"Ero bambino. Nel Brasile dell'ultimo anno di Senna, c'era un giovane tedesco che rompeva le palle ad Ayrton... Quello che ha fatto Michael è più importante del tempo, davvero tanto, trascorso."
FELIPE MASSA«Zio che è successo?» Il panico si impossessa per due secondi di me.
Prendo subito in braccio Martin. Ci sono vetri dappertutto. Cose buttate all'aria. Qualcuno è entrato nella mia casa e ha distrutto tutto.
«Ahhh!» Io e Martin sobbalziamo spaventati appena sentiamo un urlo provenire dalla mia camera da letto. «Hai ro... i miei piani e io... rovinerò i tuoi». È Coline.
Non riesco a comprendere chiaramente le sue parole, ma sono certo che sia la sua voce a rompere il silenzio con urla e imprecazioni. Martin trema tra le mie braccia. Ho un impellente bisogno di capire cosa sta accadendo. Trascino il piccolo nella sua stanza, pregando che almeno quella sia stata risparmiata dall'uragano. E fortunatamente è così; questa parte della mia casa londinese è ancora intatta.
«Ascoltami attentamente, Martin. Devi promettermi di non uscire da qui. Non c'è nessun ladro, almeno spero». Il suo sguardo è pieno di domande.
«È... zio, chi è?», chiede balbettando.
«Credo che zia Coline non si senta molto bene». Mi guarda con sospetto. Maledizione, non riesco a mentire nemmeno a un bambino. Devo trovare qualcosa che lui possa comprendere senza turbarlo troppo. Ecco! «Ti ricordi cosa ha fatto George alla mia festa di compleanno?» Annuisce.
«Sì, ha rotto tutto e cadeva da solo per terra. Rideva». Sospiro sollevato.
«Esatto. A zia Coline sta succedendo la stessa cosa». Un'espressione di stupore si dipinge sulle sue labbra.
«Mi raccomando, voglio che resti qui, Martin. Torno presto, promesso». Lui annuisce di nuovo e si gira, andando verso i suoi giochi, ignaro delle preoccupazioni che pesano su di me.
Respiro profondamente, facendo attenzione a non ferirmi con i vetri rotti, mentre mi avvicino alla mia stanza. La porta è semiaperta, e intravedo Coline intenta a fare la valigia. La tensione nell'aria è palpabile; la stanza è un caos, con lampade rotte e vestiti sparsi, come se fossero i resti di un uragano.
«Coline, cosa stai facendo?» chiedo, cercando di comprendere la situazione.
Alza lo sguardo, il volto segnato dalle lacrime, dalla delusione e dalla rabbia.
«Sto facendo ciò che mi hai fatto capire essere necessario. Sto andando via, Jamie». Mi avvicino.
«Coline, ma che stai dicendo? Ti ho chiesto solo del tempo per confermare la mia leadership e consolidare la mia posizione per un futuro più sereno». Voglio potermi godere a pieno la mia vita con lei.
«Bugiardo!» urla, scagliando a terra parte delle foto che ci ritraggono insieme sul comodino al suo fianco.
«Smettila, Coline!» Blocco il suo braccio. «Perché non mi hai detto come ti sentivi? Perché mi hai mandato da mia sorella se stavi così? Non ti avrei mai lasciato se avessi percepito tutto questo». Si libera del mio braccio e si avventa con forza sulla sua valigia per chiuderla.
«Hai detto che avremmo costruito insieme il nostro futuro, ma non hai mai precisato che il tempo dipendeva da te, Jamie. Non c'è spazio per me nei tuoi piani». Riprendo le sue mani, cercando di trattenerla.
Disperato, cerco di aggrapparmi a un barlume di speranza.
«Coline, vuoi un matrimonio? Voglio che tu sia parte della mia vita, che resti con me». Scuote piano la testa, un'espressione triste negli occhi che è riflesso della mia.
«Jamie, non voglio un matrimonio solo per restare. Voglio qualcuno che mi scelga ogni giorno, che appoggi i miei obiettivi, non solo quando è costretto a farlo». Come può dire una cosa del genere.
«Cazzo, Coline. Sei sempre stata importante per me. Mi faccio in quattro per dedicarti più tempo possibile. Non voglio che tu vada via». Ti prego, non mi lasciare.
«Jamie, non sono mai stata al primo posto, e lo sai bene. La tua carriera è sempre stata al centro, e io mi sono adattata. Ma non voglio una vita in cui devo essere sempre in secondo piano, anzi meglio dire il terzo; la tua famiglia è un gradino più alto». Sono sconcertato.
«Dimmi cosa vuoi per convincerti a restare. Cosa posso fare per farti capire che le cose possono cambiare?» La sua occhiata è gelida e non mi permette di leggere dentro i suoi occhi.
«Non posso aspettare che le cose cambino. Ho bisogno di qualcuno che mi voglia adesso, non quando è già troppo tardi». All'udire quelle parole, sento un nodo nello stomaco stringersi, e il panico risalire lungo la mia gola.
Le dita mi diventano fredde, la pelle d'oca si fa strada lungo le braccia, e il battito del cuore accelera, martellando nelle orecchie. Fatico persino a respirare, ma devo fare qualcosa per fermarla.
«Ho capito, Coline. Chiamo subito mio padre e lascio tutto». Prende di nuovo una delle cornici e la scaraventa con violenza contro di me, sfiorandomi.
«Smettila di lanciare le nostre cose. Vuoi uccidermi?»
«Tuo padre! Devi chiamare tuo padre!»
«È il mio manager. È lui che si occupa di tutto».
«Dimmi la verità, è di tuo padre l'idea di rafforzare la tua posizione in Formula 1?» Spalanco gli occhi, sorpreso dalla domanda. «Lo sapevo. Sai che ti dico? Resta con lui e ora togliti dalle palle».
Provo a fermarla, ma la sua valigia mi colpisce forte a una gamba, mi sbilancio e cado a terra. Un dolore lancinante si irradia dalle mie mani a causa dei vetri che sono entrati nella mia pelle.
«Togliti da qui, moccioso». Il pianto di Martin mi fa trasalire.
Nonostante il dolore, e il sangue che fuoriesce dai miei palmi, mi rimetto in piedi. Arrivo alla porta e trovo mio nipote a terra, il viso coperto dalle manine mentre si dispera. Lo prendo in braccio e noto del sangue sulla sua maglietta. Inizio a tremare allarmato.
«Ti ha fatto male, piccolo?» chiedo, mentre lui singhiozza stretto al mio collo.
Provo a controllarlo, ma non c'è verso di staccarlo. Poi, realizzo che è mio il sangue.
«No... Caduto... Solo. Zi... Coline è... cattiva», sentenzia tra le lacrime.
Le sue parole mi colpiscono come un pugno allo stomaco, la realizzazione dei miei errori emerge nei miei occhi sotto forma di lacrime e disperazione. La casa è un disastro e sembra sottolineare la vacuità che si sta insediando dentro me.
«No, piccolo. Sono io quello cattivo».
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SAY SOMETHING RESTYLING
Romance🆂🅰🆈 🆂🅾🅼🅴🆃🅷🅸🅽🅶 𝑅𝑒𝑠𝑡𝑦𝑙𝑖𝑛𝑔 La storia di 𝓙𝓪𝓶𝓲𝓮 𝓮 𝓙𝓾𝓵𝓲𝓪, corretta e editata, è su Amazon e per gli abbonati, gratis su Kindle Unlimited. Quando la passione incontra l'anima, nulla sarà più come prima. Lui, Jamie Lewis, cam...