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Colin

Mio padre mi adora. Da adolescente mi sembrava difficile riuscire a comunicare con lui, poiché non abbiamo assolutamente niente in comune. Tuttavia, crescendo, impari che non servono pagine dello stesso colore per formare un buon libro.

Puoi ricevere odio dalla persona con la quale hai fin troppi punti in comune. E puoi ricevere un amore smisurato, da quell'altra persona che è l'essere umano più lontano da ciò che sei tu.

Io e mio padre siamo il giorno e la notte. Diversi, ma innamorati dello stesso universo.

Nonostante lui non sia un fan accanito delle auto come una grande quantità degli uomini sulla terra, mio padre mi ha sempre dato il suo supporto. Sin da quando ero ragazzino, mi spingeva a rincorrere con foga i miei sogni. E ancora oggi mi sprona a farlo con amore.

Tuttavia, credo fermamente che avrebbe voluto un figlio giocatore di basket, baseball, football, hockey o qualsiasi altro sport americano. Lo sport, è una parte fondamentale della vita di mio padre. Lo adora, è un fan sfegatato. Sfortunatamente per lui, io  lo odio. Mi alleno in palestra due volte alla settimana per mantenermi in forma, ma preferisco passare le mie serate sul divano con hamburger e birra, Netflix e divano.

Allenarmi tutti i giorni della mia vita, seguire una dieta ferrea e pensare costantemente alle partite? Col cazzo.

Era fuori questione per me, al liceo.

E tuttora è così. Mi piace la mia vita, e preferisco smontare una macchina per dodici ore di fila con il sudore addosso che disperarmi per una partita persa.

Malgrado io non sia appassionato di sport, guardo le partite insieme a mio padre, quando sono a casa con loro. E non importa che giorno della settimana sia e non importa cosa succeda, se alla televisione trasmettono una partita di baseball, football o basket, Charles Went non può permettersi di perderla.

La partita da guardare questa sera, è il football. San Francisco 49ers contro i Dallas Cowboys. Sinceramente? Non capisco un cazzo di quello che sta succedendo tra le due squadre.

Io e il football non andiamo d'accordo.

Ma mio padre che tifa i San Francisco non ha ancora urlato come un forsennato, perciò deduco sia un buon segno. Stanno vincendo. Almeno credo. Chi cazzo lo sa? Ho rinunciato a chiedere delucidazioni su ogni sport da tanti anni, oramai.

«Angelica, no! Attenta!».

Le urla preoccupate di mia madre che provengono dalla cucina, mi fanno chiudere gli occhi e sospirare forte proprio mentre si sente un tonfo e vari sussulti femminili.

Quando Theresa e Angelica Went cucinano insieme, sono pericolose. Una piccola bomba che potrebbe esplodere da un momento all'altro. In sintesi: sono un problema. A quella bomba aggiungete una bionda vivace piena di colori addosso, e avrete un gigantesco problema da risolvere.

Mi alzo dal divano, e dinanzi allo sguardo rassegnato di mio padre vado in cucina. La scena che mi trovo davanti mi spaventa e diverte contemporaneamente.

Mia madre si copre il viso con le braccia, ma la sento borbottare qualcosa a bassa voce. Mia sorella Angie, seduta sul bancone della cucina, ha gli occhietti verdi spalancati mentre tiene una busta di farina vuota tra le mani. Una busta vuota, poiché la farina che c'era al suo interno, ora copre ogni parte del corpo di Freya. Dai capelli biondi ormai bianchi, fino alle scarpe basse rosa chiazzate di farina. Non c'è una sola parte di lei che non sia sporca di farina.

«Che cavolo è successo?» chiedo, incrociando le braccia per assumere un ruolo autoritario anche se vorrei ridere.

Angie mi guarda con occhi sgranati pieni di sensi di colpa. Freya non è del mio stesso pensiero e inizia a ridere, tentando di ripulirsi il viso dalla farina.

Menzogna - Freya // Saga Warner Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora