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Freya

Immergo il cucchiaio nella vaschetta e tiro fuori una pallina di gelato alla vaniglia. È dolce e freddo quando lo metto in bocca, rinfrescandomi la gola che negli ultimi giorni sento chiusa.

Da sei giorni, per l'esattezza. E cioè da quando io e Colin ci siamo lasciati.

Mi correggo: da quando Colin ha chiuso il nostro strano rapporto senza etichette. Non stavamo insieme, non c'era un noi, fingevamo e basta.

E poiché non c'è mai stato niente di reale tra noi, dovrei dimenticarlo facilmente. Ma Colin Went è come un virus che ti infetta e non ti lascia andare mai più, rovinandoti.

Mentirei se dicessi che non ho più pensato a lui dopo quella sera al garage. Questa mattina ho quasi pianto nella mia tazza di caffè quando ho sentito dire da Sayer che le serve un buon meccanico per la sua auto.

Ho rischiato di piangere anche venerdì al compleanno di Cameron, perché mentre le davamo i regali, mi sono ricordata della sera in cui io e Colin abbiamo cercato su Internet il regalo perfetto per i sedici anni di mia sorella.

E poi anche ieri sera, perché a cena Kyler ha nominato di sfuggita Colin durante una conversazione e io mi sono sentita morire all'istante. Ero pronta ad accasciarmi sul mio piatto per riempirlo di lacrime salate.

Essere lasciata dall'amore della tua vita, che non ricambia i tuoi sentimenti, ti fa vivere in un'amara infelicità che non ha intenzione di sparire. Vorrei chiedere ad Arwen come ha fatto ad andare avanti con la sua vita durante il periodo di lontananza da Niccolò, ma non sono pronta a ricevere domande sul mio cuore spezzato.

Non sono neanche riuscita a parlarne con Kyler, e io dico tutto a lui.

Dagli sguardi che mi lancia e dall'attenzione che ci mette per non parlare di Colin con me, ho il sospetto che il mio gemello abbia capito che tra me e il suo migliore amico sia finita.

O perlomeno, immagino che creda ci sia stato un litigio che ci ha spinto ad allontanarci per sei giorni.

Se Kyler avesse solamente un vago e piccolo sospetto che Colin mi ha spezzato il cuore fino a ridurlo in polvere, il suo amico sarebbe morto.

Perciò tengo la bocca chiusa. Dopo tutto quello che mi ha fatto, lo proteggo ancora.

Anche se non merita la mia protezione.

Non merita niente da me.

«Vi voglio tutti in soggiorno, ora».

Mi giro da Kolder che scende le scale con un foglio stropicciato in mano, nel frattempo tutti fanno come ha detto ed entrano in soggiorno. Siamo tutti a casa per il brunch della domenica, tranne Sayer ed Emerson che sono usciti presto questa mattina.

O meglio, Sayer è uscita presto.

Emerson non si vede in casa da giorni.

Faccio un cenno verso le mani di Kolder, «Cos'hai in mano?».

«È una lettera. Da parte di Emerson».

Accanto a me sul divano, Amélie aggrotta la fronte mentre succhia una caramella zuccherata alla Coca-Cola.

«Quando te l'ha data? E lui dov'è?».

«Non so dove sia. Non mi ha dato lui la lettera, l'ho trovata dentro un cassetto del mio comodino. Non volevo che Cameron la leggesse, ho aspettato che entrasse in doccia per dirvelo».

Menzogna - Freya // Saga Warner Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora