Matteo
Sabato arrivò troppo in fretta e in quel momento mi trovavo alla porta di casa Botto. Suonai il campanello e proprio Martina mi venne ad aprire. Misi immediatamente un sorriso finto. -Buonasera!- Dissi con finto entusiasmo. -Buonasera anche a te!- Rispose lei cinguettando. Mi spostai per condurla alla macchina, ma lei mi fece una smorfia imbronciata. -E non me li fai i complimenti per il vestito?- no. -Oh, sì, scusa, ma che sbadato!- Dissi fingendo di pentirmi. La osservai. Indossava un vestitino bianco con dei motivi a fiori. La gonna corta a sbuffo lasciva scoperta buona parte delle sue gambe, lasciando poco spazio all'immaginazione. Non mi piaceva molto. -Molto carino.- Dissi cercando di suonare convincente. Lei si accontentò, dirigendosi verso la mia macchina. Si sedette al mio fianco e il viaggio si svolse in silenzio. Una volta scesi dall'auto, attaccai bottone. -Mio padre mi ha consigliato questo posto perché è famoso per le sue serate di esibizione anonime. Spero ti piaccia.- Dissi. In realtà non m'importava se le piacesse o no, volevo cercare di farla finita al più presto. L'esibizione durava più o meno fino all'una, quindi avrei dovuto sorbirmi Martina ancora per un po'. Una volta finita l'esibizione, contavo di andarmene. Entrammo dalla porta e la musica ad alto volume ci investì. I corpi già sudati ballavano tutti appiccicati. Nell'angolo bar c'erano alcuni gruppetti sospetti. Proposi di andare a prendere da bere e ci dirigemmo al bancone. Io ordinai un mojito e Martina prese uno sprits. Mentre sorseggiavamo i nostri drink, una voce metallica annunciò l'inizio dell'esibizione. Entrò prima una ragazza con un costume da leonessa al quanto provocante. Fece la sua parte e tornò dietro le quinte. Altre ragazze, con costumi leggermente "aggressivi" si esibirono. Quando arrivò una ragazza vestita da fenice, però, il pubblico scoppiò in applausi e fischi.
Ma non si è ancora esibita! Probabilmente è così brava che ormai tutti la acclamano!
Formulai questo pensiero e capii immediatamente di non sbagliarmi. Le note di Daddy Issues, dei Neighbourhood, riempirono la sala e la voce della ragazza fenice raggiunse presto le mie orecchie. La sua era una voce dolce, melodica e decisamente bellissima. Aveva un che di quasi commovente. Ne rimasi molto stupito e mi misi ad ondeggiare a ritmo di musica, cullato da quella voce angelica, sotto lo sguardo di Martina. La canzone era così bella che mi ritrovai a cantare il ritornello con la ragazza.
- Go ahead and cry, little girl, nobody does it like you do
I know how much it matters to you, I know that you got daddy issues
and if you were my little girl
I'd do whatever I could do, I'd run away and hide with you
I know that you got daddy issues, and I do too-
Quella canzone mi era entrata nell'anima. Era la mia canzone. Anche se è dedicata ad una ragazza, la sentivo mia. Cantai a squarciagola, preso dal momento. Era davvero brava, La Fenice. Quando ebbe finito, un applauso ancora più caloroso del primo scoppiò in sala. Avevo appoggiato il mio drink sul tavolo durante il mio raptus di energia, lo ripresi e diedi una generosa sorsata. Quel mojito era veramente forte, perché mi sentivo già un po' stordito. Il che era strano, visto che reggevo bene l'alcol. Però, appunto perché ero già condizionato dal mio stato di ebrezza, non ci diedi peso. Martina mi osservava sorseggiando il suo drink, sorridendo. Pensai che fosse perché mi ero reso abbastanza ridicolo davanti a lei. Mi ricomposi e mi sedetti di nuovo con lei. La serata trascorse veloce e confusionaria. Ad un certo punto, sentii Martina tirarmi il braccio. -Mhm?- La guardai cercando di capire che volesse, ma ero piuttosto ubriaco e ci stavo capendo poco. Martina mi aveva dato un altro mojito, che come il primo, era bello carico e stranamente era bastato a confondermi. Normalmente due mojito non sono proprio uno scherzo, ma così era troppo. Iniziai a sospettare del barista, ma lo dimenticai presto. Martina mi tirò in mezzo alla pista e ballammo le varie canzoni che venivano proposte. -E ora che la serata è volta al termine, le nostre cantanti attraverseranno il red carpet, appena sistemato dallo staff, per concludere con lo stile che ci contraddistingue! Vi preghiamo di evitare qualsiasi tipo di contatto...- Annunciò una voce metallica, che smisi di ascoltare. Io e la Botto ci avvicinammo per vedere da più vicino. Le ragazze in costume ci sfilavano accanto e quando vidi La Fenice, mi sembrò di vedere gli occhi di Valentina. Li avrei riconosciuti a miglia di distanza, dopo aver passato ore ad osservarli di nascosto. Quando incrociai gli occhi della ragazza, non avevo più dubbi. E lo capii quando una luce bellissima le illuminò gli smeraldi e il suo sorriso si fece più ampio. Ma proprio quando stava per passarmi davanti, mi ritrovai le labbra della Botto sulle mie. Un sapore di alcol e qualche sostanza zuccherina m'investì e io mi svegliai. La spinsi lontano da me. Mi voltai per vedere la Fenice, che era ormai lontana. Riuscii a vedere la sua rigidità e mi convinsi che quella fosse Valentina, solo lei avrebbe reagito così. Mi voltai di nuovo verso Martina e le andai contro. -Che cosa hai fatto?!? Non dovevi! Nessuno ti da il diritto di baciarmi! Non siamo fidanzati, non siamo amici e io non ti sopporto! Ma poi, quale essere dotato di cervello bacerebbe un ragazzo appena conosciuto? IO.NON.SONO.INTERESSATO!- Urlai. Ero fuori di me. Le sostanze che avevo assunto (ormai avevo capito che il mio drink era stato manomesso) e i sentimenti presero il sopravvento. Avevo visto il lavoro di settimane buttato al vento. Martina mi guardò con gli occhi colmi di lacrime. -Io...Io...Pe...Pensavo che ti piacessi...- Disse balbettando. -E invece no! E la ragazza che mi piace adesso mi odia! Ed è tutta colpa tua! Piangi quanto vuoi, non m'interessano i sentimenti di chi ha distrutto i miei sforzi. Sappi che non voglio più vederti. Serpe.- Dissi con un disprezzo che non mi apparteneva. Uscii dal locale e mi richiusi in macchina. Misi in moto e partii. Una lacrima solitaria solcò il mio volto e la rabbia divenne tristezza e delusione. anche se ben presto una domanda si fece spazio nella mia mente: come sapeva che quella era Valentina? Dubitavo che avesse agito a caso. Anche se la conoscevo poco, avevo capito che la sua era una mente perfida e calcolatrice, e se tutto fila, il suo pianto era finto e aveva previsto una mia reazione. Ci sarebbero state altre conclusioni da trarre, ma i sentimenti che stavo provando mi stavano risucchiando l'anima.
Valentina
Quel giorno sarei dovuta andare al Dance All Night. Mi preparai e andai al locale. Una volta arrivata, Jess era già sul posto. Come di routine mi misi il vestito e mi feci trucco e parrucco. Io e tutte le altre ragazze ci mettemmo in fila indiana Dietro le quinte, assicurandoci di aver posizionato bene le maschere. Il mio turno arrivò presto e quando salii sul palco il pubblico mi acclamò caloroso. Un sorriso sincero comparve sulle mie labbra. Quella sera cantai Daddy Issues, dei Neghbourhood. Il ritornello, un po' mi rispecchiava. Ma anche tutta la canzone. Solo che io avevo problemi con tutti e due i miei genitori. Cantai con tutta la passione di cui ero capace. Per un attimo, mi sembrò di incontrare gli occhi di Matteo, ma ero troppo concentrata sulle note per darci peso. Appena le ultime note ebbero concluso il loro corso, il pubblico mi acclamò con ancora più fervore di prima.
Altro che DJ, io la faccio tremare questa discoteca, baby!
M'inchinai e tornai dietro le quinte. Mi sedetti sulla classica poltroncina di pelle e attesi la sfilata. Il "momento Red Carpet", come lo avevamo ribattezzato io e Jess, arrivò in fretta e mi ritrovai a scendere le scalette sorridendo, salutando e mandando baci volanti. Ad un certo punto vidi Matteo. E stavolta ne ero certa. Temetti che mi avesse riconosciuta, perché mi sorrise. Non potei che fare di rimando, con trasporto e la voglia crescente di baciarlo. Volevo aspettarlo fuori dal locale, abbracciarlo e baciarlo. Proprio mentre stavo per passargli davanti, la Botto comparve nella mia visuale e l'immagine più terrificante mi colse alla sprovvista. Lei lo stava baciando. E il peggio era che lui non la stava respingendo. Be', se è per questo nemmeno ricambiando. Mi bloccai e il suono del mio cuore i frantumi riempì la mia mente, tanto forte che temetti che il mio cuore fosse davvero crollato e disintegrato. Una spintarella mi arrivò da dietro. -Non so cosa ti prende, ma sorridi e cammina. Forza. - Mi riprese Jessica. Grazie a Dio avevo lei dietro e non qualcun'altra. Feci come mi aveva ordinato e rigida mi mossi verso l'uscita. Una volta finita la scenetta e a gruppo dissipato, io e Jess rimanemmo in un angolino privato della parte dello staff. -Lui... L'ha baciata e non l'ha mandata via. Lui... Lui...Fino a ieri...Baciava me...- Dissi tra un singhiozzo e l'altro. Mai mi ero sentita così spaccata dentro. La prima persona a cui avevo dato fiducia dopo anni mi aveva tradita in questo modo, senza nemmeno pensarci. E se lui fosse stato fidanzato? Se mi avesse raccontato una marea di palle? Provai a calmarmi, ma come finivo di piangere, l'immagine di loro due mi ritornava in mente e io mi spezzavo sempre di più a ogni singhiozzo. -Lo so che fa male, ma passerà.- Mi disse Jess. Lei era al corrente della mia vita amorosa, senza però sapere chi fosse la persona che amavo. -Lo...Lo spero.- Dissi ancora scossa dai singhiozzi. Il mio trucco era ormai rovinato e mi ero sciolta l'acconciatura. Jess mi accompagnò a cambiarmi e mi diede una mano a ripulirmi. Mi abbracciò e mi cullò come una mamma con la figlia che si è sbucciata il ginocchio. Mi diede un bacio tra i capelli e mi accarezzò. Non parlò, non serviva. I nostri cuori facevano da soli. Jessica mi riportò a casa e si raccomandò che non facessi cavolate. Dopo che se ne andò, mi chiusi in camera e mi misi in pigiama. Mi stesi sul letto e rimasi a fissare il soffitto. Lacrime corpose continuavano a scendere lungo il mio volto, ormai dall'espressione triste e apatica. Non singhiozzavo più. Mi lasciai cullare nel pianto, dalle carezze delle lacrime e dal suono del silenzio e mi addormentai, troppo stanca per riuscire a razionalizzare ancora. Troppo stanca per affrontare altra realtà. Ad un certo punto, mi sembrò di sentire il profumo di Matteo e il suo corpo caldo attorno a me. Mi strinsi su quella strana sensazione, troppo addormentata per capire. Una voce calda e spezzata ruppe il silenzio della stanza. -Mi dispiace, Principessina.- E un singhiozzo mi si spezzò sulle labbra. Uno solo, nel silenzio di una notte senza stelle.
Spazio autrice:
Buona domenica, raghy! Lo so che mi volete strozzare, ma giuro che rimedierò (forse). Se ve lo state chiedendo, sì, mi sono divertita a scrivere questo capitolo. E' che ce lo avevo in testa da quando mi è nata l'idea di questo libro e scriverla è stata una soddisfazione. E ho anche altre scene spezza-cuore in mente, di cui mi devo togliere lo sfizio, quindi temete i miei prossimi capitoli. Proverò a essere più clemente!(non è vero) Cooomunqueee, ho una bella notizia, o almeno, lo è per me. Ho creato uno pseudonimo, ovvero Grace Crown. Ho cambiato anche il mio nikname, quindi non preoccupatevi se vedete un nome diverso sulla mia storia. Be', spero che questo capitolo vi sia pia- No, meglio di no. Cambio formula. Spero che questo capitolo abbia fatto il suo lavoro. Se sì, mettete una stellina e commentate per farmelo sapere! Vi auguro una bella domenica!( be', dopo avervi distrutto con questo capitolo, è il minimo che io possa dirvi)
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Il Filo del Destino
ChickLit" Amavo i paesaggi invernali perché all'apparenza, sembra tutto morto, ma in realtà sta aspettando di sbocciare, sta aspettando la primavera. Amavo quei paesaggi perché mi rispecchiavano: stavo aspettando la mia primavera, ma sembravo morta. " Valen...