Freya
Leggere e capire le persone non è semplice. Ma, se c'è una cosa che ho imparato leggendo le poche espressioni facciali di mio fratello, è che odia: le persone (non lo nasconde), il mare (perché? Viviamo in California, a un passo dalla spiaggia), qualsiasi bevanda macchiata.
La lista delle cose che Rhysand Warner odia è molto più lunga, ma starei ore a parlare se dovessi stilarla. Ma se non volete farvi odiare da Rhysand (cosa alquanto difficile), non offritegli mai e poi mai un caffè macchiato, un caffè al caramello o dell'alcol mischiato con qualche bibita energetica.
È un uomo facilmente irritabile, perciò, quando entriamo nel bar e mi metto seduta a un tavolino insieme a lui, sorrido a Grace Kennedy e le dico: «Buongiorno, Grace. Come stai? Mi porteresti un caffè con il cioccolato. E uno nero per il ragazzone con me».
Grace annuisce e senza rivolgere uno sguardo a Rhysand che la evita con gli occhi, si allontana per prepare i nostri caffè. Mi sistemo sulla sedia e infilo le dita nel colletto della maglietta di Colin, tirandola alla ricerca d'aria. Il letto di Colin era morbido e comodo, ma fin troppo caldo. Credo di non avere mai sudato così tanto come questa notte. Ho bisogno di una doccia fredda e di un pantalone che non sia in jeans.
Davanti a me, Rhysand mi fissa con aria seria. Lo sguardo profondo di mio fratello è così... pesante. Mette le persone in soggezione. Non come Cyrus, ma ci va abbastanza vicino.
«Piantala di fissarmi senza proferire parola, mi metti paura» mormoro, osservando i movimenti di Grace dietro al bancone. I capelli scuri e corti le svolazzano sulle spalle coperte da una camicetta nera. È così bassa e carina, spicca in mezzo alla folla più di quanto vorrebbe.
«Sto riflettendo, Freya».
Aggrotto la fronte e riporto lo sguardo su mio fratello, incuriosita. Rhysand tamburella due dita sul tavolino, ispezionandomi con gli occhi gelidi.
«Riflettendo su cosa?».
«Ho sentito dire che faccio pena con le parole e le scuse».
Gli sorrido divertita, facendomi sfuggire una piccola risatina.
«È vero, ma non importa». Scrollo le spalle, «So che sei dispiaciuto. Offrirmi la colazione è il tuo modo di chiedere scusa».
«Non voglio offrirti la colazione».
«Sì, lo farai».
Il sibilo che fuoriesce dalle sue labbra sottili mi fa sorridere. Pesco una bustina di zucchero dalla ciotola e me la rigiro tra le mani, guardando Rhysand da sotto le ciglia.
«Com'è andata ieri, cosa avete fatto?».
Lui fa una scrollata di spalle, passandosi una mano sulla cravatta nera posata sulla camicia bianca.
«Madison ha dormito da Kolder. Nella vecchia camera di Cyrus».
Immaginavo sarebbe successo.
«Questa mattina, l'hai vista?».
Lui scuote la testa, «Kolder mi ha chiamato. Cameron è andata a scuola con Madison, si è gentilmente offerta di accompagnarla al liceo».
Quasi mi scappa una risata aspra per il suo tono ostile, ma la trattengo. Non mi aspetto da parte di Rhysand delle scuse per la discussione che abbiamo avuto, perciò non rimango in silenzio per l'imbarazzo o la rabbia. Lo faccio perché voglio avere il tempo di riflettere e dire la cosa giusta, per non pentirmi più tardi di non avere detto ciò che penso davvero.
Durante questa notte, ho rimuginato molto. Sulla discussione con Madison, sulle parole di Colin e sulle paura che io stessa ho dentro. E sono arrivata a una conclusione che credo sia giusta.

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Menzogna - Freya // Saga Warner
RomanceEssersi fidata di sua madre che le ha rubato più di mezzo milione di dollari, è un errore che occupa costantemente la mente di Freya Warner. Fortunatamente c'è qualcos'altro che l'aiuta a non pensarci, offuscando i suoi pensieri: Asher, il suo migli...