Capitolo 34

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Aidan aveva l'anima spaccata a metà. Una parte era silenziosa, distrutta e l'altra era fuori controllo.

Da quando era a casa di Hazel non aveva più avuto episodi di follia, ma sentiva che c'era un potere dormiente sotto la propria pelle, uno che non sopportava la vicinanza di Hazel e che allo stesso tempo se ne nutriva come un uomo a lungo lasciato a morire di fame.

Non ricordava niente di quello che era successo, ma i segni erano lì, proprio davanti a lui, sulle spalle di Hazel, prossimi al suo collo.

Lei era uscita dal bagno da poco, i capelli erano ancora bagnati e le gocce le cadevano sulla schiena fino a sparire nel bordo dell'asciugamano che l'avvolgeva, troppo corto e così facile da sfilare.

Lei forse non si era nemmeno resa conto che Aidan la stesse guardando, appoggiato alla cornice della porta fin da quando aveva sentito i suoi passi scivolare in camera da letto e le sue mani aprire le ante dell'armadio.

Quattro giorni di allenamento non lo avevano sfinito abbastanza da dimenticarsi della gabbia, ed Hazel ogni notte non lo aveva stretto al punto da rimuovere il brutto ricordo dello sguardo impaurito e severo di Lucian.
Lei gli somigliava molto.
Se non fosse stato per gli occhi violetti, Hazel avrebbe potuto essere perfino la sua copia femminile in miniatura.
E guardare quel viso bellissimo, ma terribilmente simile a quello dell'uomo che non si fidava più di lui lo metteva a disagio.

Ma adesso che i suoi occhi si erano posati su tutto il male che le aveva fatto, Aidan desiderava solo stringerla.

Lei aveva sofferto più di tutti a causa sua, eppure era lì a risollevarlo dalle ceneri della sua perdizione. Non ci aveva pensato due volte a farlo uscire da quella cella in cui sarebbe rimasto per tutto il tempo necessario, lei gli aveva dato una speranza che pensava impossibile e che forse non meritava.

Aidan era scalzo, negli ultimi giorni il suo corpo era troppo caldo e i vestiti erano insopportabili, per cui quando entrò in camera da letto lei non lo sentì arrivare.

Le fu così vicino che sentiva il fresco dei suoi capelli bagnati sulla pelle, quindi sollevò una mano e li prese in un pugno.
Hazel saltò sul posto. «Aidan» mormorò, «mi hai spaventata.»
Lui chiuse gli occhi, beandosi della freschezza di Hazel. La sentì rabbrividire sotto le dita quando con una lentezza infinita le accarezzò i segni delle ustioni. «Ti fanno male?»
Lei si rilassò un attimo dopo. «Non le sento nemmeno più.»

Ma lui sì, invece, sentiva solchi e avvallamenti di pelle morbida sotto le dita mentre le accarezzava le spalle e il collo.

Hazel spostò il peso da un piede all'altro, il suo cuore accelerò di colpo, in risposta a quelle carezze che erano solo delle scuse da parte sua, ma tutto un mondo di sensazioni per lei.
Sensazioni che sfociarono in un'esplosione di profumi pungenti e folate di un calore nuovo che venivano da Hazel.

Aidan le tenne i capelli sollevati e abbassò il viso; percepì la pelle d'oca di Hazel quando le respirò sul collo e i suoi spasmi quando le baciò i segni rossi e rosa sulle spalle.

«Aidan» ansimò lei.
Lui accolse la preghiera, spostando le labbra lungo la linea della spalla, dalla destra alla sinistra, e lasciò al suo passaggio una scia di baci lenti.
Hazel piegò la testa all'indietro dandogli più accesso e Aidan avanzò contro il suo corpo, premendosi ogni curva di Hazel addosso; allora lei appoggiò la testa sulla sua spalla e chiuse gli occhi indulgendo nel contatto.

Profumava di desiderio e Aidan se ne stava drogando; le lasciò andare i capelli e le cinse la vita con entrambe le mani, incurante delle gocce d'acqua che lo bagnavano e che si asciugavano all'istante a contatto con il suo calore.

Nethereal, Vol. 2 - L'Ordine del CaosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora