I think ill miss you forever, like the stars miss the sun in the morning sky.
Succede tutto in un secondo. La macchina ci colpisce, il vetro si rompe, la portiera si accartoccia, Matteo... Urlo, spaventata. Il conducente dell'altra macchina si sveglia e si accorge di ciò che è successo. -Matteo...- Dico flebilmente. -Matteo, rispondi...- Il corpo è rivolto verso di me, gli occhi chiusi, il respiro affannato, sangue che cola... Mi sgancio la cintura e gli prendo il volto tra le mani. -Matteo... Ti prego... Guardami!- Lui apre gli occhi. -Piccola... - Un sussurro esce dalla sua bocca. Gli passo le mani tra i capelli ma mi accorgo che quando le tolgo sono piene di sangue. -No... No no no no...- Inizio a dire come una nenia. -Pi... Piccola- La sua voce mi risveglia. -No, non sprecare energie, adeso chiamo i soccorsi, arriveranno e ti salveranno...- La sua mano si muove lenta e prende la mia. -A...Ascoltami. Io ti a... Amo, Valentina, ti ho... conosciuta e so che sei abbastanza forte... Riuscirai a vivere, senza di me... Tu sei la mia principessa ribelle, tu... Tu sei una guerriera. Promettimi che andrai avanti... Promettimi che...Che vivrai anche per me... Crescerai i figli di qualcun'altro come... come se fossero anche miei. Pro...Promettilo.- Inizio a singhiozzare, le lacrime scendono calde e silenziose. Sa che non vedrà mai il dopo di questa scena. -Te lo prometto, amore.- -Sappi che... Che ti amo con tutto...Tutto me stesso. Ti amo. Tu gua... Guarda la luna e ricordati di me. Parla ai tuo... Tuoi figli di me. Non... Non dimenticarmi.- Singhiozzo ancora. -Non potrei mai dimenticarti. Il tuo amore è così bello che lo sento anche quando non ci sei. Ma ti prego, non lasciarmi... Io ti amo, ti amo, ti amo.- Dico tra le lacrime. -Ti.. Amo. Ripetilo tutto il tempo, finché... Finché sarò qui.-
E feci come mi aveva chiesto. Ripetei "Ti amo" tutto il tempo. Lo feci con la voce tremante e spezzata, ma carica del vero amore che provavo per lui. Con tutto il sentimento che potevo, glielo ripetei, lo ripetei e lo ripetei. Lo ripetei finché non sentii la sua anima scivolarmi dalle mani. Morì tra le mie braccia, cullato dalla mia voce e dalle mie carezze, con un sorriso sulle labbra, dopo aver ripetuto con me per l'ultima volta -Ti amo-
-No, non abbandonarmi così, ti prego.- Sussurro. -Apri gli occhi e guardami!- Gli ordino. Singhiozzo, e il conducente dell'altra auto si avvicina. -APRI QUESTI FOTTUTISSIMI OCCHI E GUARDAMI, ti prego!- Urlo. Il suo corpo esanime e pallido non si muove. Urlo di dolore. Mi spezzo in quel sedile, con il corpo ancora caldo del mio amore stretto a me. Singhiozzo, urlo e mi dispero. -Ho visto l'amore della mia vita morirmi in braccio! Perché lui? Perché non io!- Urlo al cielo. Il guidatore mi comunica che ha chiamato i soccorsi, ma in realtà non lo sento. I soccorsi arrivano a sirene dispiegate e ci tirano fuori dall'auto. Prendo un soccorritore per il braccio e lo prego. -Vi supplico... Fate qualcosa...- Lui mi guarda con un sorriso triste di chi queste cose le vede ogni giorno. -Non possiamo fare niente. Se n'é andato. Purtroppo non esiste un modo riportarlo indietro.- Crollo a terra, distrutta come non lo sono mai stata in vita mia. Il soccorritore si accuccia dolcemente. -Lo so che fa male. Ho perso mia figlia in questo modo. Mi è morta tra le braccia. Fa tanto male, ma bisogna rialzarsi.- Mi porge la mano e mi aiuta a rimettermi in piedi. -Vieni con noi in ospedale. Lì ti aiuteranno.- Mi trascina dolcemente verso l'ambulanza e vedo che in un'altra stanno caricando una barella coperta con un telo bianco. Allungo la mano come a volerlo toccare e altre lacrime scendono abbondanti sul mio volto stanco. Piango così forte che spalanco la bocca, come se dovessi urlare, ma dalle mie labbra esce solo un suono strozzato. Continuo a rantolare e per calmarmi mi iniettano qualcosa. L'ultima cosa che vedo è il volto del soccorritore che mi dice che starò meglio.
***
Mi risveglio in una stanza d'ospedale con un vuoto al petto. Fisso il muro davanti a me, lacrime solitarie scendono dai miei occhi, senza che io provi a scacciarle. Dopo un po' decido di mettermi in a sedere e mi accorgo di avere una flebo attaccata. Noto una chioma rossiccia un po' scombinata affianco a me. -Leila?- Chiedo flebilmente. Si volta e quel volto così familiare mi rassicura. -Ciao tesoro.- Mi dice con la voce rotta. I capelli sono scombinati, gli occhi gonfi e il naso rosso. -Non c'è più.- Dico. -Già.- Sento il vuoto espandersi, farmi male. Lui non sarà sul divano con una rivista sotto il naso al mio ritorno. Non mi preparerà più la colazione speciale. Non mi sorriderà più. Non potrò più osservare i suoi bellissimi occhi carichi d'amore per me. Non ci sarà più un " La luna è bellissima, non credi?". Non ci sarà il suo tocco. Non ci sarà. Questi pensieri brutali mi stingono il petto. Singhiozzo come la sera prima. Crollo ancora, ma stavolta non sono sola. C'é Leila, che piange silenziosamente con me per suo figlio. Mi abbraccia. -Almeno ho ancora te.- Dice dolcemente. -Credevo che vi avrei persi entrambi. Tu sei come una figlia, lo sai. Ti voglio bene tanto quanto ne voglio a lui.- Le sue parole mi confortano. -Porteremo sempre un po' di lui con noi. Gliel'ho promesso prima che se andasse.- Sussurro. -Ma certo. Lui esiste ancora, solo che non è qui.- Mi dice affettuosa. E restiamo così, come madre e figlia, abbracciate consolandoci per un vuoto che resterà lì per sempre. Ad un certo punto, un dottore entra in stanza. -Signorina Perillo?- Porto l'attenzione su di lui. -Mi dispiace disturbarla in un momento così delicato ma abbiamo delle notizie da comunicarle.- Annuisco piano. -L'incidente non ha causato danni fisici né cerebrali, ma di certo lo shock per la situazione e il lutto infieriranno sulla sua salute mentale, quindi le consigliamo il consulto di uno specialista. Ora le dovrò comunicare un'altra notizia, ma questa potrebbe essere più difficile da assimilare per lei.- Dice facendo una pausa. Mi metto in allarme. -Lei è incinta di tre settimane.- Se prima credevo che la mia vita fosse finita, ora so che invece ho di nuovo una ragione di vita. E' come quando vedi un fiore che nasce vicino a ciò che resta di un tronco di un albero secolare che è stato tagliato. Sorrido e piango ancora, ma piango di gioia. Sono felice nella tristezza. Le lacrime di dolore si mescolano a quelle di felicità creando una nuova e strana emozione. -Questa è la notizia più bella che poteva darmi, dottore.- Il dottore sorride leggermente imbarazzato. -Mi fa piacere di averle risollevato il morale. Ora devo andare, tornerò più tardi per una visita di controllo. Arrivederci.- Ricambio il saluto e istintivamente mi accarezzo la pancia. Sapere che una parte di Matteo crescerà dentro di me mi ha dato una nuova visione della cosa. Forse il vuoto bisogna addobbarlo, per farlo sentire meno... Meno vuoto. Bisogna riempirlo di fiori, disegni e decorazioni, e forse non mi dispiacerà così tanto che ci sia quel piccolo vuoto, lì, in quell'angolo del mio cuore. Mi volto verso Leila. -Adesso Matteo non posso proprio dimenticarlo.- Sorrido. -Non posso crederci, avrò un nipotino!- Ci abbracciamo di nuovo e io chiamo Jess per comunicarle la notizia. La sua reazione è stata: -Piano zia pazza che ti fa sempre regali in azione!- E adesso, dovrò affrontare la tappa finale. L'ultimo saluto al mio ragazzo.
***
Il giorno del funerale di Matteo arrivò troppo in fretta. Entriamo nella chiesa che è stata addobbata con rose bianche e varie ghirlande per l'occasione. Io e i genitori di Matteo siamo nella panca più vicina alla bara. Sapere che il suo corpo senza vita è a pochi metri da me mi sconvolge. Piano piano entrano tutti: parenti lontani, amici, i nostri vecchi compagni di scuola... Un'ondata di nostalgia mi colpisce. Mi manca il nostro prima. Mi tornano in mente le parole del fato: "Il destino non è clemente con chi crede di domarlo" E questa è la nostra punizione. La mia punizione. La cerimonia inizia, ma non ascolto. Sono troppo concentrata ad osservare la nobile bara che ospita il corpo di colui a cui ho donato tutta me stessa. Ben presto arriva il momento del discordo dei familiari e io vengo chiamata sul palco. Con il mio vestito nero e i tacchi del medesimo colore salgo sul palco improvvisato. Mi avvicino al microfono e per un secondo osservo tutti i presenti. -Io sono Valentina Perillo, e sono la ragazza di Matteo. Lui per me è stato la luce nel buio. In un momento della mia vita in cui non sapevo chi fossi, lui mi ha teso la mano. Mi ha mostrato l'amore, una cosa che in pochi hanno saputo darmi nella vita. Mi ha messo in mano il suo cuore e mi ha fatto provare l'amore più bello e puro che esista. Il nostro legame va oltre ciò che posso spiegare. Posso dire che quando la sua anima ha lasciato il suo corpo tra le mie braccia, sono morta. Una parte di me è morta insieme a lui in quei dannati sedili. La sua scomparsa ha lasciato un vuoto enorme nl mio cuore. Un vuoto che nessuno potrebbe colmare. Ma ho capito che il vuoto non si colma. Si addobba. Il vuoto non lo puoi cancellare, ma puoi renderlo meno doloroso, trasformandolo in qualcosa che ti fa stare meglio. Il vuoto va abbellito con fiori, ghirlande disegni, musica... Tutto ciò che ci fa stare bene. Quella notte ho creduto che fosse davvero finita. Che sarei rimasta vuota. Ma invece, è nato un fiorellino. Piccolo. Ma crescerà. Quel fiorellino, è il figlio che Matteo non vedrà mai, ma che si ricorderà di lui. Perché Matteo è in ognuno di noi. Finché si mantiene la memoria di qualcuno che non è più con noi, questa persona continuerà ad esistere. Si può seppellire una vita, non un'esistenza. E ora, con permesso, non mi dilungo in altre parole e vado salutare l'amore della mia vita per l'ultima volta.- Mentre scendo, vedo molti volti commossi. Quelle parole sono uscite dal cuore e le persone lo sanno. Tutti si aspettano che io vada verso la bara, invece, esco dalla chiesa. Il funerale hanno deciso di farlo in una chiesa di fronte a una spiaggia e la cosa non poteva che calzare a pennello. Fortunatamente nessuno mi segue e io vado verso riva del mare. Mi tolgo le scarpe e affondo i piedi nella sabbia. Arrivo a contatto con l'acqua cristallina e un brivido mi corre lungo la schiena. -Hai sentito?- Chiedo a Matteo. E' tardi e il sole sta tramontando. -Purtroppo, non potrò mai più sentirti dire la nostra frase. Ma so che tu la sussurrerai al mio orecchio ogni notte, per ricordarmi che mi aspetterai.- Prendo un respiro profondo. -Ho una nuova frase, che ti ripeterò ogni giorno.- Osservo la luce del crepuscolo che mi accarezza la pelle dolcemente. Porto ancora la nostra collana. -Il tramonto è bellissimo, non credi?- Nel pronunciare queste parole mi scende una lacrima. -Ho sentito dire che in poesia questa frase significa "ti amo, ma ti sto lasciando andare" e io te la ripeterò, perché io lo sto facendo. Le nostre anime sono legate da sempre da un filo rosso, indissolubile, il filo del destino. Ma a quanto pare, non siamo destinati a stare insieme a lungo. In nessuna vita. Per questo...- Mi sfilo la collana e la tengo dalla catenina, facendola ondeggiare sopra l'acqua. -...Lascerò che sia il segreto dell'oceano a custodire il nostro amore.- Dico lanciando la collana più lontano che posso. -Io ti amo, ma ti sto lasciando andare.- Sento il dolore per aver cancellato il motivo del nostro incontro, ma anche la liberazione di una catena. -Ti amo, Matteo, e lo farò per l'eternità. Aspettami, che tornerò, prima o poi. Perché io torno sempre.- Detto ciò, mando un bacio al cielo e torno alla mia auto. Non ho intenzione di vedere la bara del mio amato. Perché lui non è lì. Lui è nella luna, nel mare, nelle colazioni, nella nostra incisione sull'albero... Lui è dentro di me. Entro in macchina e metto in moto, verso una nuova vita. Di nuovo.
E lascio andare il mio passato, restando legata al mio amore, pronta a vivere il presente senza ma senza dimenticare. Perché il mare custodisce e non dimentica. Perché questo, è Il Filo del Destino.
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Il Filo del Destino
ChickLit" Amavo i paesaggi invernali perché all'apparenza, sembra tutto morto, ma in realtà sta aspettando di sbocciare, sta aspettando la primavera. Amavo quei paesaggi perché mi rispecchiavano: stavo aspettando la mia primavera, ma sembravo morta. " Valen...