Prendo le chiavi di casa e mentre i miei fratelli sono ancora intenti a discutere di cosa è sano e cosa non lo è, io sono già fuori casa.
Chiudo piano la porta stando attento a non farmi sentire e solo quando sono nel giardino di casa mia, mi lascio andare a un sospiro di sollievo.
Mi inebrio i polmoni di quell'aria buona di cui avevo bisogno e solo allora mi catapulto fuori dal cancello e cerco la sagoma del mio migliore amico.
Lo trovo qualche metro più in là, dall'altra parte del marciapiede.
Il suo fondoschiena è poggiato a una bellissima berlina nera lucente, mentre lui dà quasi l'impressione di essere un rapper fallito dei bassifondi: occhiali da sole puntati sul naso, che tira su sistematicamente con due dita, cappellino al contrario, che lascia uscire due ciuffi di capelli dal buco centrale e tuta oversize, ma che minimo gli sarà costata l'intero patrimonio.
<<E questa?>> gli chiedo indicando la macchina che si trova alle sue spalle e di cui ancora si vanta in modo inconscio <<a chi l'hai rubata?>> lo prendo in giro incrociando le braccia al petto e aspettando una risposta.
So per certo che non ha tutti questi soldi per una macchina del genere e cosa ancora più certa è che il padre non gliene comprerebbe mai una, non al momento almeno. Ha la patente da neanche qualche mese e ha già distrutto tutte quelle di prova che gli sono state affidate.
Mettere una macchina in mano a lui, è come affidarla a un ubriaco e vedere che va dritto contro un palo della luce: doloroso, ma soprattutto prevedibile.
<<Ti piace?>> tenta ancora di vantarsi, ma l'occhiata divertita che gli lancio, lo fa desistere e dopo aver abbandonato le braccia lungo i fianchi e aver sbuffato sonoramente, si sposta da lì e mi viene vicino <<è di mio padre, me l'ha prestata>> afferma rigirandosi le chiavi tra le mani.
Ma lo conosco troppo bene e so che questa non è la verità, quindi lo guardo nuovamente, questa volta più divertito del solito e solo allora si decide a dirmi finalmente tutta la verità.
<<Ok, non è proprio prestata, ecco...>> sgancia la bomba che mi fa strabuzzare gli occhi.
Se suo padre se ne accorge, come minimo andremo incontro alla terza guerra mondiale.
<<Quindi è come ho detto io, l'hai rubata>> spalanco bocca e occhi in contemporanea, ma non posso farne a meno. Perchè questo ragazzo è un danno vivente? Ma soprattutto, perchè è incappato nella mia vita?
<<Eeeh adesso, rubata mi sembra eccessivo>> esclama iniziando a camminare, perciò mi trovo costretto a seguirlo, mentre la berlina rimane al suo posto, mi sembra quasi di vederla mentre si asciuga una goccia di sudore per lo scampato pericolo.
Andiamo bene, anche le allucinazioni ci si mettono adesso.
<<Diciamo che le chiavi erano incustodite e quella macchina è troppo bella per rimanere ferma in garage>> prosegue fermandosi e costringendo anche me a farlo <<cioè, ma l'hai vista?>> esclama indicandola con aria sognante <<ma comunque non siamo qui per parlare di me, voglio sapere tutto>> annuncia prendendomi alla sprovvista e mentre riprende la sua corsa non si sa dove, io rimango ancora immobile dove ero prima.
Solo dopo essere rimasto solo, mi accorgo che Nicholas è qualche metro più avanti di me e che sta parlando da solo, convinto che io sia dietro di lui, ma la verità è che per una frazione di secondo, mi sono dimenticato ogni cosa.
<<Quindi?>> mi domanda di punto in bianco.
Tutto ciò che ha detto prima se l'è portato via il vento, la mia mente è in confusione e non riesco a ricordare quale sia la domanda che mi è stata posta, perciò mi scuso e con lo sguardo lo imploro di ripetere ciò che mi aveva chiesto.
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Salvami da me - Holden
FanfictionJoseph non era contento della sua vita. Ogni cosa che faceva e che viveva, era come un eterno loop infinito. Neanche la musica, sua compagna di vita da sempre, riusciva a dargli quelle emozioni che i suoi occhi stanchi celavano dietro a finti sorris...