CAPITOLO 36

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POV HEEJUN

Sbarrai gli occhi, mi girai verso la sveglia e notai che erano da poco passate le tre e mezza del mattino, notai immediatamente la pressione alla gola e la conseguente fatica nel respirare, calde lacrime mi scendevano sulle guance e la loro scia era bollente, stavo avendo un altro attacco di panico e a giudicare da come ero ridotta doveva esserne uno in grande stile.

Le mani mi tremavano e le gambe non volevano saperne di collaborare, avevo bisogno di aria fresca e possibilmente delle mie gocce che mi ricordai si trovassero al piano di sotto.

Scostai le coperte, la mancanza di ossigeno mi gettava ancora di più nel panico, provai ad alzarmi ma crollai immediatamente per terra, solitamente quando mi trovavo in quelle situazioni c'era mia madre che sapeva come comportarsi, ma in quel momento lei era lontana km a godersi la vita con il suo nuovo marito, che personcina educata.

Costrinsi il mio sedere a strisciare sul pavimento, avevo bisogno di raggiungere quella stramaledettissima finestra, di sicuro la situazione non si sarebbe risolta, ma l'aria fresca poteva aiutarmi un pochino, la gola si strinse ulteriormente, sentivo il sangue scorrere velocemente nelle mie vene e il cuore battere a mille, la forza cominciò ad abbandonare i miei muscoli, sapevo quello che sarebbe successo a breve: sarei svenuta.

Mi appoggiai alla parte inferiore del letto, cercai di seguire quello che mi aveva consigliato lo psicologo e provai a concentrarmi sulla respirazione, ma non servì a nulla, mi sentivo impotente nel mio stesso corpo, era una di quelle situazioni che mi annientavano, sapevo perchè ero in quelle condizioni, avevo sognato mio padre e come sempre la mia reazione era la stessa, un altro spasmo mi fece venire i brividi e le lacrime aumentarono, quanto potevo risultare patetica in quel momento? Sentii i muscoli tendersi fino a farmi male e il dolore che conoscevo così bene, e che pensavo fosse ormai sparito, si ripresentò più forte di prima, ero sull'orlo del precipizio, un altro passo e tutto quel lavoro che avevo fatto fin ora sarebbe andato a puttane.

Chiusi gli occhi, la stanza aveva preso a vorticarmi intorno, quando sentii due mani posarsi sulle mie guance, aprii leggermente gli occhi e vidi una figura accovacciata che mi parlava, il suono della sua voce era distante, la conoscevo, sapevo che era Niki, ma non avevo le facoltà per rispondergli.

<< Heejun, andiamo, sei più forte di così, reagisci.>>

Cercava in tutti i modi di catturare la mia attenzione per farmi distrarre il tanto che bastava a lasciare andare via il panico e a riprendere il possesso del mio corpo.

Aprii gli occhi, ma evidentemente quello che Niki ci vide lo fece preoccupare ulteriormente, mi prese in braccio come se io non pensassi nulla, capii che mi aveva portata in camera sua e mi aveva adagiata sul suo letto, il suo profumo li dentro era forte e per un attimo quella situazione dissipò il panico dentro di me.

<< La mia Heejun non si farebbe sottomettere da nulla, sarebbe pronta a combattere sempre, nessuno può avere il diritto di comandarti, nemmeno il panico.>>

Mi aveva scostato una ciocca di capelli dal viso, apprezzavo veramente quel tentativo di distrazione, non mi sarei mai aspettata che Niki fosse in grado di essere così dolce, ma infondo cosa sapevo realmente sul suo conto? Avrei dovuto indagare, quel cubo di rubik che costituiva Niki l'avrei risolto, in un modo o nell'altro.

<< Infuriati, reagisci, ricordati che prima in camera tua ti ho lasciato un succhiotto sul collo, devo forse pensare che non vedevi l'ora di essere marchiata dal sottoscritto? In quel caso bastava chiedere.>>

Lo guardai negli occhi, la rabbia prese ben presto il posto del panico, ovvio che non mi ero dimenticata di quello che aveva fatto e il giorno dopo sarebbe stato un bel problema a nasconderlo, e la colpa era solo ed unicamente sua!

I Can't Stop|| NI-KIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora