Capitolo 25

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Il pomeriggio insieme a lei era passato più in fretta del previsto, nonostante comunque ci avessi passato anche la notte, era come se non avessi mai abbastanza, invece ci trovavamo alle cinque e mezza del pomeriggio a decidere quando sarebbe stata la prossima volta, che ci saremmo rivisti, perché ora che avevo assaporato le sue labbra e visto all'interno dei suoi occhi, non volevo più staccarmene.

<<Devo iniziare a lavorare tra mezz'ora più o meno>> esclama quasi dispiaciuta e a quella risposta, il mio cuore si incrina un po' di più.

Dimenticavo che facesse la cameriera in quel ristorante isolato dal mondo, ma non pensavo che separarmi in questo modo da lei, avrebbe fatto così male.

Quindi è questa la felicità? Quella di cui tutti parlano e che anche i più grandi poeti descrivono come irraggiungibile?

Le sorrido e mi faccio coraggio a sporgermi vicino a lei, in modo da lasciarle un bacio carico di passione e che sa di "ricordati di me quando siamo lontani", poi la lascio andare a prepararsi, mentre io me ne ritorno a casa, con il cellulare in mano e con un sorriso stupido stampato in faccia, un sorriso che mai nessuno potrà mai togliermi.

Una volta arrivato a casa, rilascio un sorriso di sollievo, mentre chiamo il mio migliore amico, dicendogli tutte le novità, almeno quelle più basilari e dopo averlo sentito ridere di gusto e avermi detto che nel giro di poco sarebbe venuto a trovarmi, spengo tutto e mi lascio cadere di schiena sul letto ancora fatto.

<<Si può?>> qualcuno bussa alla porta, mi alzo leggermente col busto, per vedere il viso sorridente di Jader, seguito da una figura più alta alle sue spalle.

Faccio cenno a entrambi di entrare e dopo aver preso posto accanto a me nel letto, mi fissano con uno sguardo misto tra curiosità e voglia di dirmi qualcosa.

Passo lo sguardo a entrambi, inarcando di poco lo sguardo e attendendo, ma quando nessuno dei due si decide a parlare, decido di prendere in mano io la situazione.

<<Quindi?>> domando appoggiando la schiena sul muro dietro di me <<che notizie avete da darmi?>>.

Ormai li conosco talmente tanto bene, che è impossibile nascondermi qualcosa.

<<Come hai fatto a...>> inizia Jacopo, ma Jader lo interrompe subito.

<<Ao nun fa gnente, te volevamo dì che l'ex tua s'è fidanzata>>.

Continuo a guardarli, non capendo come ciò potrebbe essere di mio interesse e intuendo che non avrei spiccicato parola al riguardo, né che avrei fatto domande, continuano.

<<Hai capito? Nun te romperà più le palle se c'ha 'n pischello pe' le mani no?>>.

<<Quello che non capisco io, è a quale ex vi riferite>> lo dico sorridendo, non perché abbia avuto chissà quante ragazze, ma semplicemente perché non mi importa più niente delle loro vite.

<<L'innominabile fratè>>.

Per poco non scoppio a ridere, ma la mia espressione sconcertata parla da sé.

Quindi Cecilia si è fidanzata... e chi sarebbe lo sfortunato? E soprattutto, perché non ha accennato minimamente alla cosa quando ci siamo visti?

Nonostante la curiosità iniziale, decido comunque di non proseguire e lasciare morire lì la conversazione per non far destare sospetti ai miei fratelli.

Che poi non dovrebbe neanche importarmi niente di lei.
Allora perché mi ha sorpreso così tanto?

<<Tutto bene?>> mi chiede Jacopo, vedendomi alquanto perplesso, ma non faccio in tempo a rispondere, che la voce di Nicholas, mi salva da un imbarazzo colossale.

<<Disturbo? Vostra sorella è stata così gentile da aprirmi>>.

Noto del sarcasmo alla parola "gentile", per questo gli chiedo se avesse avuto problemi.

<<Diciamo che non era molto contenta che l'avessi disturbata>> alza le spalle e si viene a sedere anche lui accanto a me.

Ormai non sembra più neanche un letto questo, ma un ritrovo di pettegole che hanno cose più importanti da fare, che farsi gli affari propri.

Una volta rimasti soli, mi sento più libero di essere me stesso.

<<Allora? Voglio sapere tutto>> proferisce il mio migliore amico sorridendomi e avvicinatosi di più a me, in attesa di cose nuove di cui parlare.

Non serve che dica altro, il mio sguardo parla per me e anche il sorriso che piano piano si propaga dalle mie labbra.

<<È successo frà>> lo dico con così tanto entusiasmo, da sembrare quasi una ragazzina alla sua prima cotta.

<<Cioè mi vuoi dire che c'hai...>> non continua la frase, ma il suo gesto è più che eloquente, lo fermo prima che possa dire cose imbarazzanti e annuisco sorridendo.

Ancora non mi sembra vero, sento ancora il suo respiro addosso, il suono del suo respiro che mi sfiora leggermente, il sapore dei suoi baci e i suoi occhi carichi di desiderio. Al solo pensiero rabbrividisco.

<<Sono così contento di vederti così sereno Jo, davvero>> esclama sorridendo <<tutti abbiamo bisogno di qualcuno che ci renda felice>>.

Annuisco concorde.

<<Magari io più di tutti>> finisco la frase che ha iniziato, perché era vero. Nella mia vita mi sono sempre sentito solo e poco desiderato, ma da quando conosco lei, la mia vita è totalmente cambiata.

Passiamo insieme il restante della serata, tra una chiacchierata in compagnia e qualche occhiataccia di Paola, evidentemente ancora scocciata per averla disturbata poco prima.

Devo capire da cosa deriva tanto astio visto che ne era innamorata in modo quasi spropositato, ma non ci dò tanto peso, la prendo sul ridere e lascio correre.

Successivamente ci dirigiamo un'altra volta in camera mia, dopo aver aiutato nelle faccende e mentre siamo intenti a raccontarci altre cose, il mio telefono prende a squillare, seno che è arrivato un messaggio.

Il sorriso che si allarga sul mio viso, fa capire subito chi è il mittente senza neanche bisogno di spiegazioni.

Nicholas, capendo che per quella sera avrei avuto di meglio da fare, mi saluta, ricordandomi dell'appuntamento di domani e poi se ne va lasciandomi solo, con il cuore pieno e un sorriso ancora presente sul volto.

Impieghiamo ore al telefono come non mi capitava da tempo e la notte scorre veloce, tant'è che quando finiamo di parlare, mi accorgo che si è fatta quasi l'alba e che Morfeo non ne vuole sapere di venirmi a prendere, perciò mi butto sul letto, mentre il sole inizia a fare capolino da dietro una montagna e la sveglia al mio fianco segna le cinque del mattino.

Vorrei prendere sonno e recuperare almeno un paio di ore, ma il telefono riprende a suonare.

Chi potrebbe mai mandarmi un messaggio così presto?

Quando mi rendo conto chi è il mittente, un altro sorriso spunta sul mio viso, nonostante comunque l'avessi sentita fino a cinque minuti fa.

È l'alba. Io sono nel mio letto, tu nel tuo. Uno di noi due è nel letto sbagliato.

E mentre il mio cuore fa l'ennesima capriola all'interno del petto, la mia mente sa già che muoversi.

Sto arrivando.

Digito velocemente, mentre con una mano sono già a mettermi le scarpe.
Poi prendo le chiavi di casa e senza fare rumore mi dirigo verso la mia destinazione preferita.

Salvami da me - HoldenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora