CAPITOLO 9

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POV HEEJUN

Varcai l'uscio con passi incerti, non era da me, ma tutta quella situazione mi stava stressando.

<< Tranquilla che non mordo, forse.>>

Niki aveva chiuso la porta ed era dietro di me, era molto vicino, forse troppo, sentivo il suo fiato sul collo, piccoli brividi cominciarono a farsi strada sul mio corpo, cominciavo a sentire caldo, molto caldo.

<<Cos'è hai perso la lingua? Vuoi che ti aiuto a cercarla?>>

Ero immobile, non riuscivo a muovere un muscolo, quella vicinanza non mi disgustava, come giusto che fosse, ma mi piaceva.

Sentii la punta delle sue dita che mi sfiorava il braccio in una lenta carezza, chiusi gli occhi per un secondo, per assaporare questo contatto quando la voce di mia madre in lontananza mi ridestò da quella trance in cui ero caduta.

Mi allontanai di scatto da Niki, mettendo così spazio tra i nostri corpi, lo guardai negli occhi e notai che i suoi erano due pozzi neri, ma in quel momento ardevano, si passò la lingua sulle labbra in modo molto lento e calcolato e il mio corpo reagì immediatamente, maledetto.

<< Ero concentrata a guardare l'ingresso.>>

Fu la prima scusa sensata che mi passò per la testa, di sicuro non potevo dirgli che ero concentrata a non svenire a causa delle sue attenzioni, non richieste.

<< Ah si? E cosa hai visto di bello?>>

Avrei tanto voluto tirargli un cazzotto su quel ghigno del cavolo che aveva in quel momento.

Forse non ne era consapevole, ma eravamo in due a saper giocare a quel gioco.

Mi girai una ciocca di capelli intorno al dito, e feci lo sguardo da gattamorta più morta che avessi nel repertorio, mi avvicinai a lui con fare seducente, o almeno speravo che lo fosse.

<< mi piace lo specchio all'entrata.>>

Lo dissi con molta naturalezza, lasciandolo di stucco, beccati questa spilungone decerebrato.

<< Heejun cara che piacere vederti.>>

La voce di Roku mi prese alla sprovvista, mi voltai appena in tempo per vederlo comparire all'entrata.

<< Vedo che stai parlando con Riki.>>

Certo che doveva essere proprio un genio, ma mi riguardai bene dal dirglielo.

<< Il mio nome è Niki, cazzo.>>

Mi girai verso Niki, da quando era comparso il padre la sua postura e i suoi atteggiamenti erano cambiati radicalmente.

Si notava che non andavano d'accordo.

<< Riki modera il linguaggio e sono certo del tuo nome quale sia.>>

La voce di Roku era dura, in netto contrasto con quella che aveva riservato a me poco prima.

Vidi Niki alzare gli occhi al cielo, infilarsi le scarpe, prendere il giubbotto di pelle e avviarsi verso l'uscita.

<< Dove stai andando?>>

La voce del padre lo fece fermare, voltò di poco la testa giusto per mettere a fuoco la figura di Roku, con la sua solita faccia da schiaffi.

<< Non sono cazzi tuoi.>>

Detto quello non aspettò la risposta del padre, aprì la porta e uscì.

Vidi Roku prendere un respiro profondo, si era creato un certo imbarazzo nell'aria.

<< Dovete scusarlo, a volte si lascia prendere dall'impulsività.>>

I Can't Stop|| NI-KIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora