Hold me now

4.4K 183 9
                                    

Mi addormento al pensiero di casa
Quando le onde si infrangono
L'unico posto che conosco da sempre
Ora il futuro mi possiede

Vedo il fuoco nel cielo
Lo vedo tutto intorno a me
Ho detto che il passato è morto
La vita che ho avuto è passata

Ho detto che non mi arrendo
Fino a quando vedrò il sole

Stringimi ora
Finché la paura non va via
Sto respirando appena

Mi sveglio e mi lascio andare
Al suono degli angeli
Sono vivo o solo un fantasma?
Perseguitato dai miei dolori

La speranza mi scivola via dalle mani
La gravità sta prendendo piede

Ho detto che non ho paura
Che sono abbastanza coraggioso
Io non mi arrendo
Fino a quando vedrò il sole

Stringimi ora
Finché la paura non va via
Sto respirando appena

gridando
Queste ali stanche stanno cedendo
Ho bisogno che tu mi prenda

Perché io brucio
Perché mi spezzo
Io non ce la faccio più

Ritorno al luogo dove
Dove l'acqua si estende su ogni cosa
Mi è in qualche modo d'aiuto

Stringimi ora
Finché la paura non va via
Sto respirando appena

Gridando
Queste ali stanche stanno cedendo
Ho bisogno che tu mi prenda

Stringimi ora
Finché la paura non va via
Sto respirando appena
Hold me now- Red
-----------------------------------------
Sospirai, poggiando i gomiti sulle gambe e le dita tra i capelli. Li tirai con forza, sperando di avere il coraggio di parlare. Da mezz'ora ero seduta sul divano nello studio di Kenneth, ero arrivata così trafelata che quando aveva visto la mia espressione lugubre non aveva aperto bocca. Sapevo di dover iniziare, in fin dei conti la terapia mi costava una piccola fortuna. Chiusi gli occhi rivivendo quelle immagini che si ripetevano nella mia testa. Il solo pensarci mi trasformava in un fascio di nervi con le mani tremanti.
《Ultimamente faccio dei sogni strani》, proruppi. La voce era poco più che un sussurro e facevo di tutto per non guardarlo negli occhi. Eppure sapevo che era nella sua poltrona di ecopelle bordeaux, con gli occhiali da vista calati sul ponte del naso e una penna tra le mani.
《Incubi?》
《Sì.》
《Riguardano Marcus? Sono tornati ad essere frequenti?》 Adesso avevo tutta la sua attenzione e dal rumore che fece la seduta intuii che si fosse proteso in avanti. Deglutii a vuoto, sfilando la felpa: l'ansia mi faceva sembrare quella stanza un forno.
《No, quelli sono sporadici.》
Ma continuano a esserci, ancora...
《Riesci a ricordarli o ti lasciano addosso un senso di spossatezza?》
《Sono vividi, tanto da che riesco a percepire gli odori e...》 La voce mi si spezzò e iniziai a respirare affannosamente.
《Niente panico, Vivienne》, consigliò. Quasi sorrisi, rammentando l'attacco di panico che ebbi - più di un anno prima - sotto i suoi occhi. Era accaduto durante le prime sedute, provavo una forte antipatia per lui e avevo l'impressione che volesse cavarmi le parole di bocca. Ero andata in tilt e a un tratto aveva gridato di stringermi in me stessa, come un riccio. Lo avevo ascoltato di malavoglia perché gli attacchi di panico erano ben peggiori. Spaventosi. Come se tutto scappasse al tuo controllo, quando l'unica cosa che volevi era essere padrona di te stessa; credevi di morire, desideravi fuggire dalla tua stessa pelle ma eri bloccata nell'impotenza che ti mangiava dentro.
Quando gli chiesi come diamine sapeva che mi sarei calmata, aveva iniziato una spiegazione scientifica sul fatto che comprimere un corpo rilassava il sistema nervoso.
《Chiudi gli occhi, inspira e respira lentamente e pensa a qualcosa che ti rende felice.》
Il cottage. Harry. Quando mi alzavo col profumo dei pancake e lui era in cucina con un sorriso tutto fossette.
《Quando mi sveglio... dò di stomaco》, ammisi, quando riacquistai un po' di lucidità. La prima notte mi ero svegliata in un bagno di sudore, con la gola rauca e mentre Nathan mi scuoteva avevo vomitato sulle lenzuola, sporcandomi.
《Da quanto tempo va avanti?》 Chiese, mentre sentivo la biro scorrere sul foglio.
《Qualche settimana...》
《Perché non hai voluto parlarne?》
Li odiavo tutti i suoi "perché" quando ero agitata. Mi strinsi nelle spalle.
《Pensavo fosse passeggero》, mentii. In realtà avevo paura che arrivasse alla conclusione che avessi la mente malata e questa volta non potevo incolpare Marcus. Psicologia era una delle materie che studiavo ma era diverso leggere dei libri dall'affrontare una seduta.
《Cosa sogni?》
Sospirai, sfregando le mani contro i jeans e senza nessun preavviso percepii le lacrime incombere ma non permisi loro di scendere.
《Harry... La sua morte.》
La sua espressione rimase imperturbabile.
《E cosa succede?》
《C'è sangue, ne sento il tanfo, non posso muovermi e lui non riesce a sentirmi. È inerme con gli occhi privi di vita mentre mi dispero.》 Entrambi in una stanza, la puzza di morte di cui ero riuscita a liberarmi, le mie grida... La nausea si ripresentò e strinsi i pugni per non avere reazioni strane.
《Sempre lo stesso incubo?》
Annuii. 《Cosa c'è di sbagliato in me se sogno il mio ragazzo morto? È un brutto segno, vero?》
《Un brutto segno?》
《Sì! Che andrà male, molto male, che è da stupidi sperare...》
《Non c'entrano niente le facoltà precognitive, Vivienne. Hai paura che Harry ti lasci.》
Scossi il capo. 《No, lui mi ama... Potrei essere anche un mostro senza cuore ma non mi lascerà perché mi ama. Vero?》
O potrebbe mollare perché in fin dei conti sono una rompiballe che vive a chilometri la distanza.
《Non sono nella testa di Harry, Vivienne, ma da quello che mi hai raccontato ha dei seri progetti per voi due.》
《Lui vuole delle cose, credo... credo che alla sua età anch'io le vorrei, smettendo di fare la ragazzina.》
《Delle cose?》
《Figli.》 Rabbrividii e asciugai i palmi sudati sui pantaloni.
《E tu non vuoi figli?》
《No... Sì! Non ora, molto dopo la laurea quando potrò permettermi di rimanere...》
《Per cui volete le stesse cose.》
《Ho l'impressione che lui le desideri adesso. E se non potesse aspettarmi?》
《Aspettarti come tu hai fatto con lui?》 Disse, retorico. Feci una smorfia, torturandomi le unghia.
《Hai passato così tanto tempo a tormentarti e ora che stai relativamente bene, vuoi trovare qualcosa che non va.》
《Sogno che muore! A questo punto sono arrivata?》
《Vivienne è piuttosto facile da interpretare. Non significa che speri che muoia; sei spaventata dalla possibilità che finisca tra voi due e dal non poter fare nulla. Sai a cosa è dovuto il senso di impotenza.》
Quando lui mi picchiava e non riuscivo a ribellarmi.
Annuii. Alcuni punti deboli sarebbero rimasti per sempre. 《Certe volte dico a me stessa di godermi ogni istante perché non durerà.》
È troppo bello per essere vero.
《Non è sbagliato, Vivienne, almeno la prima parte. Tuttavia se vivi ogni momento perché hai paura ti consumerai.》
《Lo so ma non posso farne a meno. Sono troppo felice, capisce?》
《Va bene, valutiamo ogni evenienza. Come la prenderesti se vi lasciaste?》
Fu come una frustrata. Eppure raddrizzai la schiena.
《La mia vita sarebbe come avrebbe dovuto essere prima che lui vi entrasse》, dissi, glissando la sua domanda. 《Potrei vivere, sa? Senza di lui, intendo. Non si muore d'amore. Riuscirei ad andare avanti ma non mi piacerebbe. Non voglio una vita in cui lui non c'è.》
Non è questo che conta? La volontà?
Ricordavo quando mesi prima la consapevolezza che Harry mi amasse, mi aveva colpito dritto allo stomaco. Kenneth continuava a pungolarmi.
"Perché non puoi essere amata?" Me lo chiedeva a intervalli regolari per smuovermi dal silenzio.
"Perché non puoi essere amata?"
"Non mi ha amato quando ero sana, perché dovrebbe ora che sono un disastro? Chi ama un mucchio di problemi racchiusi in un corpo?"
"La tua famiglia ti ama, stravede per te."
"È la mia famiglia. Deve amarmi a prescindere."
"Tua madre e Harry ti hanno influenzato talmente tanto che credi di non essere abbastanza, meritevole di essere amata soprattutto da lui."
"Non ho problemi d' autostima!"
"Pensi di essere bella dentro quanto fuori?"
"No." Lyssa aveva iniziato l'opera, Harry aveva alimento quella piccola scintilla e Marcus aveva dato il colpo di grazia. Ero sentimentalmente compromessa. E, in quei mesi, l'unico che riuscissi a odiare era Harry. Oltre a disprezzare me stessa per amarlo nonostante tutto.
"Per cui questo ragazzo è superficiale, che ha voluto divertirsi."
"No, lui non è così! Non pensa che io sia solo un bel corpo."
"Allora perché non può amarti, Vivienne. Delle due una. È un doppiogiochista o ti ama davvero?"
"Ne è convinto ma non è così?"
"È un uomo adulto, nel pieno delle sue capacità mentali. Hai mai pensato che Harry sia solo un inguaribile ottimista che crede nell'amore anziché sentimentalmente instabile?"
Nonostante tutto e i grandi passi in avanti stavo ancora lavorando sull'amare me stessa. Se mi fossi amata abbastanza non avrei mai permesso a Marcus di farmi una cosa del genere; avrei chiesto aiuto e non ci sarebbe stato motivo di salvarmi.
Eppure, certe volte mi chiedevo come sarebbe andata se Marcus non mi avesse preso di mira, se non fossi tornata a Blacksburg.
Adesso avrei una relazione con il ragazzo migliore del mondo?
《Vivienne, sei una persona dell'intelligenza acuta ma hai un rapporto conflittuale con te stessa. Quando vieni ferita, sei spaventata o non detieni il controllo, reagisci facendoti altro male. Paradossalmente è il tuo modo di andare avanti.》
《Non avevo superato l' autolesionismo?》
《È il tuo tentativo di rimanere con i piedi terra.》
《In pratica non mi piace essere felice.》
《No, dimostra che sei molto sensibile.》
Pronto? Stiamo parlando di me!
《Sei realista, non vuoi essere felice ma serena.》
《È cinico!》
《Non scambiare il cinismo con la maturità. Hai subito un trauma...》
Disturbo post traumatico da stress. Come dimenticarlo.
《... che ha fatto rivedere le tue priorità. Hai vissuto sulla pelle quanto possa essere effimera la vita. Non pretendi la felicità ma la serenità e hai paura che non avrai neppure quest'ultima, per questo gli incubi.》
Finirà mai?
《Per cui non lo voglio morto?》 Domandai, in tono leggero.
《No.》
《Cosa dovrei fare?》
《Parlane con lui.》
《Oh, certo! "Sai Harry, ti ho sognato mentre eri in un bagno di sangue. Cose che succedono, a proposito ti amo."》
Rise, scuotendo il capo. 《Perché no?》
《Mi prende in giro?》
《No. A sentire te, Harry è insicuro ma non si tira indietro nel mostrare i suoi timori. Adotta la sua stessa tecnica.》
Tormento è il mio secondo nome, non il suo.

Messaggio inviato: ore 17:03
A: TestaDiMirtillo
Che magari la felicità non esiste, ma esisti tu e mi basta...
---------------------------------
Le paure di Viv difficilmente andranno via.
L'incubo peggiore che avete fatto? Io potrei stare qui a elencarvi tutti i miei sogni raccapriccianti, ne faccio tanti. L'ultima volta che ho dormito a casa della mia migliore amica, mi sono svegliata a causa di un incubo. Quando ho cercato di riaddormentarmi, ho capito che dovevo fare la pipì e cavolo, casa sua di notte mi terrorizza. Troppo grande, troppo buia, sembra che gli interruttori della luce cambino posto... Siccome me la stavo per fare addosso e la mia amica non si svegliava neanche con le cannonate, nell'angolo della stanza ho trovato il bastone appendiabiti, avete presente? Immaginatevi una me mezza addormentata, che si muoveva al buio come se avesse qualcosa ficcato su per il culo (causa pipì notturna e fottuta paura, non pensate male). Per cui arrivo in bagno e un minuto dopo percepisco qualcuno alle spalle. Mi giro di scatto e Bam... colpisco il malcapitato che nella mia mente era uno gnomo malefico che voleva osservarmi mentre mi calavo le mutande e poi uccidermi in modo cruento.
No, non era uno gnomo ma la mia migliore amica, anche lei colpita da un attacco di pipì notturna. La morale? Io mi sono messa ad urlare come una disperata e anche lei, abbiamo svegliato tutti e per un'ora abbiamo riso anche mentre facevamo pipì a turno. Poi ho scoperto che lei urlava perché la spalla le faceva un male cane.
#RubricaDisagiate
Se siete disagiate raccontate la vostra storia hahahahhahaha

Raccolta One-Shot |Fil rouge #1.5|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora