Capitolo 23

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La festa procedeva bene, i bambini si stavano divertendo e Nicholas sembrava farlo ancora di più, mentre improvvisava balletti, canzoni leggermente stonate e imitazioni che capiva solo lui, ma era contento e io lo ero doppiamente, perchè mi aveva accompagnato in questa pazzia senza dire una sola parola.

Mi ero più volte sorpreso da solo mentre fissavo la ragazza al mio fianco, ridere di gusto e battere le mani a suon di musica mentre di tanto in tanto si preoccupava di non far rimanere i piccoli ospiti senza merenda, cosa importante visto che a ogni richiesta, dovevamo scattare come dei soldatini, altrimenti iniziavano a partire cori di protesta e tra la musica ad alto volume che riproduceva le canzoni dello zecchino d'oro e rumori di sottofondo di porte che sbattevano e sedie che si spostavano, avevo già mal di testa di mio, per sopportare anche urla e pianti.

Guardando l'orologio, mi ero accorto che si fosse fatto anche abbastanza tardi e che da lì a qualche minuto sarebbero arrivati i loro genitori a prendere quelle piccole pesti, liberandoci da un po' di rumore, ma lasciandoci l'arduo compito di rimettere tutto a posto, perchè avevo intenzione di aiutarla, non l'avrei lasciata sola a fare tutto.

Dopo una ventina di minuti dal mio ultimo pensiero riguardante tutto il disordine accumulato, il campanello di casa inizia a suonare e la prima coppia di genitori si palesa per recuperare il loro bambino.

Via via tutti i bambini se ne vanno e nel giro di un'altra mezz'oretta, ritorniamo ad essere solo noi quattro come al principio.

<<Gazie, mi sono diveltita tantissimo>> esclama a un tratto la piccola Margherita, fiondandosi al collo di Nicholas e abbracciandolo come se le avesse organizzato la miglior festa della sua vita, quando lui in realtà altro non ha fatto che ambientarsi presto e cercare di rendere felici quei bambini, cosa che gli riusciva parecchio bene.

Lo vedo sorridere e ricambiare l'abbraccio, per poi sussurrarle qualcosa all'orecchio.

E il non capire cosa le abbia potuto dire di tanto segreto, mi fa storcere il naso, ma sorridere allo stesso tempo.

Poi lo sguardo di Margherita si sposta su di me, mi viene vicino e mi prende la mano, per poi farmi abbassare alla sua altezza e abbracciarmi con tutta la forza che ha.

La abbraccio a mia volta, per poi voltarmi verso Iris che ora ci guarda parecchio divertita.

<<Ti aiuto a mettere a posto>> le dico una volta ripresa la mia postura normale.

<<Se volete mi fermo anche io>> si offre Nicholas, ma lo fulmino con lo sguardo. Sembra capire immediatamente le mie reali intenzione e, facendo finta di leggere una cosa sul cellulare, cambia improvvisamente la sua versione <<ah no, che stupido, dimenticavo che dovevo aiutare mia madre con una cosa, magari sarà per la prossima>>.

E dopo essersi scusato, per finta ovviamente, si dilegua lasciandoci in tre e con un sacco di bicchieri e bottiglie sparse per casa.

Decidiamo di metterci all'opera, mentre la più piccola di casa gioca ancora per terra con tutti i regali che le hanno dato.

Il mio giace in un angolo, ma non ancora per molto, perchè dopo averlo scartato della confezione originale, inizia a farlo muovere a suo piacimento, ridendo di tanto in tanto e facendogli fare amicizia con altri bambolotti ricevuti quel giorno.

Poi il campanello suona nuovamente.

Guardo Iris per chiedere se ci fossimo dimenticati di qualche bambino, ma quando lei alza le spalle, capisco che neanche lei era al corrente di questa visita, quindi lascia per un attimo quello che sta facendo e si fionda alla porta, sorridendo un attimo dopo.

Ritorna con una signora che mi sembra di aver già visto da qualche parte, ma non ricordo bene dove, fino a quando non ce la presenta.

<<Zia Sà>> urla la bambina dal pianerottolo e la signora la prende in braccio facendola volteggiare su sè stessa.

Salvami da me - HoldenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora