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Freya

Sono stata molte volte dentro casa dei Went. Ci ho studiato, mangiato, ballato. Mi sono affezionata a Theresa e Charles, ed ero felice quando il mio ex migliore amico mi invitava a passare le giornate a casa con lui e la sua famiglia.

Perciò, mentre percorro il giardino per andare nell'appartamento di Colin, non dovrei essere in ansia. Ma lo sono. Da ragazzini non siamo mai stati soli perché c'erano i genitori con noi, o Kyler e Owen. Stavolta siamo solo noi due, e io mi sto addentrando in un luogo che appartiene unicamente a Colin, uno di quelli che non ho mai visto.

Mi batte forte il cuore nell'osservare le sue mani aprire la porta dell'appartamento con la chiave. E i battiti aumentano appena metto piede lì dentro, nella sua casa.

Mi mordo l'interno guancia per non sorridere per ciò che vedo. Dai racconti di Theresa, Colin è la reincarnazione della pulizia e dell'ordine sin da quando era un bambino, io ne ho avuto la prova al liceo. L'appartamento non ha niente fuori posto, tranne una felpa buttata sul divano scuro.

Colin butta le sue chiavi sul tavolo, mi lancia uno sguardo fugace.

«Vuoi qualcosa da bere?».

«Uhm, no. Grazie».

Quando si dirige davanti al frigorifero, io mi metto a gironzolare per la casa. Non mi stupisco di vedere le pareti bianche e i mobili grigi. Colin non è mai stato un amante dei colori, ha sempre preferito il nero o il bianco. Difatti, i suoi vestiti sono per lo più scuri. Da bambini, a me e i miei fratelli ci piaceva associare i colori a ognuno di noi per il significato che mio padre amava raccontarci.

Il verde è speranza, guarigione, rinascita e cambiamento; il giallo è il colore che Kyler mi diede a otto anni, perché è allegro e gioioso, creativo. L'arancione ha delle sfumature di coraggio e luminosità, mischiate a fiducia e vitalità. Rhysand e Cyrus sono sempre stati associati al grigio e al nero, un po' come Colin.

Ma quando guardo Colin Went, non vedo il distacco emotivo e sociale che ha Rhysand, o la sicurezza e negatività di Cyrus. Vorrei riuscire a inquadrarlo in un colore. Passo la mano sulla televisione appesa al muro e dalle labbra mi sfugge una risatina che lui sente. Si volta con la fronte corrugata e una bottiglietta d'acqua tra le mani.

«Cosa c'è?».

Faccio una scrollata di spalle, sfiorando con le dita una candela rossa con il sentore di fragola.

«Sei un cliché».

«Fantastico, ora mi insulti. Bel modo di ringraziare per l'ospitalità. E perché mai sarei un cliché?».

Indico il suo appartamento pulito che odora di qualcosa che mi ricorda vagamente il profumo dei fiori.

«Hai l'appartamento come il classico scapolo single che ha esclusivamente rapporti occasionali. Candele profumate sui mobili per mandare il messaggio che ami le atmosfere romantiche. Foto della tua famiglia appese ai muri, per intenerire le ragazze e dimostrare che non sei un serial killer. E infine hai un mini bar».

Chiude la bottiglia d'acqua per poi lasciarla sul tavolo, mi guarda inespressivo.

«Ho i crampi allo stomaco per quanto sei divertente».

Beccato.

«Ho azzeccato, vero?».

«No. Ora sta' zitta o ti butto fuori».

Non prendo neanche in considerazione quella minaccia perché lo vedo sorridere, anche se cerca di nasconderlo. Abbozzo un sorriso, portandomi al naso il dito, dopo aver toccato la cera rossa della candela. E come avevo previsto, profuma di fiori e frutta esotica. 

Menzogna - Freya // Saga Warner Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora