Matteo
La mattina dopo era sabato, quindi niente scuola. Mi svegliai prima di lei e visto che faticava a dormire e l'avevo sentita alzarsi varie volte durante la notte, decisi di lasciarla riposare ancora un po'. Scesi in cucina e capii immediatamente che i suoi genitori erano andati via da un po'. Trovai l'occorrente per apparecchiare la tavola e preparai la colazione. Quando fu tutto pronto, tornai di sopra e la trovai seduta sul letto a leggere il diario di Anna.- Buongiorno principessina.- Dissi con un sorriso ebete sulla faccia.
Sono proprio un cretino.
I ricordi di ieri sera mi volteggiavano nella mente. - Buongiorno, Coso.- Disse osservandomi un po' confusa. - Sua Maestà, la colazione è pronta.- Dissi facendo un inchino esagerato. Lei alzò leggermente gli angoli delle labbra. Un piccolo progresso! Scese dal letto e andammo a fare colazione. La signorina si servì e mangiò. - Ti piace?- Le chiesi. Lei annuì. L'angolo della sua bocca era sporco di marmellata alla ciliegia. Allungai la mano e con il pollice le pulii la bocca. Poi leccai la marmellata sul mio dito. Un gran cliché, però di solito funzionava. Colsi un guizzo di sorpresa nei suoi occhi e la vidi arrossire. - Non ti facevo così sentimentale...- Dissi cercando di suonare il più sensuale possibile. Ma da quando il mio obbiettivo era conquistarla?
Da quando hai accettato di esserne innamorato.
Disse la vocina della mia mente. Il rossore di Valentina svanì dopo poco. Finimmo la colazione e ci salutammo. - Aspetta... Tieni.- Mi mise in mano un mazzo di chiavi. - In caso avessi di nuovo bisogno o tu volessi venire a fare un salto...- Disse leggermente impacciata. Le sorrisi e annuii. - Va bene principessina. Ci vediamo. - E poi me ne andai
Valentina
Gli avevo appena dato le chiavi di casa. Sbaglio o stamattina aveva flirtato con me? avevo sentito le farfalle nello stomaco. Ieri notte credo di avergli sorriso. Comunque... Avevo letto alcune pagine di quel diario e avevo capito che Anna era la figlia di un uomo ricco, avaro e stronzo. Sua madre era morta dandola alla luce e suo fratello più grande viveva in Inghilterra. Una famiglia unita, insomma. Almeno avevamo una cosa in comune. Ripensai ai miei genitori. Inevitabilmente ripensai a Matteo, alle sue parole dolci, a come era corso da me...
Due giorni dopo...
In due giorni avevo avuto altri due attacchi di panico e ogni volta avevo chiamato Matteo e avevamo dormito insieme. Adesso, dopo aver passato un pomeriggio insieme, lui stava per andare via, ma esitò sulla soglia. -Che c'è?- Chiesi. - Sai, penso che stasera dormirò da te. Vado a casa a recuperare qualche cambio e torno.-
Che cos'é questa sensazione che ho nel petto?
Andò a casa e poi tornò qui. - Che cosa hai detto ai tuoi?- Chiesi. - Gli ho detto che per un po' avrei dormito dai miei amici.- Disse con un sorriso sulle labbra. Presi i suoi vestiti e le misi in un angolo del mio armadio. Il suo profumo si propagò velocemente nel mio guardaroba.
Che bello.
Adoravo il suo odore e ora era ovunque: tra le mie coperte, in salotto, in bagno, nel mio armadio... Era proprio la sua fragranza a calmarmi. Quando tornai di sotto lo trovai ai fornelli.- Oggi cucino io.- Disse. - Ok, ma non so cosa ci sia di commestibile in dispensa.- Gli risposi.- Io sono uno chef, mi inventerò qualcosa.- Mi finsi preoccupata. - Devo già chiamare i soccorsi?- - No, provvederò a far sparire il tuo cadavere, non c'è problema.- disse ridendo. Feci un piccolo sorriso. La sua presenza mi stava facendo bene. Prima della morte della nonna, era lei a prendersi cura di me. Mi faceva ridere, parlavamo tanto, mi portava in giro e quando incontrava le sue amiche diceva sempre che io ero il suo gioiello. Dopo di lei mi sono dovuta arrangiare da sola.
Il mondo mi si è rivoltato contro i quel momento.
L'ho fatto per sette anni, supplicando il destino di ricevere un po' d'aiuto, ma proprio ora che avevo smesso di cercarlo, eccolo che arriva. Era arrivato con un ragazzo alto, moro, ben scolpito in ogni minimo dettaglio e più dolce del miele. Lui era come la nonna: dolce, simpatico e positivo. Lui era il sole. Poi c'ero io: fredda, apatica e pessimista. Io ero la luna. Parte di due mondi completamente diversi, ma legati da un filo per l'eternità. Mentre Matteo preparava da mangiare, io apparecchiavo. Lui cucinò una specie di pasta panna e prosciutto. Quando fu pronto ci sedemmo a mangiare e lui attaccò a parlare. - Allora, è buona?- Annuii.- Sbaglio o ti sta piacendo?- Lo guardai in faccia senza capire. - Parlo del fatto che sto dormendo sempre con te, mangio con te, faccio i compiti con te... In pratica sto vivendo con te.- Concluse. Sentii il calore salirmi alle guance. - Mi fa piacere, tutto qui.- Asserii cercando di essere il più convincente possibile. - Non è che per caso ti stai innamorando di me?-
Sì, Matteo, mi sto innamorando di te.
Spazio Autrice:
Sorpresa! In occasione della pubblicazione del 10° capitolo, ne ho pubblicati due! Capitolo un po' così, diviso in due parti, ma spero abbiate apprezzato. Oggi, oltre a chiedervi di lasciare una stellina, vi chiedo di cercare di pubblicizzare un po' la mia storia. Un abbraccio ai miei amati lettori<3
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Il Filo del Destino
Chick-Lit" Amavo i paesaggi invernali perché all'apparenza, sembra tutto morto, ma in realtà sta aspettando di sbocciare, sta aspettando la primavera. Amavo quei paesaggi perché mi rispecchiavano: stavo aspettando la mia primavera, ma sembravo morta. " Valen...