Want to want me

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É troppo difficile dormire
Ho le lenzuola sul pavimento
nulla su di me
E non ce la faccio più
sono cento gradi
Ho un piede fuori dalla porta
dove sono le mie chiavi?
Perché devo andare

Nel retro di un taxi
Dò la mancia all'autista
andiamo in città
Ho il tuo corpo in mente
lo voglio ancora
Oh, il solo pensiero di te mi fa stare così bene
Così bene

Ragazza, tu sei quella che voglio mi desideri
E se mi vuoi, ragazza, mi avrai
Non c'è niente, no, niente che non farei
Per svegliarmi accanto a te

Apri la porta
Indossando nient'altro che un sorriso, mi sdraio sul pavimento
E mi sussurri all'orecchio, "Tesoro sono tua"
Oh il solo pensiero di te mi fa stare così bene, così bene

Ragazza, tu sei quella che voglio mi desideri
E se mi vuoi, ragazza, mi avrai
Non c'è niente, no, niente che non farei
Per svegliarmi accanto a te

Il solo pensiero di te
Mi fa stare così bene, così bene
Il solo pensiero di te
Mi fa stare così bene, così bene

Ragazza, tu sei quella che voglio mi desideri
E se mi vuoi, ragazza, mi avrai
Non c'è niente, no, niente che non farei
Per svegliarmi accanto a te
Want to want me- Jason Derulo
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Baciai per l'ennesima volta Harry, stringendomi contro il suo corpo. La stanza era piena degli sciocchi dei nostri baci, eravamo sudati e l'aria era rarefatta. Mi sembrava di essere in una fornace.
A quel punto mi scostai per guardare la parte inferiore del suo corpo. Nulla. Le avevo provate di tutti i colori. Ero talmente stupita che feci saettare lo sguardo dal viso alla vita. Non era mai capitato.
Rosso come un pomodoro dall'imbarazzo e con velocità spiazzante, mi tolse da dosso e quasi caddi per terra. Tenni fermo il lenzuolo contro il petto mentre tentavo di rimanere seria.
《Che diamine》 ansimò, a disagio. Mi morsi le labbra, provando a trovare interessante il soffitto.
Non fare la stronza, non fare la stronza...
《Harry... non preoccuparti》, lo rassicurai. Mi fissò come se avessi bestemmiato.
《Dio!》 Borbottò, scattando seduto per poi darmi le spalle. Iniziò a farfugliare qualcosa sul fatto che non ci vedessimo spesso e quando avevamo la possibilità era fuori uso. Si mise le mani tra i capelli e i gomiti contro le gambe e continuò a imprecare. L'aveva presa malissimo!
《È normale》, sussurrai. 《Vieni fuori da due giorni no stop di lavoro e-》
《Non sono un sessantenne!》
《Sei stanco! Il tuo corpo non vuole collaborare, perché non ci riposiamo un po'?》
《Non voglio dormire!》
《Bé, senza offesa, ma senza il suo appoggio non puoi fare nulla di ciò che hai in mente.》
Avevo le lacrime agli occhi per le risate che stavo trattenendo, non volevo prenderlo in giro ma era difficile.
《Infondo hai una certa età》, scherzai. Grugnii disperato.
《Potresti per favore non... Oh Dio!》
《Harry...》
《Viv, non una parola!》
《Okay》, ansimai, con voce strozzata. Mi osservò tralice, scoprendomi con una mano contro la bocca.
《Io sì che ho una ragazza gentile!》 Esclamò, sarcastico. Non riuscii più a bloccare le mie reazioni e scoppiai a ridere come una bambina. Si alzò, infilando di fretta e furia i boxer. Questa era la volta buona che mi mandava al diavolo. Quando provò ad andarsene lo tirai indietro perché tornasse sul materasso. Lo abbracciai, il torace contro la sua schiena e il viso sulla scapola.
《Scusa, scusa》, mormorai, contro la sua pelle, 《sono stata insensibile》, ammisi, ormai seria.
《Dimentico sempre che voi uomini siete suscettibili su questi argomenti.》
《Grazie tante...》
Strinsi ancor di più le braccia attorno al suo busto.
《Davvero, Harry, sai come me che può capitare》, aggiunsi, accarezzandogli il petto. 《Possono esserci mille ragioni. Troppi pensieri, la stanchezza, forse sono io...》
《Tu?》 Sbottò.
《Nah! Sono troppo carina》, risi.
《Già》, biascicò, con tono lugubre. 《Sei nuda, non ti vedo da un mese e...》
Gli baciai la spalla. 《Non farne una questione di Stato, amore, abbiamo tutto il weekend. Perché non mi parli di cosa ti stressa?》
《Nulla di importante》, bofonchiò, più rilassato.
《Insomma, tutto piatto》, mi sfuggì, 《un periodo morto》, sogghignai.
Lo strinsi più forte appena cercò di allontanarsi. 《Scusa mi è scappata》, ridacchiai. 《Ora ti dico che faremo. Possiamo andare da qualche parte dato che di venire non se ne parla...》
Si sbattè una mano sul viso. 《Mi prenderai in giro per sempre, non è così?》
《È dura fermarmi》, squttii, divertita, rigirando il dito nella piaga.
《Dio!》 Borbottò.
Che stupida.
《Okay, basta! Ora mi comporto da adulta》, imposi. 《Dormirai un po', una volta sveglio farai una doccia e ti assicuro che dopo sarai come nuovo.》
《Okay...》
Gli scompigliai i capelli e posai la bocca sulla sua guancia. 《Bravo ragazzo!》 Esultai. Mi alzai, raccattando il mio maglione largo e le culotte. Provai a sistemare il mio aspetto di fronte allo specchio sopra la cassettiera. Dal riflesso, vedevo i suoi occhi puntati sulla mia figura. Sorrisi ammiccante.
《Non guardarmi così》, sussurrai.
《Così come?》
Come fossi tutta la tua vita.
Lo raggiunsi, sedendomi sulle sue gambe, toccando con le ginocchia il materasso. Mi piaceva il suo letto, era basso e in stile giapponese.
《Lo sai》, affermai. Sfregai la bocca sulla sua e sorrise contro le mie labbra. Mi piaceva da matti quando sorrideva tra un bacio e un altro.
Dato che io non avevo neanche un pizzico di sonno quando si sdraiò, poggiando la testa sulla mia pancia, presi l' IPad con gli appunti delle lezioni universitarie. Si addormentò poco dopo, mentre giocava col contorno del piercing che si intravedeva dal maglione e gli massaggiavo la testa.
Ero venuta la sera prima ma non lo avevo incontrato fino alle due del mattino, mi aveva trovato addormentata tra le lenzuola. Da circa un mese i suoi orari erano assurdi: era impegnato con un albergo a un passo dalla bancarotta e quando rientrava a casa rimaneva ore a sviluppare strategie.

Sussultai, aprendo gli occhi. Harry non era più su di me. Giurai a me stessa che se lo avessi scoperto a lavorare, lo avrei ucciso. E il suo laptop avrebbe fatto una bruttissima fine. Karine e la sua ossessione per la distruzione mi stava contagiando.
Quando uscii dalla stanza, mi resi conto del rumore della doccia. Sorrisi, entrando in bagno. Spalancai l'anta del box, spaventandolo e mi sedetti sul ripiano accanto al lavandino.
Aggrottò la fronte, confuso. 《Che fai?》
《Ti guardo》, dichiarai, maliziosa. Ed era la verità. Non mi sarei persa lo spettacolo per nulla al mondo. Si imbarazzò solo per un istante, poi scrollò le spalle e riprese a lavarsi i capelli. Eppure ero certa che fosse compiaciuto e quel sorriso mezzo trattenuto ne era la prova.
《Come stai?》
《Non voglio parlarne...》
《Andiamo, Harry!》 Ridacchiai. 《Sono io, Vivienne. Stiamo insieme, amore. E hai assistito a molti momenti imbarazzanti della mia vita.》
Mi ignorò. Il piccolo tradimento del suo corpo aveva ferito il suo orgoglio da uomo.
Si avvolse un asciugamano attorno alla vita e si comportò come se non ci fossi. Iniziavo a infastidirmi.
《Possiamo dimenticare le ultime ore?》 Provai, stringendo i denti. Odiavo trasformarmi in uno zerbino.
《Vieni qui, per favore》, continuai, afferrandogli il polso. Appena fu tra le mie gambe, presi un altro telo e iniziai a tamponargli i capelli gocciolanti. Restammo in silenzio. Era frustrato, stressato, voleva litigare e io di certo non ero un tipo che si tirava indietro ma mi contenevo. Di solito ero io quella in vena di discussioni.
《Adesso sono asciutti》, constatai, riavviandogli una ciocca dietro l'orecchio.
Sei l'uomo migliore che conosca, non mi importa del resto.
Harry e io eravamo passionali, talvolta al limite dell'irruenza perché non ci curavamo di dove mettessero i piedi, ma la nostra relazione non gravitava sulla camera da letto. Prima ci eravamo amati - anche se non lo sapevo - e poi avevamo conosciuto quel lato di un rapporto. Harry era in grado di farmi sentire nuda più con uno sguardo che quando mi toglieva i vestiti. Conosceva le mie paure, le debolezze, le abitudini. Tutto.
E poi, dal nulla, mi baciò la spalla lasciata scoperta dal maglione. Si spostò lungo la clavicola e il collo fino ad arrivare alla bocca.
Forse gli è passata.
《Ho fatto l'idiota.》
《Già...》
《Posso farmi perdonare?》
《Hai qualche idea?》
Spinse i fianchi contro i miei. Sgranai gli occhi, presa alla sprovvista, scoppiando a ridere.
《Oh... Bentornato!》
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SPERO DI NON ESSERE STATA VOLGARE!
Okay, di solito scrivo One-Shot più ""serie"".
Spero di avervi divertito e di aver sfatato il mito degli uomini "sempre pronti".
Voi come avreste reagito al posto di Viv??? Io, onestamente, essendo la persona elegante e sensibile che sono... Me la sarei fatta addosso dalle risate, immaginatevi qualcosa di indistinto che rotola su un pavimento tenendosi la pancia... Sì, quella sono io!
Ps: Adoro questa canzone, ogni volta che l'ascolto mi fa venir voglia di ballare.

Raccolta One-Shot |Fil rouge #1.5|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora