30 Luglio (Parte seconda)

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«Dunque, innanzitutto la "location"!»

«La "location"?»

«Certo, il teatro, il palcoscenico.»

«Ma non stiamo parlando di un funerale?
O al massimo di un matrimonio, come lo definisci tu?
Non penso che un teatro ed un palcoscenico siano adatti.»

«Acta est fabula, plaudite!»

«Già, probabilmente aveva ragione Ottaviano Giusto!»

«Cosa altro è la vita di voi esseri umani, se non una pièce teatrale? E cosa altro è questa piccola biglia, che voi chiamate terra, vorticante nel vuoto, se non un magnifico teatro con un grandissimo palcoscenico?»

«Pensandoci bene, hai ragione, hai perfettamente ragione. Noi non siamo altro che attori della commedia dell'arte che ogni santo giorno sono costretti, seguendo un canovaccio, ad improvvisare fischi e lazzi, pianti e disperazione, per intrattenere chi sa quali spettatori, che alla fine potrebbero applaudire o fischiare, decidendo della nostra eternità.»

«Dunque?»

«Sì un bel teatro è quello che ci vuole!
Dovrà essere una rappresentazione memorabile!»

«E memorabile sarà, parola di "Dep"»

«Chi sarebbe "Dep"?»

«Sono io "Dep", baccalà. Non ti piace? Fa molto smart, non trovi?»

«Contenta tu.»

«Certo che un pesce lesso eri e un pesce lesso rimani.»

«Dep, come diminutivo di Depressione?»

«Oppure "Deep", come profonda.»

«Giusto, chi potrebbe chiamarsi profonda più di te che vivi nella cantina buia e polverosa dell'anima mia?
Sì, mi piace, approvo.
"Deep"è il nome giusto per te!»

«Approvi un cazzo!
Brutto stronzo, te lo ripeto per l'ultima volta: IO SONO MIA!
E non ho bisogno del "placet" di nessuno per ciò che faccio, che dico, che penso.
Tanto meno del tuo, maschio bastardo e oscurantista!»

«Tanto tanto, permalosa la mia Deep, e tanto tanto meravigliosa.
Vieni, fatti dare un bacio, giusto per accettare le mie scuse.»

«Non ti permettere sai, non ti avv...»

"Dicevi, tesoro?»

«Se non ti muovevi a darmi quel bacio il funerale lo facevamo seduta stante.»

«Ah, ah, ah, strega!»

«Stronzo!
E ora continuiamo? Anche perché, voi esseri viventi avete il brutto vizio di puzzare dopo un po' che siete morti!»

«Sì, sì continuiamo, prima che cominci il mio inesorabile disfacimento. Ah, ah, ah!»

«Allora, ci vorrebbe una location iconica, memorabile e soprattutto
senza tempo.
Un teatro che abbia un ottima acustica, innanzitutto, e che emani un aura di eternità.»

«Mica facile.»

«Trovato: L' Arena di Verona!»

«Wow, non è un po' esagerato?»

«Abbiamo detto memorabile?»

«Giusto!
Quanto memorabile?»

«Se ne dovrà parlare per almeno tre generazioni!
Dunque, adesso io detto e tu scrivi.
Mi raccomando, non fare come al tuo solito, che poi non si capisce niente, sii preciso, minuzioso e soprattutto calligrafico.»

«Fai conto che tu abbia a disposizione un frate amanuense.»

«Sì, certo, fra' Totonno da Afragola, ah, ah, ah!»

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