«Buon pomeriggio tesoro. Sono rientrato dove sei?»
«Do, Mi, Mi, Sol, Sol... Ciao sono sopra.»
«Che fai solfeggi?»«Vieni su, muoviti, dammi una mano.»
«Ma cosa è uno scritto musicale?»
«Bello, vero? Sto cercando di ricordare. Allora: la prima riga è in chiave di Sol, violino. La seconda in chiave di Fa, basso. Partitura per pianoforte, giusto?»
«Sì, pianoforte.»
«Tre accidenti in chiave...»
«La bemolle, Si bemolle, Mi bemolle. Do minore certo.»
«Tempo tre quarti.»
«Da dove salta fuori questo spartito fa un po' vedere?»
«Sono andata giù, in cantina, ho rovistato in giro e in un baule, sai di quelli vecchi tutti decorati, ho trovato questo.»
«In cantina? Ma non abbiamo una cantina, al massimo una soffitta ed in soffitta non ci sono mai stati bauli.»
«I luoghi che frequento io non stanno fuori, stanno dentro.»
«Dentro di me?»
«Dentro di te!»
«Dunque nella mia mente c'è una cantina e come sarebbe questo scantinato, dimmi. Sono curioso.»
«Innanzitutto la cantina non sta nella mente, sta nell'anima e poi è buio, umido, polveroso e spaventoso, come tutti gli interrati. Comunque adesso non è il momento di parlarne, guarda, lo riconosci?»
«È l'adagio in do minore di Benedetto Marcello, o forse di Alessandro, chi sa.
«Quanto tempo è passato...»«Eri in fissa con questo brano, vero?»
«Mi ha sempre tormentato, lo adoravo e lo adoro ancora.»
«C'è una ragione in particolare?»
«Perché è stupendo non basta come ragione?»
«Davvero?»
«E però così non si può, sei sleale...»
«Dai parla, non fare lo gnorri, tanto lo sai che con me non hai scampo.»
«Stavo ore e ore a provarlo al pianoforte perché pensavo che fosse l'unico modo per esprimere ciò che sentivo dentro, rispecchiava alla perfezione il mio stato d'animo.»