39å

63 5 0
                                    

"Forza ragazzi!" gridò Harry
intimando gli altri ragazzi che componevano la squadra di basket.

"Dov'è Jackson?" chiese uno di loro del quale però non conoscevo il nome ma nemmeno mi importava.

"Si è fratturato una mano" rispose un altro facendomi tirare un sospiro di sollievo.

"Che idiota..." mormorò Harry prima di passarsi una mano tra i capelli che sapevo avrebbe legato perché altrimenti gli avrebbero impedito di vedere bene.

Avevo insistito sul fatto di non voler entrare nel loro spogliatoio perché mi sentivo quasi come carne da macello tra tutti quei maschi, ma non avevo potuto rifiutare, non quando Harry mi aveva supplicata di andare con lui perché sentiva che fossi il suo portafortuna e anche perché aveva bisogno di me, o almeno quello era ciò che mi aveva detto.

Lo guardai stringere le mani di tutti i suoi compagni e dovevo ammettere che con la divisa fosse ancora più attraente.

"A cosa stai pensando?" chiese avvicinandosi e sedendosi sulla panchina accanto a me.

"A quanto ti doni la divisa" risposi senza più vergognarmi perché era così con lui, la mia mente smetteva di pensare troppo e le parole uscivano così spontanee.

Ero turbata anche se non lo volevo mostrare.

Lo ero perché sapevo che quella sera sarebbe stata quella della resa dei conti ed io potevo solo sperare che sarebbe andato tutto bene.

"Penso sia ora di andare" ammisi leggermente dispiaciuta, perché sapevo che quando sarei uscita dagli spogliatoi non lo avrei più visto se non da lontano.

"Ci vediamo dopo, ti amo immensamente Del..." sussurrò per non farsi sentire dagli altri, per poi incollare le sue labbra alle mie e stringermi la mano per un paio di secondi.

"Sarò quella a gridare di più" dichiarai ridacchiando, prima di alzarmi dalla panca e dirigermi verso l'uscita dello spogliatoio.

"Saprò riconoscersi tra la folla, l'ho fatto una volta e lo farò sempre" ammise prima di lanciarmi un occhiolino e mandarmi un bacio volante.

Ed io sorrisi, sorrisi così tanto che fu quasi doloroso quando fui fuori dal loro spogliatoio.

Cominciai a camminare per il lungo corridoio del college con la testa tra le nuvole.

Mi irrigidii però quando in leggera lontananza potei notare una persona avvicinarsi a me o meglio dire camminare verso la direzione dalla quale io ero appena andata via.

Sentii il respiro mozzarmisi quando realizzai si trattasse di lui, del ragazzo che mi aveva distrutto la vita.

"Fa che non mi veda..." borbottai fra me e me, anche perché i corridoi a parte noi due erano vuoti e l'ultima cosa che desideravo era doverlo affrontare in quel momento.

Portai i miei capelli in avanti con la speranza che avrebbero nascosto il mio viso e quando gli passai accanto e lui sembrò non avermi notata, sospirai.

"Delilah?" sentii chiedere dietro di me ed io raggelai sul posto.

Lo stesso ronzio che avevo sentito quella notte cominciò ad invadere la mia mente, a tal punto che riuscivo a percepire solo quello ed il battito accelerato del mio cuore.

Provai a far finta di non averlo sentito e ricominciai a camminare, ma quando la mia mano venne strattonata fui costretta a voltarmi verso di lui.

"Delilah? Oh mio dio, sei davvero tu?" chiese quasi come se fosse felice di vedermi.

Oblivion |Harry Styles|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora