Subito dopo essermi svegliato, mi arrivò una chiamata da Valentina. - Pronto?- La sentii ansimare. Non capivo, mi stavo preoccupando. - Aiutami... Non riesco a respirare... Vieni qui... Ti prego...- Disse. Oh no, stava avendo un attacco di panico. - Ascoltami, Valentina: Sto arrivando. Fai dei respiri profondi: inspira... e espira...- Continuai a guidarla mentre prendevo la macchina e correvo da lei. Cercavo di parlarle con la massima calma, ma mi stavo agitando anch'io. Quando arrivai e lei mi aprì la porta, la abbracciai immediatamente. Chiusi la porta con il piede e lei scoppiò a piangere.
Ha davvero bisogno di me.
- Tranquilla, sono qui. Va tutto bene- Pronunciai quelle parole ancora prima di pensarle e percepii il suo corpo rilassarsi leggermente.
Come se si sentisse al sicuro.
Chissà da quanto tempo aveva bisogno di sfogarsi e non l'aveva fatto, fino ad arrivare a questo punto. La portai sul divano e le misi una coperta, cullandola e coccolandola come un padre con la propria figlia. Dopo un po' di tempo riuscii a farla calmare. Le chiesi cosa fosse successo e mi raccontò di un'incubo che combaciava perfettamente con il mio.
Solo casualità, giusto?
Non ne ero poi così sicuro. Dopo ancora un po' di tempo che la tenevo stretta, mi chiese di dormire con lei. Accettai senza esitare, visto che poteva venirle un altro attacco. La portai in camera e ci mettemmo sotto le coperte. Le accarezzai la schiena e prima che si addormentasse, mi ringraziò. Scivolò in un sonno profondo.
Wow, le faccio un bell'effetto.
Si sentiva così al sicuro con me che si era addormentata subito. Probabilmente nessuno la considerava, quindi un minimo di interesse le era bastato ad aggrapparsi a me. La cosa, per l'assurdo, non mi disturbava affatto. Forse lei era davvero la mia principessa e io il suo cavaliere. Ma io non dovevo salvarla, dovevo solo sostenerla finché non avrebbe imparato a camminare da sola, perché lei aveva solo bisogno di riprendersi. La conoscevo da poco, ma avevo capito che la determinazione che bruciava in lei era potentissima. Ma anche se non aveva bisogno della mia protezione, mi faceva sentire bene stringerla tra le mie braccia. Era come se sentissi che era corretto. Quando pensavo a lei, quando ero con lei, in quel momento con lei addormentata nel mio abbraccio, mi sentivo a casa. La osservai: addormentata, la sua solita espressione da dura scompariva. Era bellissima: i capelli castani le incorniciavano perfettamente il viso e le sue labbra rosa spiccavano sul suo incarnato chiaro. Sembrava un'angelo caduto dal cielo. Ebbi uno strano déjà-vu: mi sembrava che avessimo già dormito insieme, ma non era mai successo. -Non in questa vita- sembrò sussurrare uno spiffero di vento. Mi convinsi che me lo ero sognato, data la stanchezza. Mi addormentai, ma poi sentii i suoi genitori rincasare. Mi stavo per alzare, ma lei mi trattenne. - Non ti alzare, non verranno qui. Ti conviene coprirti le orecchie. - Disse porgendomi dei tappi per le orecchie. -Perché?- Chiesi.- Perché tra poco si metteranno a farlo e poi litigheranno. - Disse con un velo di amarezza nella voce. La strinsi di nuovo.- Va bene, principessina. Non importa se i tuoi genitori fanno così. Ora io sono con te, non preoccuparti.- Probabilmente era mezza addormentata, perché mi rivolse un sorriso che avrebbe potuto illuminare tutta la città.
Allora sono davvero belli come li immagino, i suoi sorrisi.
Le accarezzai la guancia, mentre lei chiudeva quei suoi occhi bellissimi. L'ombra di quel sorriso le rimase persino nel sonno. Mi stavo innamorando di lei. Mi arresi a questo pensiero. Mentire a me stesso non funzionava più. Mi addormentai ripensando a quel sorriso, bello quanto raro.
Spazio Autrice:
Allooora, eccomi qui. No, non sono in ritardo e scoprirete subito il pk... Be', a parte questa storia, come promesso vi ho messo il pov di Matteo. Vi ho scaldato il corazòn?(faccio francese ma non ho la minima idea di come si dica cuore in francese) Se vi è piaciuta la storia, commentate e lasciate una stellina. baci, la vostra autrice senza cervello<3
STAI LEGGENDO
Il Filo del Destino
ChickLit" Amavo i paesaggi invernali perché all'apparenza, sembra tutto morto, ma in realtà sta aspettando di sbocciare, sta aspettando la primavera. Amavo quei paesaggi perché mi rispecchiavano: stavo aspettando la mia primavera, ma sembravo morta. " Valen...