Love me like you do

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Tu sei la luce, tu sei la notte
Tu sei il colore del mio sangue
Tu sei la cura, tu sei il dolore
Tu sei l'unica cosa che voglio toccare
Non avrei mai pensato che potesse essere così importante!

Tu sei la paura di cui non mi interessa
Perché non sono mai stata così bene
Seguimi al buio
Lasciati portare oltre i nostri satelliti
Puoi vedere il mondo che ti ha portato alla vita!

Quindi amami come fai, amami come fai
Amami come fai, amami come fai
Toccami come fai, toccami come fai
Cosa stai aspettando?

Dissolvenza in entrata, dissolvenza in uscita
Sul bordo del Paradiso
Ogni centimetro della tua pelle
E' un Santo Graal che devo trovare
Solo tu puoi accendere il fuoco nel mio cuore

Sì, ti consento di impostare il ritmo
Perché non riesco a pensare come si deve
La mia testa gira,
Non riesco più a vedere le cose chiaramente
Cosa stai aspettando?

Amami come fai, amami come fai
Amami come fai, amami come fai
Toccami come fai, toccami come fai
Cosa stai aspettando?

Amami come fai, amami come fai
Amami come fai, amami come fai
Toccami come fai, toccami come fai
Cosa stai aspettando?

Ti consento di impostare il ritmo
Perché non riesco a pensare come si deve
La mia testa gira,
Non riesco più a vedere le cose chiaramente
Cosa stai aspettando?

Amami come fai, amami come fai
Amami come fai, amami come fai
Toccami come fai, toccami come fai
Cosa stai aspettando?

Amami come fai, amami come fai
Amami come fai, amami come fai
Toccami come fai, toccami come fai
Cosa stai aspettando?
Love me like you do- Ellie Goulding
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Messaggio inviato: ore 09:20
A: TestaDiMirtillo
Girasoli, sei serio?

Annusai il mazzo di fiori, gongolando come una stupida. Era venerdì mattina e mi ero svegliata trovando la composizione sul bancone della cucina. Harry ancora non si capacitava che non andassi matta per i fiori, così si era messo in mente di farmi cambiare idea. Aveva cercato su internet un fiorista nelle vicinanze e ogni venerdì un fattorino bussava alla mia porta, ma questa mattina doveva essere stato Nathan a risolvere tutto dato che non mi ero accorta di nulla.
La settimana scorsa c'erano state le fresie, quella prima le calle, quella prima ancora i papaveri.
Gli avevo detto che se proprio doveva fare una cosa del genere, preferivo che mi comprasse una scorta infinita di cioccolatini.
I fiori non si possono mangiare, il cioccolato sì!
Aveva rifiutato: non voleva essere romantico - l'idiota - ma farmi ammettere che neppure io ero immune a queste piccolezze. E un po' lo trovavo tenero... Insomma, passavo giorni a destreggiarmi per le lezioni di psicologia, sociologia, informatica forense e quant' altro - il mio indirizzo di studi era interdisciplinare, le materie era tante da confondere, alcuni giorni stilavo delle liste per riuscire a studiare tutto e ventiquattro ore sembravano non bastarmi - poi nel week-end trovavo sempre un mazzo di fiori diverso. Ma non avrei mai ceduto, per nulla al mondo.
Feci scorrere il dito sullo schermo del cellulare, accettando la chiamata in arrivo.
Allora?》 Domandò. Riuscivo a percepire il suo sorriso furbo e in sottofondo c'era il frastuono tipico del traffico newyorchese.
《Mi hanno messo di buon umore》, ammisi, aprendo il frigorifero. Presi un bicchiere, riempendolo con il succo d'arancia e mi sedetti sul bancale con le gambe penzoloni.
Ti piacciono?
《Non ho detto questo!》
Sei impossibile》, brontolò. Ridacchiai, stropicciandomi gli occhi e mi feci sfuggire uno sbadiglio.
《Continua a provarci, mai dire mai.》
Che ne pensi delle ortensie?
《Hanno un nome di merda!》
Scoppiò a ridere. 《Peonie?
《Non so neppure che forma o odore abbiano.》
Camelie?
《Mmm...》
Anemoni?
《Mmm...》
Ciclamini?
《Mmm...》
Proprio nulla?
Ci pensai su e sorrisi. 《I non ti scordar di me. Quei fiorellini color cobalto che crescevano sui graticci di Martha's House. Ricordi? Quelli mi piacciono. I gelsomini e la lavanda, anche.》
La camera da letto del cottage odorava di gelsomino e lavanda》, affermò. 《Ti manca?
《È casa nostra, Harry.》
Sospirò pesantemente. 《Tu... Che devo fare con te?
《Perché?》
Dici cose sconvolgenti con lo stesso tono con cui leggeresti la lista della spesa.
Sogghignai. 《Ed è un male?》 Non sarebbero mai esistite parole a sufficienza per descrivere cosa provavo per lui. Era una sensazione tra la gioia pura e il dolore - ancora mi chiedevo come fossi riuscita a mantenere la sanità mentale - e mi inebetiva. Tra noi due era lui quello più propenso alle dimostrazioni d'affetto, soprattutto in pubblico. E allora - dato che se eravamo faccia a faccia mi intimidivo - preferivo usare il cellulare per dirgli tutte quelle piccole cose che ero certa gli avrebbero strappato un sorriso.
La distanza lo rendeva insicuro, volevo fare di tutto per tranquillizzarlo e se dovevo usare le smancerie che gli piacevano tanto, lo accettavo.
No, lo fai sembrare naturale.
《Non dirmi che sei arrossito!》
Non prendermi in giro》, si lagnò. Alzai gli occhi al cielo pensando che sarebbe rimasto per sempre un bambino con quel suo broncio che accentuava le labbra carnose.
《Vorrei fossi qui...》
Anch'io...
La porta d'ingresso sbattè e poco dopo comparve Nathan con due bicchieri di caffè d'asporto e una confezione di donuts.
《Ehi, adesso devo andare. Ci sentiamo stasera?》
Buona giornata, piccola.
Chiusi la chiamata e infilai il cellulare nella tasca della felpa. Lo stomaco brontolò e battei le mani come una bambina.
《Lo stronzetto?》 Chiese. Sbuffai, addentando la ciambella.
《Non chiamarlo così!》
《Perché?》
《Nate...》
《Cosa c'è, sorellina?》 Ammiccò, sorseggiando il suo caffè. Gli tirai un pezzetto di dolce.
《Credi ci caschi?》 Gli chiesi, divertita dal suo atteggiamento altezzoso.
《A cosa?》
Gli indicai il mazzo di girasoli. 《Hai aperto al fattorino, sapendo che erano da parte sua.》
Fece spallucce. 《E con questo?》
《A te piace Harry, solo che non lo vuoi ammettere.》
《Non dire cazzate! Non è così ma lui ti ama, ti sopporta - e non è una cosa da tutti, probabilmente i suoi capelli diventeranno bianchi prima dei quarantanni - e ti fa sorridere.》
《Oh, Nathan! Se avessi tenuto per te la parte dei capelli bianchi, sarebbe stato un discorso carino.》
Rise, arraffando un altro donut e scrollò la testa come a sistemare il ciuffo sulla testa. Quando lo faceva sembrava un fighetto da strapazzo e mi ricordava che i suoi capelli erano morbidissimi e i miei normali.
Il campanello di casa trillò, interrompendo il suo tentativo di parlare.
《Aspettavi qualcuno, Viv?》
《No, tu?》
《Sono le dieci del mattino, tutti sanno di non venire a quest'ora...》
Casa nostra era aperta dalle dodici in poi. Raggiunsi l'ingresso e rimasi senza fiato. Quei dread scuri li avrei riconosciuti ovunque.
《Kar...》
Incastro gli occhiali da sole tra i capelli e mi fissò. Non aveva una bella cera eppure sorrise, anche se era forzato e non raggiungeva gli occhi, forse me ne avrebbe parlato in seguito. Funzionava così tra noi, non chiedevamo. Mi scostai per farla entrare e gettò uno zainetto ai suoi piedi.
《Stasera ti va di andare a una festa? A proposito rimango fino a domenica sera.》 Anche Nathan si bloccò e mi fece una domanda muta. Cattivo umore, mimai. Sgranò gli occhi e un attimo dopo sfilò un girasole dalla composizione, si gettò in ginocchio e avanzò verso la mia amica mentre lei indietreggiava, imbarazzata. Guardai la scena, divertita, poggiandomi a una parete e sorseggiando il caffè. Quei due erano uno spasso: Karine lo teneva a distanza e Nathan la infastidiva come un bambino dispettoso, ma si volevano bene.

Non pensarci, mia cara,
Non pianger più:
a sospirare impara,
e di non tornare, diglielo tu!

Dolcezza mia, non impallidire,
Non mostrare il volto triste e sconsolato:
Oppure, se vuoi, spargi pure una lacrima - se n'è andato -
Si, certo, era nato per morire!

Ancora cosi pallida? Piangi pure, allora, a profusione,
Che le lacrime tue conterò nel sentire:
Saranno per te una benedizione
Negli anni a venire!

Vedi? A lasciato i tuoi occhi più sfavillanti
d'un soleggiato ruscello,
e le tue melodie sussurranti
Son ancora più dolci di quello!

Pure, poiché lacrime e pianto son seguaci
Delle gioie fuggenti,
Insieme piangiamo: ma le note dolenti
Del rimpianto intrecciate sian di baci.

Sputai il caffè e scoppiai in una risata appena Nathan tacque dopo aver decantato la poesia. Karine lo studiò come fosse un alieno, eppure - anche se trattenne il sorriso - nei suoi occhi sparì la tristezza. Ecco il fascino di Nathan: la simpatia mischiata alla dolcezza.
《Shakespeare?》
《John Keats. "Non pensarci, mia cara".》
Karine inarcò le sopracciglia. 《Nate, ti ho detto un centinaio di volte di non sballarti di mattina. Devi fumare di sera così dormi profondamente》, dichiarò.
Mi fratello ridacchiò. 《Non importa.》
《Se lo dici tu... Comunque in questi giorni mi prendo il tuo letto, poeta da strapazzo.》

Mi feci convincere ad andare a una festa, in fin dei conti c'era Karine. Entrambi si ubriacarono e ovviamente fui io a riportarli a casa sani e salvi.
Nathan sprofondò sul divano senza neanche togliersi le scarpe e Karine si tolse il top prima di entrare nella mia stanza per rubarmi un pigiama. La vidi spostarsi i capelli dal viso in modo goffo e traballare sulle zeppe alte. Non fiatai mentre mi sfilavo i tacchi e abbassavo la cerniera del vestito. Si spogliò e mi fissò con quei grandi occhi scuri.
《Stavo con uno stronzo che voleva riprenderci mentre lo facevamo, a mia insaputa》, biascicò. Ebbi un tuffo al cuore e mi arrabbiai.
《C'è riuscito?》 Mormorai, apprensiva. Scosse il capo, fingendosi indifferente.
《Mi sono accorta in tempo che la webcam era accesa.》
《Che bastardo!》
《Bé... gli ho distrutto il computer, i cd e tutto quello che mi è capitato sottomano》, ghignò. Risi. 《Ben fatto!》 Mi congratulai, indossando una t-shirt.
《Lo so》, ammiccò. 《È che...》
《Credevi fosse un bravo ragazzo》, intuii.
《Già ma non possiamo essere tutti come Harry e Viv, giusto?》
《Kar》, la ripresi, un po' a disagio. Prendere a esempio Harry e me era un suicidio, davvero. Era come muoversi nelle sabbie mobili, finivi per affondare.
《Sì, lo so, ho bevuto e mi sto deprimendo. Me la farò passare...》

Messaggio inviato: ore 04:10
A: TestaDiMirtillo
Credo... credo di aver visto Nate e Karine baciarsi!
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Nate e Karine... Cosa pensate di loro???
Votate!!!

Raccolta One-Shot |Fil rouge #1.5|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora