Capitolo 8

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La mattina successiva è come una martellata dritta in testa.

Il sole appena sorto che passa attraverso le tapparelle della mia finestra mezza aperta, mi fa maledire il fatto di essermela dimenticata ieri notte, quindi mi ritrovo con un occhio chiuso e uno aperto e zero voglia di alzarmi per andarla a chiudere e godermi qualche altro minuto di buio.

Questa notte poi sono riuscito a dormire, nonostante credo di aver dormito sì e no due ore scarse, però meglio di niente.

Nicholas al mio fianco invece ancora dorme tranquillo.

Beato lui aggiungerei, neanche le bombe riuscirebbero a svegliarlo e guardarlo in quella posizione, mi fa domandare come faccia a non dargli fastidio la luce che lo colpisce proprio in faccia.

<<Nic...>> tento di chiamarlo, ma dall'altra parte ricevo soltanto uno sbuffo contrariato che mi intima di fare silenzio e che vorrebbe ancora dormire.

Soffoco una risata, ma non demordo, mi annoio e ora che mi sono svegliato, di sicuro non riesco più a prendere sonno.

<<Nicholas e daje, andiamo, è tardi>> mento guardando l'orario sul mio telefono che segna le sette e un quarto.

È davvero tanto presto e so che il mio migliore amico mi ammazzerebbe se scoprisse l'orario reale, ma ormai il danno è fatto.

Mi alzo a piedi scalzi e apro la porta.

C'è un silenzio quasi assordante in casa mia, segno che tutti ancora dormono, l'unico sveglio sembro essere solo io.

Nicholas non si degna di svegliarsi, anzi, si appropria anche della mia parte di letto, mentre abbraccia il cuscino su cui poco prima ci dormivo io. Lo vedo sorridere e mi immagino chi, o cosa, stia sognando, ma non gli dò il tempo di proseguire, perchè di scatto apro la tapparella e una luce accecante lo colpisce in pieno facendogli strabuzzare gli occhi.

<<Ma dico, sei deficiente o fai solo finta?>> domanda lanciandomi il mio cuscino e mettendo la testa sotto il suo per salvare gli occhi da quell'ondata di luce troppo forte.

Io invece scoppio a ridere e dopo avergli intimato più volte di darsi una mossa e che lo avrei aspettato di sotto, prendo i miei vestiti e mi dirigo in bagno.

Ogni volta che Nicholas dorme da me, mi diverto a dargli il tormento in ogni modo possibile.

Per me è divertimento, ma so che anche lui, in un certo senso, si diverte, o almeno lo spero. Fino ad ora non mi ha mai mandato a quel paese esplicitamente.

Mi spoglio degli indumenti che ho usato per la notte ed entro in doccia.

L'acqua fredda mi colpisce in pieno viso e mi fa risvegliare di colpo, come se avessi dormito negli ultimi dieci minuti in cui ero stato a controllare la temperatura.

Lascio scivolare l'acqua sul mio corpo, mentre vedo piccole goccioline fare a gara a chi arriva prima a terra.

Mi insapono e successivamente risciacquo di nuovo.

Faccio tutto ciò almeno due volte, prima di uscire dal box doccia e dirigermi sempre a piedi scalzi, al primo asciugamano che trovo e poi avvolgermelo in vita.

Dopo essermi asciugato e aver effettuato la mia routine mattutina, mi vesto e sono pronto per andare a fare colazione.

Oggi sarà una giornata lunga e voglio prendermela con la massima calma.

Appena esco dal bagno, la figura di Nicholas mi si staglia davanti con ancora uno sguardo furente, di chi è stato buttato giù dal letto contro la sua volontà.

Salvami da me - HoldenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora