10 Luglio

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«Tony, Tony, cosa ti succede?
Perché hai quella benda nera sugli occhi?»

«Ho mal di testa! Un assurdo, maledetto mal di testa, non lo sai?
Qualsiasi, piccolo, spiraglio di luce che attraversa le mie pupille mi trafigge come un pugnale. Provo un dolore lancinante.»

«Sì, lo sento, lo sento benissimo!»

«Allora, perché non mi lasci in pace?
Tra l'altro, sai anche che antidolorifici non ne posso prendere. Solo e soltanto "paracetamolo". L'acqua fresca fa più effetto!»

«Perché mi tratti così? Cosa pensi che a me non faccia lo stesso effetto?»

«Lo stesso effetto, dici?»

«Certamente... aspetta, aspetta, tu stai pensando che sia io a procurarti questo dolore lacerante, pensi che sia io la causa di questo tuo stato di sofferenza!»

«Non è così? Non sei tu che sguazzi e spadroneggi tra i miei neuroni e le mie sinapsi?»

«Certo che sei davvero un gran bastardo, figlio di una vecchia "scatola scaduta di prozac".
È questo che pensi di me?

Che io sia una da mal di testa, da emicrania, da cefalea a grappolo, magari?

Ma per chi mi hai presa, per una sciacquetta qualunque? Per una sgualdrinella qualsiasi?
Ricordati che non mi hai raccolto per strada, brutta insignificante goccia di Lexotan!»

«Ecco, magari, avercela una boccetta di benzodiazepine!»

«E certo, dopo tutto quello che faccio per te, tu preferisci le puttane!
Ti odio, ti odiooo...»

«Perché, tu non sei capace di procurare mal di testa?»

«Ma sei serio?
Vuoi davvero farmi incazzare?
Te lo dico adesso e non te lo ripeterò più.
Io non sono una "patologietta" qualsiasi, caro il mio stronzo.
Io non mi abbasserei mai, anche se posso e come se posso, a provocarti un volgare, banale, mal di testa!

E poi, ficcatelo bene in quella brutta capoccia una volta per tutte, certamente, attraverso spesso le tue spente sinapsi e indugio, qualche volta, presso i tuoi affaticati neuroni, ma io non sono certo una da periferia, io frequento i quartieri alti.
Quella massa grigiastra che hai nella scatola cranica, di circa un chilo e trecento, che chiami cervello, non mi interessa gran che. La mia frequentazione è la mente e, soprattutto, la mia naturale residenza è l'anima... l' ANIMA, capisci?»

«Che spocchia!
Che alterigia abbiamo tirato fuori!

"O mia regina il popolo ha fame, non hanno pane!
Che mangino brioche"

Disse la regina Maria Antonietta!

Datti meno arie, tanto alla fin fine o raffreddore o influenza o indigestione o trauma cranico o Depressione, sempre in un gran mal di testa vanno a finire!»

«Non ci credo!
Non ci posso credere!
Ti ho dato tutta me stessa, ti ho seguito, assecondato, ascoltato, coccolato in tutti questi anni per sentirmi paragonare ad un "raffreddore"!

Sei stato capace di spiattellarmi in faccia che Io e un schifosa, primitiva influenza, siamo la stessa cosa!

Che ti faccio lo stesso effetto di un'abbuffata di cibo spazzatura!

Mi hai assimilata ad una botta in testa!»

«Pure tanto, tanto permalosa, vedo.»

«No, no, questa volta hai superato ogni limite!
È troppo anche per una "Santa" come me.
La discussione è durata fin troppo, adesso riprendo le mie quattro cose e me ne ritorno giù in cantina, a casa mia, per sempre.
Tanto, si è capito che tu non mi ami e non mi amerai mai e io non voglio sprecare altro tempo a cercare di salvare un brutto schifoso, insensibile, stronzo, bastardo, egoista come te.

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