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Era passata una settimana da quando avevo cominciato a lavorare e potevo ammettere con una leggera sorpresa che il negozio stesse andando perfino meglio di quello che mi sarei aspettata, segno che molto probabilmente gli abitanti di Cincinnati avevano sentito la mancanza di quel posto che era rimasto chiuso per più di un anno.

Mi aggiustai leggermente i capelli e spostai lo sguardo sui fogli che avevo di fronte a me, sussultai quando il campanellino sopra la porta del negozio cominciò a suonare, segno che un altro cliente aveva appena fatto il suo ingresso.

"Buongiorno, con cosa la posso aiutare?" chiesi senza però togliere i miei occhi dalle cifre scritte sopra ai vari fogli posti accanto alla cassa.

"Ciao" rispose una voce quasi familiare, costringendomi finalmente a spostare il mio sguardo sulla sua figura.

"Ciao" sussurrai imbarazzata quando riconobbi il ragazzo dagli occhi verdi che la settimana precedente mi aveva quasi fatto prendere un infarto.

"Con cosa ti posso aiutare oggi?" chiesi quando capii che lui non avrebbe più detto nulla.

Il suo modo di guardarmi mi fece intimidire nuovamente, quasi come se cercasse di leggermi dentro, di capirmi.

"Oggi non ho più idee, cosa consigli?" chiese dopo altri secondi di silenzio pesanti.

Mi spostai dalla cassa e cominciai a camminare accanto ai tanti scaffali che riempivano quel posto con lui alle calcagna.

Mi fermai quando sentii di essere arrivata dove desideravo, trascinai il piccolo sgabello che si trovava accanto al grande scaffale e ci salii sopra.

"Questa volta mi sono preparata" mormorai, leggermente divertita dell'espressione di sorpresa sul suo viso.

"Già" disse lui, per poi prendere il disco che gli stavo passando.

"Interessante scelta" aggiunse, dopo aver lanciato uno sguardo a quello che gli avevo appena passato.

"È uno dei miei preferiti, spero ti piaccia" ammisi, per poi di scendere e camminare accanto a lui verso la postazione precedente.

Quel giorno a differenza dell'altro sembrava molto più pensieroso, quasi come se dentro di lui fosse in corso una battaglia.

"Sono 22,80" dichiarai, prima di sospirare e prendere i soldi che nuovamente mi aveva teso, quelli che mi stavano portando sempre più vicino al traguardo che avrei dovuto raggiungere per salvare la nostra casa.

"Grazie, ciao" mormorò lui, per poi uscire dal negozio in fretta e furia senza neanche darmi il tempo di ricambiare il suo saluto.

Sbadigliai sonoramente a causa della stanchezza che il mio corpo stava sperimentando nell'ultimo periodo e poggiai la mia testa tra le mani, in uno stato a dir poco comatoso.

Sussultai nuovamente quando lo stesso campanellino risuonò, facendomi svegliare da quello che sarebbe stato il mio pisolino.

"Delilah!" gridò una voce acuta, facendomi accigliare più del dovuto.

Poggiai il mio sguardo sulla folta chioma di capelli neri che era appena entrata nel mio mirino, mentre quella che era stata la mia migliore amica faceva il suo ingresso dentro al negozio di famiglia.

"Grace..." sussurrai sbalordita, realizzando solo in quel momento che si trovasse proprio di fronte ai miei occhi.

"Dio, perché non mi hai detto che saresti tornata?" quasi gridò lei prima di correre verso di me e stringermi forte tra le sue braccia.

"Perché è stata una decisione presa all'ultimo minuto e non sapevo che saresti venuta anche tu" spiegai, prima di sorridere ampiamente e stringerla forte tra le mie braccia.

Oblivion |Harry Styles|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora