Epilogo

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Sette anni dopo

Sono a casa e sto frugando un po' per i cassetti. Mi piace farlo quando ho voglia di tornare un po' indietro nel tempo. Ho un cassetto speciale in cui metto tutti i ricordi più importanti. Trovo un vecchio bavaglino di Marco, un ciuccio, le candeline del suo primo compleanno, alcune ecografie di quando ero incinta e delle foto. Non ricordavo di averle messe lì. Sono chiuse da un nastrino. Le prendo in mano e sciolgo il nodo. Sono le foto di me e Matteo, il giorno dell'incidente. Mi ricordo che le avevo fatte stampare per ricordami di quel giorno meraviglioso quanto tragico. La luce del tramonto era fantastica, creava dei giochi di luce incredibili e faceva risaltare i nostri sorrisi. Eravamo molto giovani. Mi rattrista il non poter confrontare il Matteo della foto con quello potenziale di ora. Osservo la sua figura e rimango incantata, come al solito. Anche a distanza di anni quel ragazzo mi fa battere i cuore. Anche se il suo non batte più. E non lo dico con tristezza, ma con consapevolezza e un po' di rassegnazione. Persino dalla foto riesco a vedere l'amore nei suoi occhi, così vivo. Lo sento ancora, non importa se non c'è più, perché mi ha donato così tanto che riesco a percepire ancora la sua fiamma. Il mio sguardo si perdeva nel suo, inconsapevole che sarebbe stato l'ultimo giorno concesso al nostro amore. Un sorriso triste e stanco, di chi ha sofferto veramente tanto, spunta sulle mie labbra. Ma c'é anche un po' di gioia, in quel sorriso. Gioia per un amore che abbiamo provato. Guardo tutte le foto con nostalgia. Le richiudo con il loro nastro e le rimetto a posto, promettendomi che un giorno le incornicerò. Mi cade l'occhio su un oggetto metallico lì vicino. Lo prendo tra le mani. Il nostro audio-registratore. Inizio a riascoltare la sua voce, senza prestare attenzione alle sue parole. Arrivo alla registrazione del giorno dell'incidente. Fermo un secondo la riproduzione, rimanendo stupita. Non ero mai riuscita ad ascoltare il messaggio finale. Lo fermavo prima, troppo sopraffatta e addolorata per sentire la voce l'ultima volta che ha respirato con me. Prendo un respiro profondo e avvio la registrazione.

-Ehi, Piccola, come va? Non so se stai ascoltando questo messaggio e non lo saprò mai. Volevo dirti che oggi sei stata fantastica. Ma non solo oggi, in realtà. Tu sei sempre fantastica. Mi sei piaciuta fin dall'inizio. La tua determinazione mi ha sempre affascinato. Ti ricordi quando ti chiamavo "Principessina"? Be', mi sbagliavo, tu sei una regina. Una principessa ha bisogno di un principe che la salvi, una regina riesce a farlo da sola. Tu sei una regina, perché senza di me riuscirai ad andare avanti. Anche se non sarò qui, anche se non mi potrai più vedere e toccare, tu riuscirai ad andare avanti e costruirti una nuova vita. In caso te lo stessi chiedendo, sì, so che morirò a breve. Una voce mi ha sussurrato questa notte che la mia vita è conclusa e ho le ore contate. Mi ha concesso le mie ultime ventiquattro ore. E le ho passate fantasticamente. Molte persone se sapessero che hanno solo un giorno di vita lo sfrutterebbero per fare tutto ciò che non hanno mai fatto, ma io ho scelto di passarlo con te, come una giornata normale. Spero che riuscirai ad accettare la mia scomparsa. Spero che il dolore non sia troppo difficile da sopportare. So che andrai avanti. Perché sei forte, perché mi ami e perché io sarò sempre con te. Ti ho amata, ti amo e ti amerò, per l'eternità. Perché, in fondo, la luna è bellissima, non credi?-

Sto piangendo. Non so nemmeno per quale emozione. -La luna è bellissima, ma il tramonto non è da meno, non credi?- Sussurro. Una folata di vento mi sfiora, e so che è lui, perché le finestre sono chiuse. Stringo il registratore a me e continuo a singhiozzare. -Mamma!- Mio figlio Marco, di sei anni, entra in camera. -Mamma guarda! Mamma...- Marco mi guarda e gli sorrido dolcemente. -Ehi, amore...- Mi guarda preoccupato. -Mamma, è papà?- Mi chiede guardando il registratore che ho in mano. Annuisco piano. Ho mantenuto la mia promessa. Ho raccontato a mio figlio, nostro figlio, del nostro bellissimo e incredibile amore. Gli ho parlato di tutto quello che faceva per me suo papà. Punta i suoi occhietti azzurri come quelli del padre sul di me. Si avvicina e mi abbraccia. Lo stringo a me. Jess entra in stanza. Si avvicina e quando vede i miei occhi lucidi si unisce all'abbraccio. Fa segno a qualcuno dietro di me di avvicinarsi e riconosco il profumo familiare di Leila, la mia nuova mamma. Si aggrega a noi e un moto di felicità e amore mi investono, con la consapevolezza che Matteo è con noi e mi sta abbracciando anche lui, anche se non posso sentirlo.

 E anche se so che il mio amore non tornerà mai più, so che la nostra storia è stata scritta tra queste pagine, che spero tu abbia letto con attenzione. So che, quando vorrai potrai riprendere questa storia e riportarci in vita, rivivere il nostro amore e concederci un po' di nostalgia. So che un giorno ti torneranno queste parole in mente, e sorriderai per questa chiusura insolita, perché oltre che a parlare con te, ti porgo i ringraziamenti da parte dell'autrice. Grazie per aver ascoltato me e Matteo, grazie per averci dedicato il tuo tempo e chissà, forse anche un posticino nel tuo cuore. Grazie. Ci rivediamo tra le pagine, nel Filo del Destino.

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