Capitolo XXII: La Corona e le Pietre
Contrariamente a quanto ci si poteva aspettare, quella notte Veldhris dormì tranquillamente, come se nulla di particolare fosse accaduto. In effetti, la sua caduta era stata così graduale che lei non si era praticamente resa conto di niente; solo, ad un certo . aveva deciso che voleva Rakau e tutto quello che lei rappresentava ed incarnava, perché così le pareva naturale, ovvio... giusto.
Così, andò a letto senza un pensiero al mondo, e dormì saporitamente. L'unica cosa che la turbava era l'impazienza, ma in qualche modo riuscì a dominarla, cercando semplicemente di ignorare il tempo che dovevo ancora trascorrere, le ore che la separavano dal momento supremo della fusione tra la Luce e l'Oscurità, tra di lei e Rakau.
Di prima mattina, subito dopo colazione, su preghiera della Signora dei Draghi trasmessale da Vallya, Veldhris si recò dalla Caposarta Damàtra perché le confezionasse l'abito per la cerimonia. Assieme, le due donne idearono il modello: un abito dal busto aderente di broccato nero, che si prolungava sui fianchi in una baschina appuntita, quasi spaccato in due da una profondissima, stretta scollatura che arrivava fin quasi alla vita; l'ampia gonna sarebbe stata di seta rossa, mentre le maniche a sbuffo, dello stesso colore, sarebbero state ricavate da una sottile stoffa tessuta a rete e semitrasparente; il collo infine, dello stesso broccato del corpetto e foderato di seta rossa, avrebbe avuto delle stecche inserite tra le due stoffe per rimanere sollevato dietro la nuca. I gioielli sarebbero stati di platino, ornati di giaietto ed opale rosso. Insomma, un abbigliamento solenne, arcano e provocante, perfettamente in accordo con lo spirito del rito che si sarebbe compiuto il giorno dopo.
OOO
Ed il giorno dopo, finalmente, arrivò. Veldhris lo aveva atteso con impazienza spasmodica, stavolta dormendo poco e male, ma infine il sole era spuntato: era il decimo giorno di maggio, un giorno che sarebbe rimasto per sempre inciso nella storia dello Shyte e del mondo intero.
Appena alzata, Veldhris guardò con stizza il cielo livido, dove oscuri nuvoloni gonfi di pioggia veleggiavano pesantemente da un orizzonte all'altro. Pareva che la natura presentisse il terribile evento che stava per verificarsi, esprimendo con quel tempo corrucciato tutta la sua paura ed il suo orrore. Veldhris però riuscì solo a pensare, seccata, che avrebbe voluto un bel sole a festeggiare quella giornata d'importanza capitale, ma si consolò in fretta: dopo la Cerimonia della Fusione, sarebbe stata certamente in grado di comandare persino gli elementi atmosferici.
Le ore precedenti il rito passarono con lentezza esasperante, sebbene colme di frenetici preparativi. Vallya l'aiuto a fare un lungo bagno, l'unse con oli profumati, le spazzolò la chioma fino a renderla serica, poi l'acconciò magistralmente, raccogliendo una parte della massa di capelli in una morbida crocchia imprigionata da una rete d'argento tempestata di rubini, da cui partiva il resto della capigliatura in una cascata di ciocche ricadenti sul collo. Infine, la cameriera l'aiutò a vestirsi e le porse i gioielli. Con mano esperta, la truccò accuratamente: nerofumo per scurire le ciglia e le sopracciglia, biacca per rendere candida la pelle del volto, carminio per ravvivare le labbra e le gote. Guardandosi alfine nello specchio, Veldhris stentò a riconoscersi, ma accettò prontamente quel cambiamento come un segno esteriore del mutamento che stava per sopravvenire nella sua vita.
Bussarono alla porta ed una delle sentinelle fece il suo ingresso. Con un inchino rigido, militare, annunciò: "Mancano pochi minuti alle undici, mia signora."
Solo due giorni prima, un comportamento tanto deferente sarebbe stato impensabile da parte dei suoi carcerieri, ma Veldhris non si soffermò a pensarci: semplicemente, le pareva naturale, poiché d'ora in avanti sarebbe stata la signora del mondo intero. "Andiamo, allora", disse, alzandosi.
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La Cerca della Corona di Luce
FantasyDopo la caduta dell'Impero di Shyte ad opera di Rakau, Signora dei Draghi Neri, i pochi superstiti sfuggiti alla furia distruttrice del Potere Oscuro si rifugiarono in luoghi impervi e nascosti, come oasi nel deserto, isole nell'oceano, altipiani in...