Al centro del salotto c'era un uomo alto due metri, con muscoli delineati in parti del corpo che Hazel non sapeva nemmeno fossero fatte in quel modo, visibili attraverso la tunica fatta di fili di stoffa che lasciavano scoperta gran parte del suo busto. La pelle nera come l'ebano riluceva di sfumature argentate sotto la luce, facendo di lui una specie di divinità antica.
Ma non era l'aspetto imponente a rendere l'uomo degno del più totale sconvolgimento da parte di Hazel.
Erano le sue... ali.Hazel sbatté gli occhi più e più volte, convinta che si stessero prendendo gioco di lei; senz'altro, da come rideva, Aidan sembrava trovare piuttosto divertente l'espressione da ebete che lei aveva assunto.
Però, erano proprio ali. Ne vedeva alla perfezione la cartilagine e le piume dalle sfumature marroni e bianche, come quelle di un'aquila. Era incredibile come riuscisse a entrare per intero nel salotto e le dispiacque un sacco non essere stata presente quando l'avevano fatto entrare dalla porta.
L'uomo abbracciò Kaya, che non diede alcun segno di sorpresa riguardo alle ali che erano praticamente attaccate alla sua schiena.
Oh. Santi.
Come se non bastasse lo sgomento, l'uomo scosse le piume e contrasse le braccia quel tanto che bastò a Hazel per intravedere la stella a dieci punte tatuata in mezzo alle scapole, poco sopra l'attaccatura delle ali.
Quando si lasciarono, venne a salutare Aidan, poi i suoi intensi occhi dorati si posarono su di lei e sorrise scoprendo denti bianchissimi. «Tu devi essere Hazel» disse con un accento strascicato che lei non aveva mai sentito, poi le porse la mano, ricordandole il suo nome nel mezzo dello shock. «Io sono Arees.»
Qualcuno, forse Aidan, le diede una leggera gomitata nello stomaco. Hazel si scosse. «Oh, sì, è un piacere.»
Si vergognò dei tremori nella propria voce, ma Arees sorride gentile, le prese la mano e le diede un bacio sul dorso. «Tuo nonno mi ha molto parlato di te, sei un genietto eh?»
Hazel sbatté le ciglia, e decise di averne abbastanza. «Tu hai le ali.»
La faccia che fece Arees sembrò persino più sorpresa della sua. «Non te l'hanno detto?»
«A quanto pare hanno pensato che fosse più divertente che lo scoprissi da sola.»«Gli abitanti di Yossaria sono tutti così» intervenne Kaya.
«Hanno tutti le ali?»
Arees scoppiò a ridere come se avesse appena detto una follia. «No, no, ma tutti hanno una particolare affinità con un animale.»
Kaya convenne annuendo. «I popoli di Yossaria discendono da una stirpe la cui magia è fusa con la terra. Non è etere, ma qualcosa di diverso, primitivo.»
«Non ci siamo mai fatti fregare dagli uomini del nord ovest e dalle loro macchinazioni» Arees le fece l'occhiolino. «Siamo in simbiosi con i doni che la natura ci ha offerto.»Hazel sbatté le ciglia più volte. A quel punto, se le avessero detto che oltre il mare a ovest ci fossero draghi e sirene ci avrebbe creduto. Insomma... ali.
Aidan le strinse una spalla e Arees avanzò appena, scuotendo le piume come per dimostrare che fosse tutto vero e non un costume.«Scusa, ma non sapevi di Yossaria?»
Lei scosse la testa. «Credevo fossero... Eufemismi.»
«Ma è una conoscenza troppo diffusa. Dove hai vissuto per tutto questo tempo, sotto a un sasso?»
Hazel si chiuse nelle spalle. «Più o meno» si passò la mano tra i capelli, mentre lo sgomento passava e lasciava il posto all'accettazione. «Sono stata in Accademia a pensare più alle scienze che alla magia.»Bene. Doveva inserire tra le sue letture qualcosa che riguardasse Yossaria e i suoi abitanti, di sicuro Josh aveva qualcosa che facesse al caso suo.
Dei passi pesanti e veloci risuonarono per le scale.
Mabel comparve sull'ultimo gradino e si fermò, i capelli soffici erano scompigliati sul suo viso magro e dolce, gli occhi le si riempirono di lacrime salate nel momento in cui schiuse la bocca.Arees la fissò con lo stesso trasporto. «Mi chiedevo perché non fossi ancora qui, cerilea» fece, poi aprì le braccia.
Mabel allargò il sorriso e mimò il suo nome con le labbra, senza voce, poi si fiondò nell'abbraccio dell'uomo che la sollevò dal suolo con una facilità spaventosa.Brianna era in disparte a guardare la scena con occhi nostalgici e lucidi. Hazel distolse lo sguardo quando la donna si rese conto di essere osservata, in qualche modo e per qualche ragione che Hazel ignorava, quello era un momento privato.
Tirò la maglietta di Aidan, ma lui non si mosse perché Bree li stava già raggiungendo mentre Mabel gesticolava frenetica, come per raccontare ad Arees tutto quello che si era perso.
Hazel rivolse a Bree un sorrisetto imbarazzato. «Sono molto amici?» chiese indicando i due con un cenno del mento.
Bree sprofondò sul divanetto in modo fiacco e batté la mano sul posto libero accanto a lei, quindi Hazel si sedette.«È stato Arees, anni fa, a trovare Mabel e a portarla qui» spiegò la donna.
Hazel incrociò le sopracciglia. «Trovare?»
Brianna si passò una mano nel ciuffo rosso e si mise più comoda, un gesto che preannunciò ad Hazel l'inizio di una storia. Dalle nebbie che oscurarono il viso pieno di Bree, il racconto non si prospettava leggero.«Mabel era una ballerina da adolescente e sono sicura che fosse eccezionale» iniziò la moglie, piena d'orgoglio. «Sua madre era di Ental, il padre veniva dal nord, uno dei pochi e rari uomini libero del matriarcato di Eiswal. Entrambi erano benestanti» sospirò. «Entrambi erano maghi.»
Hazel abbassò gli occhi. I dríag non erano stati clementi con la famiglia di Mabel; quante altre bambine sarebbero diventate orfane come lei se Hazel non si fosse macchiata le mani del sangue di Vasilis Volkov?
Quanto, del peso che si portava addosso, era effettivamente una pena?«Mabel aveva appena dieci anni quando Ental bandì la magia, e cercò rifugio a nord dalla Matriarca di Eiswal» riprese Bree, il tono più duro. «Mabel danzava per lei e per i suoi ospiti. Almeno, fino a quando la Matriarca scoprì i suoi poteri magici.»
Le ali di Arees ebbero uno spasmo, come se fino a quel momento avesse seguito tutta la conversazione e non riuscisse più a trattenere reazioni a quel racconto.
«C'è una cosa che non sai di Mabel» Bree si chinò di più verso Hazel, abbassò la voce non come quando si rivela un segreto, ma come se temesse di pronunciare le parole seguenti. «Se lei recitasse ad alta voce una parte delle visioni che ha, quel futuro si avverrebbe.»Hazel schiuse le labbra.
Merda.
Un potere così immenso e terribile in una ragazza tanto gentile, orfana di famiglia e all'epoca anche molto giovane. Hazel guardò Mabel, la vita che esplodeva da lei mentre raccontava ad Arees tutto quello che si era perso e sorrise. Quanta sofferenza c'era dietro la sua dolcezza?Brianna le risolse ogni dubbio. «La Matriarca seppe sfruttare questo potere a proprio vantaggio, fece di Mabel una prima ballerina di fama mondiale, la mandò in giro per il mondo a esibirsi e stringere le mani dei potenti.»
Hazel annuì, collegando i puntini. «Per guardare il loro futuro.»
«E fare avverare la disfatta dei nemici di Eiswal.»
«Cos'è successo?»
Bree inspirò e si tirò le ginocchia al petto. «La Matriarca commise un errore. La toccò per sbaglio.»
«E Mable vide la sua fine» azzardò Hazel.
Bree annuì, le dita che scavavano nella stoffa dei pantaloni per tenere a bada una rabbia troppo violenta. «Per questo la Matriarca le fece tagliare la lingua e la gettò per strada.»Hazel si paralizzò.
Eiswal, la regione che più era aperta al cambiamento scientifico, alla tecnologia e all'industria, il posto che Hazel aveva scelto per intraprendere i primi passi da Costruttrice se la vita non l'avesse messa sulla strada di Séiros, era governato da una donna infima.Non l'avrebbe mai detto, a lungo aveva idealizzato quella terra fra le montagne, tanto strana quanto misteriosa e all'improvviso l'ennesima sua idea era crollata sotto le verità tremende che erano taciute al popolo.
Bree la staccò dai pensieri in corsa con un sospiro più leggero. «Arees la trovò, la tenne con sé la guarì e le insegnò il linguaggio dei segni universale» gli occhi marroni della donna accarezzarono la figura di sua moglie e si riempirono d'orgoglio e tenerezza. «Poi la portò qui. Da me. Affidò a me la sua cerilea.»
Hazel aveva già sentito quella parola. Era il modo in cui Arees aveva chiamato Mabel appena l'aveva rivista. «Che significa?»
«È il nome di un fiore di Yossaria. Le cerilee nascono e vivono tra pietre e aridità. Delicate all'apparenza, ma con radici indistruttibili.»
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Nethereal, Vol. 2 - L'Ordine del Caos
FantasyLEGGERE I WARN A FINE TRAMA [COMPLETA] È passato un anno da quando Hazel Crislain si è unita a Séiros, la Casa della Magia, un anno da quando la minaccia dei dríag, gli assassini dei maghi, è stata eliminata. La sua vita sembra aver preso ormai una...