"Sono d'accordo", annui Veldhris. "Avrei già una mezza idea, lasciatemi pensare..."

Meditò alcuni istanti per chiarirsi i particolari, poi se ne uscì con una trovata degna della sua fervida fantasia e della sua non comune intelligenza. "Possiamo passare per una compagnia di saltimbanchi della Kirtonia: ciascuno di noi sa fare qualcosa di spettacolare e penso che siamo in grado di imitare tutti l'accento kirton."

"Spiegati meglio", la invito Roden.

"Beh, ho pensato questo: io so cantare e suonare, mentre tu e Freydar, con il vostro fisico, potete fingervi lottatori; Kejah, tu sei una campionessa di tiro con l'arco, e anche Sekor è bravo, oltre a essere un maestro nel maneggiare la frusta; Mikor può passare anche lui per un lottatore, e per finire Nirvor può farsi credere un'illusionista: i maghi sono notoriamente persone misteriose, strane, per cui nessuno si stupirà vedendola sempre ammantata e sulle sue."

Freydar fischiò piano. "Ognuno sfrutta le proprie capacità: un piano eccellente, direi."

Le sorrise con aperta ammirazione e lei ricambiò con un calore che saltava agli occhi. Fu solo un istante, poi entrambi distolsero gli occhi, tuttavia quello scambio di sguardi appassionati non era sfuggito a Sekor, nonostante che da settimane ormai si ostinasse a non voler vedere l'evidenza. Ora però non poté più fare a meno di notarla: senti un colpo al cuore, come una pugnalata di gelo, ed i suoi dolci occhi azzurri rifletterono la sofferenza lancinante che lo lacerava. La sua espressione, subito velata da una falsa indifferenza, non passò inosservata né a Kejah, che lo stava guardando di sottecchi, né a Mikor, che non a caso gli aveva gettato un'occhiata. Tra i sentimenti dei due nei confronti del giovane, però, c'era un abisso: Kejah lo compianse dal più profondo del cuore e, pur rendendosi conto che non era colpa della cugina, per un istante la biasimò per il dolore che gli causava; Mikor invece, egoisticamente, intravide subito un vantaggio per sé e la sua causa, adesso che il fratello minore s'era finalmente reso conto del tradimento di Veldhris.

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