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"Penso che mio padre farà un infarto" dissi ridacchiando perché anche il solo immaginare l'espressione che avrebbe messo su mi faceva divertire particolarmente.

Lo spring break non era ancora terminato e dopo essere tornati da Cuba io ed Harry avevamo deciso di restare a Cincinnati per altri due giorni prima di ritornare al college.

Era strano realizzare che non fossi più sola ma ci stavo facendo l'abitudine.

"Mia madre sarà felice, tanto lei pensava fossimo insieme dalla vigilia di Natale" aggiunse lui per poi schiarirsi la gola ed incrociare le sue dita alle mie.

La sua mano tremava leggermente e lo potevo percepire dal suo viso che fosse agitato e tutto ciò mi fece sorridere.

Camminai lungo il vialetto di quella che era sempre stata casa mia e stringendo un po' più forte la presa sulla mano di Harry mi ritrovai a bussare lievemente alla porta, non sicura se mio padre fosse a casa anche se la sua macchina era parcheggiata di fronte alla casa.

Rimasi a fissare la porta di legno massiccio per un paio di minuti prima che venisse spalancata ed io rimanessi sbalordita da quello che mi si parò di fronte.

Mi voltai verso di Harry e dall'espressione sul suo viso lo capii subito che neanche lui si aspettasse di vedere sua madre di fronte a noi.

Indossava un accappatoio ed i suoi capelli erano bagnati e ricadevano sulle sue spalle.

"Mamma..." mormorò Harry non sicuro di cosa in realtà stesse capitando, era ferito, lo leggevo nei suoi occhi che fosse l'ultima cosa che si sarebbe aspettato quel giorno.

Fu una frazione di secondo quella in cui mollò la presa sulla mia mano, e fu ancora di meno il tempo che ci impiegò nel fare alcuni passi indietro con la chiara intenzione di voler scappare ed io lo capii.

Perciò per quella singola volta lo lasciai perdere, non lo rincorsi perché forse voleva stare da solo, perché forse quelle informazioni erano state troppo forti per lui.

"Harry aspetta!" gridò sua madre per poi provare a rincorrerlo, solo che lui aveva già raggiunto la sua macchina ed era sfrecciato ancora prima di realizzare cosa stesse facendo.

Mi aveva lasciata sola e con i genitori di entrambi i quali a tratti sembravano più immaturi di noi.

Incrociai le braccia al petto e fissai quella donna a lungo mentre internamente desideravo solo che scomparisse da casa mia, arrivando al punto in cui non mi importò neanche più che si trattasse della madre del mio ragazzo.

"Sapete, avevamo pensato di farvi una sorpresa ma apparentemente l'avete fatta voi a noi" dissi dura, alternando lo sguardo tra Stacy e mio padre.

"Entra dentro Delilah, penso abbiamo bisogno di parlare" dichiarò mio padre, facendomi arrabbiare ancora di più di prima perché sembrava troppo indifferente alla situazione.

Era davvero possibile che si fosse rifatto una vita in così poco tempo? Era davvero così facile dimenticare una persona con la quale si era stati insieme così tanto?

"Sto ascoltando" dissi dura, quasi acida dopo essermi seduta all'isola della cucina ed aver fissato Stacy e mio padre sorseggiare del caffè dalle loro rispettive tazze.

"È una storia così lunga che non riuscirei a spiegarla neanche se volessi. Il punto è che io e tuo padre ci stiamo frequentando e questo è tutto quello che penso dovreste sapere" confessò Stacy abbassando gli occhi e fissandoli sul ripiano di fronte a lei perché forse temeva una mia reazione.

Ed io la ebbi quella reazione, solo che fu un'esplosione interiore di emozioni negative ed io non le lasciai trapassare fuori.

"Avete bisogno della mia benedizione o cosa?" chiesi alzandomi dalla sedia perché fremevo dalla voglia di spaccare tutto intorno a me, e sapevo che se fossi rimasta avrei combinato un grande macello.

Oblivion |Harry Styles|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora