64. Capitolo Jamie Lewis

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“Preferisco avere il mio piede destro piuttosto che un bel viso.”
NIKY LAUDA

Non capisco perché ci metta così tanto. Mi volto verso la moglie di Sebastian in cerca di aiuto.
«Hanna, ascolta, non posso entrare nel bagno riservato alle signore. Gentilmente puoi controllare se Julia è ancora lì?» Potrebbe essersi sentita male.
Acconsente e si alza per dar seguito alla mia richiesta. Decido di seguirla anch’io, ma a metà percorso parte la musica e, non so come Coline si stringe a me.
«Finalmente sei qui, Jamie. Non è il momento opportuno per parlare, ma torna da me, ti prego. Io, ti amo». Le sue parole per un attimo mi colgono alla sprovvista, cerca di baciarmi, ma per fortuna non sono così stordito da lasciarglielo fare.
«Non provarci mai più, Coline. Lasciami in pace». Mi stringe ancora di più, il suo contatto non mi piace.
«Perché fai così? Siamo stati bene insieme. Possiamo tornare a essere felici. Non puoi dirmi che ti piace una come lei. È rozza e arrogante, mi ha affrontata in bagno senza un briciolo di classe e femminilità». Ora mi è chiaro cosa trattenesse Julia in bagno.
Mi avvicino al suo orecchio, non voglio dare spettacolo, ma non posso permettere che continui a offendere la mia ragazza.
«Lo dirò solo una volta: sparisci dalla mia vita. Hai smesso di esistere nell’istante in cui hai deciso di tradirmi. Quindi vedi di non farmelo ripetere: stai lontano da me e dalla mia ragazza». Sibilo.
Incurante delle mie parole mi afferra il viso e prova di nuovo a baciarmi, ma qualcosa la spinge via anzi una tigre inferocita si frappone tra noi.
«Sai, Coline, dovresti imparare ad accettare un no quanto ti viene detto. Inoltre credo di essere stata chiara in bagno!» La mia leonessa è venuta a salvarmi.
«È davvero questo che vuoi?» Mi ripete ancora Coline incurante del pericolo.
Porto lo sguardo su Julia: «Lo voglio». Ora. E spero per sempre.
«Non finisce qui». E la guardiamo allontanarsi da noi.
Il sorriso ebete che ho dipinto in viso muore appena osserva lo sguardo risoluto della mia ragazza. Braccia incrociate e piede di guerra ben puntato. A quanto pare il mostro dagli occhi verdi non fa prigionieri.
«Sei ancora in tempo per…» Non le lascio finire la frase.
L’afferro per il gomito e la trascino sul mio petto. Continua a tenere le braccia conserte mentre io le accarezzo i capelli e le sfioro la schiena con le dita sperando basti ad ammansire la bestia.
«Non lasciare che Coline ci rovini la serata, per favore, Julia». La imploro.
«L’hai baciata». Cosa!? Le sollevo il mento per guardarla negli occhi.
«È una domanda o un’affermazione? Perché per entrambe la risposta è no». Non esiste.
«A me sembrava di sì», dice affranta.
«Hai visto male, Archimede. Forse ti ha ingannato la prospettiva, è vero ci ha provato e ha fallito». Sospira. Cosa posso fare? «Dopo quello che ho scoperto, non avrei mai tollerato quel tipo di contatto. Per favore, non essere arrabbiata».
«Lo sono». Lo vedo.
«Balla con me». Le chiedo seducente.
I musicisti attaccano una loro versione di “You Are The Reason”. Abbraccio Julia e ci avviamo a danzare. Nonostante la senta un po’ rigida, presto si lascia guidare con agilità. Avvio una serie di volteggi e, alla fine, un sorriso si dipinge sul suo viso. Ballare con lei è un’esperienza affascinante; erano anni che desideravo farlo. Adoro ballare e con Julia sembra tutto speciale.
«Amo questa canzone», le dico.
«There goes my hands shaking. And you are the reason. My heart keeps bleeding. I need you now ». Canta attaccata al mio orecchio e, per un attimo, ritorno con la mente al nostro primo incontro. A quando il suono della sua voce incasinava tutta la mia vita. Sembra passata un’eternità, ma la cosa che conta è che ora siamo insieme. Le faccio fare un altro giro sulla pista e la riprendo tra le mie braccia intonando con lei il ritornello. La canzone finisce e Julia mi rivolge un sorriso da togliere il fiato.
A mezzanotte ci invitano a uscire in giardino per ammirare lo spettacolo dei fuochi d’artificio a tempo di musica. Siamo in piedi a bordo piscina. Julia è al mio fianco e io la stringo tra le braccia. I fuochi esplodono nel cielo sopra di noi illuminando il suo viso di tanti colori. Si accorge che la sto osservando e mi regala un sorriso imbarazzato.
«Jamie, guarda che meraviglia, ti stai perdendo lo spettacolo», dice tornando a osservare i fuochi.
«Non credo proprio», affermo.
«Ma se stai guardando me», ribatte osservandomi con un occhio soltanto mentre con l’altro continuare a guardare il cielo.
«Appunto». È lei il vero spettacolo, l’unico fuoco in grado di accendermi e scaldarmi.
E la bacio, il sorriso si fa spazio tra le nostre labbra, e dentro di me esplode solo felicità. La serie finale di fuochi dipinge il cielo con milioni di luci dorate, illuminando il giardino come se fosse giorno. Un applauso spontaneo si alza mentre i reali ci augurano la buonanotte.

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