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Rimasi ferma e guardai verso le porte scorrevoli nuovamente, nella speranza vana che forse per qualche strano motivo Harry avrebbe fatto la sua comparsa.

E sarebbe davvero stata una bella sorpresa.

"Non verrà, non può..." mormorò Josh il quale stava veramente cercando di spiegarmi il perché di quella strana decisione.

Lo guardai accigliata ed aspettai che continuasse a spiegarsi meglio.

"Che vuol dire che non può?" Chiesi ancora più confusa.

Lo sentii sospirare mentre passava dall'altra parte del rullo sul quale i nostri effetti personali avevano viaggiato per un paio di metri per rimettere nelle tasche le sue cose.

"Fisicamente potrebbe anche ma mentalmente non riesce" aggiunse il ragazzo accanto a me.

E con quelle sue parole qualcosa mi fece capire che la risposta di Harry non era stata negativa a causa di qualcosa che mi riguardava, se non di qualcosa di strettamente personale.

Guardai Josh seria, cercando di scavargli nell'anima in cerca di una qualsiasi altra informazione che mi avrebbe aiutata a capire meglio.

"Cinque anni fa, suo padre è morto in un incidente aviatico e domani è proprio l'anniversario della sua morte, ma Delilah, non dirgli che sono stato io a dirlo... per favore" sussurrò cercando di non farsi sentire da Grace la quale stava sistemando le sue cose nella sua piccola borsa.

Sentii l'aria mancarmi quasi del tutto e una strana sensazione di colpevolezza appropriarsi di me.

Inconsciamente lo avevo trascinato a rivivere un momento traumatico, senza volerlo lo avevo ferito perché avevo acconsentito alle stupide idee della mia amica.

Feci alcuni passi indietro, andando perfino a sbattere contro uno dei rulli.

Alternai lo sguardo tra i due ragazzi di fronte a me e con le lacrime quasi agli occhi cominciai a camminare velocemente da dove ero venuta, sorpassando la signora che ci aveva controllati fino a quel momento.

"Signorina dove sta andando?" gridò quest'ultima dietro di me, e nonostante la strana situazione nella quale mi stavo trovando, cominciai a ridere, mentre in fondo al mio cuore speravo solo che ne stesse valendo la pena, che forse per qualche strano miracolo lo avrei trovato dove l'avevo lasciato.

Non sentii neppure più freddo quando fui fuori e quello a causa dell'ondata di calore che aveva attraversato ogni fibra del mio corpo quando avevo notato la sua macchina nello stesso punto dove l'avevo vista minuti prima.

Con la sola differenza che lui se ne stava seduto contro il cofano guardandosi intorno, ma dando le spalle all'entrata dell'aeroporto, facendomi capire che ancora non mi aveva notata.

Smisi di correre e mi scaraventai sulla sua figura non importandomi nemmeno se sarei sembrata pazza di fronte ai suoi occhi, ma colta da una strana empatia nei suoi confronti.

Avvolsi le mie braccia attorno al suo torace e accoccolai la mia testa nell'incavo del suo collo.

Sentii la sua riluttanza iniziale, probabilmente perché non si aspettava di vedermi lì o forse perché semplicemente non si aspettava che lo avrei toccato e cercato di confortarlo.

"Cosa ci fai qui Del? Dovresti essere dentro" chiese confuso, spingendomi leggermente per le spalle e forzandomi a staccarmi dal suo corpo per cercare il mio sguardo.

"Non posso, non potevo senza di te" dichiarai senza più starci a pensare, senza più pensare a nulla, non con i suoi occhi scrutatori addosso, non con le lacrime agli occhi da parte di entrambi.

Oblivion |Harry Styles|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora