Ci accomodiamo al tavolo e attendiamo l'arrivo di un cameriere.
Non credo sia stata una buona idea farci stare sul terrazzo, come minimo rischiamo una broncopolmonite entrambi, ma me lo faccio andare bene lo stesso, l'importante in questo momento è passare una serata diversa in compagnia del mio migliore amico.
Nicholas inizia a parlarmi del più e del meno e tra un sorso di vino e l'altro, annuisco distratto, fino a che non arriva finalmente il cameriere a prendere le nostre ordinazioni.
Sfogliando il menu, non ho trovato nulla che realmente mi facesse impazzire dalla voglia di mangiare, ma avevo fame e in quel momento avrei mangiato anche le gambe del tavolo se fossero state commestibili, cosa rara detta da me, in quanto ultimamente, anche solo a sentir parlare di cibo, storcevo il naso e trovavo una qualsiasi scusa plausibile per rinchiudermi in camera mia: che fosse il mal di testa, l'influenza, idee creative.
Una volta sono rimasto a digiuno per due giorni interi, il mio corpo mi chiedeva pietà, voleva essere riempito con qualcosa di buono, che sapesse di cibo vero e non quell'acqua che mi ostinavo a mandare giù per sopperire al senso di vuoto.
<<I signori sono pronti a ordinare?>>.
Il pinguino con i baffi all'americana si avvicina al nostro tavolo, munito di taccuino e una faccia per niente convinta, ma consapevole che questo lavoro gli serve più del pane, quindi si limita a un sorriso di circostanza, in attesa di una nostra decisione.
Il primo a parlare è Nic, già sicuro di quello che sceglierà, infatti ci mette meno di mezzo secondo a parlare: <<per me spaghetti allo scoglio, grazie>>.
È sempre gentile con tutti, non manca mai di un ringraziamento, o di un "per favore", detto al posto giusto, tutto il contrario di me, che a volte mi dimentico le buone maniere, ma non è colpa mia, me ne dimentico e basta.
<<E per lei?>>.
Il pinguino ora si rivolge a me, il sorrisetto di circostanza di poco fa sembra essere sparito e al suo posto noto solo una linea dura che attende la mia richiesta, ma in quel momento ho talmente tanta confusione in testa da non sapere più che cosa avevo scelto.
Sfoglio un'altra volta il menu e mi rendo conto che tutto ciò che prima mi sembrava un minimo appetibile, adesso mi faceva venire voglia di alzarmi e andare in una qualsiasi pizzeria del centro, ma non potevo fare questo a Nicholas, non lo meritava.
<<Vuole che passi dopo?>> esordisce chiudendo la penna e preparandosi ad andarsene e forse non tornare mai più.
Scuoto la testa e sorrido.
<<Lo stesso che ha preso lui>> indico il mio migliore amico, che rilascia un sospiro di sollievo.
Lo stesso non posso dire del damerino davanti a noi, che appunta tutto quanto con estrema cura.
Mi è sembrato di vedere una smorfia quasi più strana della precedente, ma per non insultarmi, sono sicuro che si sia tenuto dentro quanti più insulti possibili.
Dovrò stare attento a ciò che mi porta.
Il cameriere si congeda, dicendoci che sarebbe tornato più tardi con i nostri ordini e in cuor mio, speravo che sarebbe venuto un altro cameriere.
Questo mi mette ansia e non so neanche io il perchè.
<<Programmi per il dopocena?>> mi chiede Nicholas, mentre beve un sorso del suo vin rosè, mentre io mi limito ad affogare la risposta nel mio vino bianco, l'unico che riesco a bere senza dare di stomaco.
<<Credo che tornerò a dormire>> ironizzo mettendolo alla prova, infatti non passa neanche mezzo secondo, che poggia il suo calice sul tavolo e mi fissa quasi come se avessi detto una bestemmia.
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Salvami da me - Holden
FanfictionJoseph non era contento della sua vita. Ogni cosa che faceva e che viveva, era come un eterno loop infinito. Neanche la musica, sua compagna di vita da sempre, riusciva a dargli quelle emozioni che i suoi occhi stanchi celavano dietro a finti sorris...