14å

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"Dove andrete di bello quest'anno?" chiesi a Grace, la quale aveva riempito la sua valigia con i vestiti che avrebbe portato a casa con lei.

"Bali" rispose secca, prima di cominciare a faticare visto che la sua valigia era troppo piena e non riusciva a richiuderla su sé stessa.

"Tu?" chiese dopo un paio di secondi, intenta a guardare come riempivo il piccolo zaino che avrei portato con me a Cincinnati.

"Penso che aiuterò mio padre al negozio e per il resto a casa" risposi sicura di quelli che sarebbero stati i miei piani per le vacanze natalizie di quell'anno.

"Allora ci vediamo" disse lei fredda, fredda come lo era sta nell'ultimo mese e mezzo.

Da quando io avevo deciso di lasciare Harry fuori dalla mia vita, o meglio dire non farlo mai entrare.

Era delusa e a tratti potevo capire che odiasse quella versione di me, quel fantasma e quella persona che scappava un po' da tutto.

Forse ero soltanto una codarda a cui piaceva stare sola, o almeno quello era ciò che avevo cominciato a pensare negli ultimi anni.

Harry non mi aveva più perseguitata, anzi oserei dire che mi evitasse, per quanto ciò gli era possibile.

Non mi era stato difficile capire che avesse cambiato alcuni corsi per non condividere le lezioni con me ed era stato abbastanza triste non ricevere più i suoi bigliettini criptici.

Ma ad un certo punto mi ero abituata all'idea e avevo preferito concentrarmi sul fare quello per il quale ero andata al college, ovvero studiare.

Le prime settimane era stato davvero difficile, ma quando il tutto era diventato una sorta di routine, mi era risultato più facile alzarmi le mattine.

"Si può sapere perché ti comporti così nell'ultimo periodo Grace? Pensavo fossi la sola a capirmi e non giudicarmi, ma adesso sembra che tu faccia proprio questo" le chiesi frustrata perché sentivo di non riuscire più a sopportare quella sua ostilità.

"Non dirmi che stiamo davvero per cominciare questo discorso, adesso..." mormorò lei, per poi fermarsi nel bel mezzo della stanza e guardarmi seria.

"Non pensavo ti saresti comportata così" chiarii ancora più seria di lei, prima di incrociare le braccia al petto.

"Ed io non pensavo che fossi così idiota da lasciarti scappare uno come Harry" sputò acida e sincera, e la sua sincerità quasi mi spaventò in quel momento, per non parlare dei suoi occhi che sembravano volermi bruciare viva.

"Lo sai perché Grace!" alzai la voce prima di cominciare a gesticolare, vista la troppa rabbia che sentivo in quel momento.

"Stiamo parlando di cose accadute anni fa Delilah, te ne rendi almeno conto? Hai passato gli ultimi anni quasi come se fossi fatta di vetro e ti fossi rinchiusa in una cupola" gridò lei in preda alla rabbia più profonda che le avessi mai visto sentire.

"Dovresti davvero imparare a vivere. Quello che è successo è successo e non lo possiamo più cambiare, ma puoi prenderti la tua rivincita. Potresti davvero essere felice..." aggiunse lei, con le lacrime agli occhi a causa delle emozioni contrastanti che stava sperimentando.

E le sentivo anche io, fino all'ultima.

"Ho solo paura che succeda di nuovo, almeno questo mi è permesso?" le chiesi sull'orlo del pianto.

"Ma tu hai almeno visto le differenze tra Harry e gli altri? Lui è di un altro mondo Delilah, è delicato, premuroso e paziente. Ancora non riesco a capire come tu non riesca a vederlo..." concluse lei, prima di prendere la sua valigia e cominciare a trascinarla verso la porta.

Oblivion |Harry Styles|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora