«Buon pomeriggio, amore mio.»
«Ciao.»
«Dove sei?»
«Al solito...»
«Mi spieghi perché sei sempre su?»
«Perché sì!»
«Tipica risposta femminile.»
«Non mi provocare, non ho tempo per maltrattarti oggi, sono impegnatissima.»
«A fare?»
«Hai già mangiato, quindi vieni su e porta le fragole con il limone che abbiamo in frigo.»
«Le fragole con il limone?»
«Devi sempre ripetere quello che ti dico? Vieni su che ho voglia.»
«Niente alcool oggi?»
«Oggi è assolutamente vietato, al massimo, ti concedo un ghiacciolo alla menta o un chinotto.»
«Stai male, forse stiamo per morire?»
«Il solito baccalà, muoviti a portarmi queste fragole. Hai messo tanto zucchero? Ci piacciono dolci.»
«Sto arrivando, lo sai che queste scale a chiocciola mi danno un po' di disorientamento.»
«È che sei sempre stato disorientato tu.»
«Avevi detto che non c'era tempo per maltrattarmi oggi.»
«Un pochino, pochino ci vuole, altrimenti ci rimani male.»
«Che amore, sei!»
«Comunque fermati un attimo, chiudi gli occhi e mangia le fragole così ti passano le vertigini.»
«Che buone...»
«Squisite era una vita che non provavo questa sensazione.»
«Certo, affogate con un po' di limoncello...»
«Ho detto niente alcool, oggi siamo astemi, punto. Ti è passato il mal di mare? Muoviti ti sto aspettando.»
«Madre Santissima! Che ci fai conciata così? Quanti anni hai, sembri un ragazzina che ha appena fatto gli esami di terza media. E poi sei in costume, quello tutto di un pezzo, quello che portavano le femminucce serie al mare per non farsi notare più di tanto.»
«Sono carina, vero? Ho pure l'apparecchio ai denti, vedi? Certo, di seno sono un po' scarsina ma il resto promette bene.»
«Mi vuoi dire che ti frulla per la testa?»
«Oggi sono Viola, la protagonista di questo racconto che sto leggendo.»
«Di cosa parla?»
«Di adolescenti impacciati, del primo amore, di cotte estive, primi baci, quelle cose lì. Ma tu non puoi capire »
«In che senso non posso capire? Sono stato adolescente anch'io, sai.»
«Vediamo in po', vediamo un po'.... no, non mi risulta.»
«Bella questa, forse non proprio nel senso canonico, almeno all'inizio.»
«Giusto, hai detto bene. Vediamo, a che età hai dato il primo bacio?»
«Vatti a ricordare...»
«Ventidue? No, forse ventuno.»
«Davvero?»
«E vediamo un po', sei stato tu a baciare o sei stato baciato?»
«Che differenza fa?»
«La fa, la fa.»