Capitolo 10

642 32 7
                                    

Ritorno dal mio migliore amico con un sorriso che va da orecchio a orecchio.

<<Immagino sia andata bene>> esclama Nicholas una volta che l'ho raggiunto.

Mi slancio in un abbraccio quasi fraterno, tant'è che anche lui rimane un po' spaesato inizialmente, ma successivamente mi abbraccia sorridendo.

<<Rettifico, mi sa che è andata molto bene>> esordisce scoppiando a ridere.

Io lo seguo a ruota.

Com'è che mi sento così felice oggi?

<<M'ha chiesto de annà a bè quarcosa insieme>> esclamo più euforico che mai, mentre con un braccio gli cingo una spalla e insieme ci avviamo alla macchina <<adesso>> aggiungo subito dopo.

Nicholas si ferma e mi squadra da capo a piedi.

<<Cosa ne hai fatto del mio migliore amico e chi sei tu?>> domanda staccandosi improvvisamente dalla stretta con cui stavo tentando di tenerlo. Essendo più alto di me, è quasi impossibile arrivarci.

Lo guardo di traverso non capendo a cosa si stesse riferendo, ma quando mi rendo conto che mi sto sbilanciando troppo in atteggiamenti che non mi competono molto, mi ritraggo all'istante quasi imbarazzato.

<<Scusame, non so che me sta a succede>> cerco di giustificarmi quasi subito.

Perchè nonostante ci conosciamo da veramente troppi anni, io e Nicholas non siamo mai andati oltre a una pacca amichevole sulla spalla. Raramente ci siamo concessi gesti di affetto improvvisi.

<<Non fraintendermi Jo, sono contento di vederti così, ma ammetti che fa strano>> sorride prendendomi in giro <<comunque prendo la tua macchina, se quando hai finito, hai bisogno di un passaggio, basta fare un fischio>> mi dice togliendomi le chiavi della macchina dalla felpa e sparendo con la mia auto chissà dove.

Resto per un attimo interdetto, ma mi ricompongo subito ricordandomi dell'appuntamento.

Guardo il cellulare e mi rendo conto che sono ancora le due del pomeriggio e che sto morendo di sete, quindi a passo cadenzato, mi dirigo verso il bar Caracciolo che dista più o meno due minuti da dove mi trovo ora e quando leggo l'insegna in stile retrò, entro e mi siedo al primo posto disponibile che trovo.

È un po' deserto a quest'ora, ma non mancano alcune persone che si concedono una siesta pomeridiana in compagnia di un buon caffè.

Un cameriere mi si avvicina e mi chiede se voglio ordinare qualcosa.

Scuoto la testa, spiegandogli che stavo aspettando una persona e che una volta arrivata, saremmo andati noi a ordinare da bere.

Si congeda sorridendo e resto in attesa di vedere una chioma bionda venirmi incontro.

Il cellulare squilla insistentemente nella tasca della felpa, lo prendo e noto con piacere che Nicholas si è gia messo all'opera per investigare sulla mia attuale giornata pomeridiana in sua assenza.

Mi chiede come sta andando, se lei è bella come la ricordavo, se è simpatica, o se mi sono già innamorato.

Sorrido all'ultimo messaggio, scrivendogli che non è ancora arrivata, di conseguenza non posso rispondere a tutte quelle domande, ma che non mancherà occasione per constatare una volta che sarà arrivata.

<<Dev'essere veramente importante quella persona, se ridi a un suo messaggio>> esclama una voce che ormai ho imparato a conoscere fin troppo bene.

Sorrido imbarazzato mentre poso il telefono sul tavolino a faccia in giù, mentre quello, imperterrito, non la smette di vibrare neanche sotto tortura.

Smettila Nic, la mia figuraccia giornaliera l'ho già fatta, non ti ci mettere anche tu.

Salvami da me - HoldenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora