Capitolo XXIV: Dorea la Grande
Il viaggio verso Dorea fu privo di fatti degni di nota. Gli oltre seicento chilometri che separavano la città dei draghi dall'antica capitale dell'Impero di Shyte vennero percorsi con calma, ed ogni giorno si susseguiva uguale all'altro, mentre la primavera esplodeva ed andava maturando nell'estate.
Percorsero territori diversissimi l'uno dall'altro: dapprima, l'opulenta campagna che circondava Necrodia, ora all'improvviso priva di quella tensione che, avvicinandosi alla città un mese prima, Veldhris aveva percepito; poi lentamente il paesaggio cambiò, ondulandosi in colline variamente ripide ed alquanto rocciose, quasi prive di vegetazione; bruscamente sbucarono nelle praterie a nord delle Colline Grigie, che intravidero in distanza, sulla loro destra, ed i cinque superstiti della compagnia partita da Zarcon confrontarono il succoso verde dell'erba alta di giugno con lo smorto color zenzero che avevano visto a novembre in quello stesso luogo.
Veldhris sembrava serena, piena della consueta gioia di vivere, e ammirava ad occhi spalancati, con lo stesso entusiasmo di sempre, tutte le meraviglie che la natura offriva al suo sguardo. Al principio, esprimendo i suoi sentimenti, cantava spesso, la sera quando bivaccavano. Tuttavia, mano a mano che il viaggio proseguiva, avvicinandoli alla meta, tali manifestazioni si fecero sempre più rare, fino a scomparire del tutto. Non sembrava esserci alcuna ragione per il suo apparente turbamento ed il suo sorriso era luminoso come sempre, ma Freydar notava con inquietudine che il suo sguardo si faceva sempre più spesso assente, velato di una preoccupazione segreta e profonda: un grave dilemma si era acceso nell'animo di Veldhris, ma non ne parlava. Freydar rispettava il suo silenzio, attendendo che fosse lei a confidarsi, ma i giorni trascorrevano senza che Veldhris gli aprisse il suo cuore.
Gli occhi dei cavalieri della scorta comandati da Zonev, il Maresciallo della Kirtonia che aveva chiesto ed ottenuto di accompagnare Veldhris a Dorea, erano colmi di curiosità: non si erano mai allontanati tanto da Necrodia, e scoprivano paesaggi che non avevano finora nemmeno sospettato. Zonev stesso, che non si era mai spinto tanto a meridione, si osservava attorno meravigliato.
OOO
Una sera, nella comoda tenda che divideva con Freydar – ormai ufficialmente il suo compagno – coricandosi al suo fianco Veldhris chiese: "Hai notato il simbolismo che permea ogni cosa, in questo viaggio?"
Freydar, steso sul loro giaciglio condiviso, incrociò le mani sotto la nuca, pensieroso. "Ogni mattino ci incamminiamo nella direzione del sole che sorge", rispose dopo un momento. "Come se andassimo verso un nuovo giorno, una nuova era. Ed è così, infatti", aggiunse, girando il capo per guardare Veldhris. "L'intero Shyte sta per risvegliarsi a un nuovo giorno, ora che il Potere Oscuro è stato abbattuto e che sta per essere rifondato l'antico impero."
"Sì, hai ragione", riconobbe la cantante, improvvisamente rabbuiata, "ma pensavo anche alla natura, che quando ci siamo messi in cerca della Corona di Luce stava morendo, e adesso, dopo la vittoria sull'Oscurità, è in pieno rigoglio, come a partecipare al trionfo e alla gioia di tutti noi."
Freydar notò come lei avesse detto noi: era un modo, uno dei tanti, che aveva per condividere, con lui per primo e con il resto del mondo poi, tutte le sue gioie e le sue soddisfazioni. Non altrettanto si poteva dire delle sue pene e delle sue delusioni, di cui era molto gelosa o, più probabilmente, con cui non voleva pesare sugli altri, senza rendersi conto che, così facendo, lo faceva sentire escluso, respinto. Era la sensazione che Freydar provava da diversi giorni, ormai, cui decise improvvisamente di mettere fine. "Tu mi nascondi qualcosa", l'accusò, mettendosi a sedere bruscamente.
Rollie, che divideva con loro la tenda, saltò in piedi spaventato dal brusco moto dell'uomo.
Veldhris guardò smarrita il suo compagno. "Ma..." comincio, sbalordita dal suo tono secco.
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La Cerca della Corona di Luce
FantasyDopo la caduta dell'Impero di Shyte ad opera di Rakau, Signora dei Draghi Neri, i pochi superstiti sfuggiti alla furia distruttrice del Potere Oscuro si rifugiarono in luoghi impervi e nascosti, come oasi nel deserto, isole nell'oceano, altipiani in...