Capitolo 21

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La guardia con la fiamma argentea appuntata sulla spalla si chiamava Adrian, ed Hazel aveva deciso che fosse uno stronzo colossale.

Lui la guardò dall'alto in basso, i capelli pettinati all'indietro e pieni di gelatina fissante non si erano guastati durante tutto l'intervento sulle bestie, mentre Hazel sapeva di avere l'aspetto di una che aveva appena corso una maratona nel deserto senza acqua e circondata dalla spazzatura. Nonostante ciò, se ne stava a testa alta accanto a suo zio, intanto che Adrian li studiava coi suoi occhi di ghiaccio. «Ora voi due maghi mi spiegate cosa avete combinato.»
Lucian incrociò le braccia sul petto; era grosso il doppio di Adrian e gli sarebbe bastata una scossa elettrica per rispedire il culo bruciato del damerino al re. Ma Lucian era un signore ed Hazel era troppo incazzata per pensare con lucidità.

«Noi maghi siamo intervenuti appena possibile» fece Lucian, «abbiamo portato in salvo le povere persone di Ental, perché per concessione del re possiamo intervenire su tutto il continente.»
Adrian piegò la testa all'indietro con un sorriso fastidioso sulle labbra. «Si dà il caso che quelle creature lì dietro non siano umane» fece, «e che siano uscite da un portale, come posso dire? Ah, sì. Magico
Hazel fece un passo avanti, stufa della voce di quella guardia. «Cosa stai insinuando?»
«Hazel!» la rimproverò Lucian.
Lei alzò gli occhi al cielo. «Mi scusi, sua regale guardia del re, cosa sta insinuando?»

Giurò che da qualche parte dietro di lei, Nathan avesse trattenuto una risata, mentre suo zio aveva ceduto.

Adrian non sorrideva più come un cretino. «Dovreste fare attenzione a cosa dire. Queste bestie sono comparse dal nulla e gli unici capaci di questi sortilegi siete voi.»
Hazel se ne fregò della mano di Lucian che provava a tenerla ferma e si alzò comunque sulle punte. «E, sentiamo, secondo il suo regale cervello di guardia del re, perché mai avremmo dovuto rischiare la vita per salvarvi il culo se crede che siamo noi gli artefici di tutto ciò?»

Adrian assottigliò gli occhi di ghiaccio e la ignorò, quindi spostò le pupille su Lucian. «Tenga buona la sua collega, altrimenti la porto via per insubordinazione.»
Hazel strinse i pugni, l'unico che sarebbe stato portato via se non avesse smesso di fare lo stronzo saccente sarebbe stato lui, ma su una barella e senza più metà dei denti.

Lucian le mise una mano sulla spalla e la breve scarica di corrente che la scosse abbastanza da zittirla.
«La perdoni, ha appena affrontato due mostri, è stanca.»
Hazel si morse la lingua, più che altro perché Lucian aveva ancora la mano sulla sua spalla e non voleva subire un'altra scarica.
«Se non le dispiace, adesso ce ne andremo, e nel caso avessimo novità sul portale magico avviseremo la corona» aggiunse il mago.
La guardia contorse le labbra. «Mi aspetto un resoconto dettagliato su come chiudere quella cosa
Lucian tossì. «Con tutto il rispetto, signore, il re ci ha ordinato di fare rapporto al principe, perciò a meno di ulteriori emandamenti, riferiremo a Caleb Veillard.»

Hazel non poté trattenere un risolino quando Adrian fece una smorfia seccata.  «Il re ne verrà informato.»
«Molto bene» fece Lucian, e strinse di più la presa sulla spalla di Hazel, costringendola a muoversi. «Allora noi togliamo il disturbo.»

Hazel fu praticamente spinta verso Nate e Mabel, ma prima di ricongiungersi ai compagni, Lucian la tirò da un lato, le mise entrambe le mani sulle spalle e si piegò per guardarla negli occhi. «Sei stata bravissima prima,» parlò piano, così che le guardie non potessero sentirlo. «Davvero, hai gestito tutto questo in un modo eccezionale. Hai protetto Nate. Hai pensato ai civili.»

Il cuore di Hazel batté veloce, commosso dalla fiducia dello zio e i complimenti che i suoi genitori, invece, elargivano con troppa parsimonia.

Però, poi, Lucian scosse la testa ed Hazel capì che non era finita lì. «Ma queste persone, Hazel, loro avranno sempre il coltello dalla parte del manico.»
Ecco.
Hazel si irrigidì, delusa. «E Séiros, che rappresenta i maghi dell'intero continente, se ne sta zitta e si fa mettere i piedi in testa da una guardia del cazzo che ci accusa di questi danni?»
Se Lucian si fosse sorpreso per il suo linguaggio non lo diede a vedere. «No. Noi facciamo il nostro dovere. E rispondiamo solo a Caleb Veillard.»
Hazel sbuffò. «Al principe che da settimane è emotivamente instabile e non riesce nemmeno a radersi la barba?»
«Caleb Veillard è una brava persona sconvolta dal dolore.»
«La nobiltà è la malattia di questo posto» Hazel aprì le braccia esasperata. «Cos'hanno fatto per noi? Cosa fanno per la povera gente?»

Nethereal, Vol. 2 - L'Ordine del CaosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora