- Non darti arie, Coso! Siamo amici. - Dissi.
Menti a te stessa, ma brava! Continua così, magari ci convinciamo persino di essere la ragazza di Shawn Mendens!
- Be', è già qualcosa! Adesso hai un amico.- Le sue parole mi scaldarono il cuore. Non ero più sola. - Vediamo se riuscirai ad arrivare al prossimo livello.- Dissi in tono di sfida. - E quale sarebbe?- Chiese. - Diventare MIGLIORE amico.- Lui alzò un sopracciglio. - Sarà facile, sono il tuo unico amico!- Schioccai la lingua. - è qui che ti sbagli, Coso. Più alzi il livello più sarà difficile. Mi procurerò un'amica. E poi chi ti dice che io non abbia delle persone importanti?- Un lampo di curiosità gli attraversò gli occhi cristallini, ma lo fermai prima che facesse qualunque domanda. - Ah-ah! Non ti dirò nulla. Visto che ti vanti di sapere tutto di tutti, vedi di scoprire anche questo.- Detto ciò, cambiammo argomento. Parlammo delle scoperte fatte su Anna. Nonostante avessimo tutte le risposte in mano, stavamo andando a rilento. Ogni volta dovevamo tradurre in lingua moderna intere pagine di termini antiquati, a tratti dovendo indovinare pure le parole, ormai sbiadite dal tempo. Dopo la nostra chiacchierata, lo salutai. Questa sera doveva tornare a casa. Ormai era una settimana che dormivamo insieme e almeno il fine settimana doveva tornare a casa, questi erano i patti fatti con i suoi. Be', questa cosa mi si era rivelata abbastanza comoda. Almeno così potevo andare al club. Appena chiusi la porta di casa, mi fiondai in bagno a prepararmi. Una doccia veloce e mi scelsi un outfit. Presi un top fluorescente giallo e dei pantaloncini neri di jeans, un po' sfilacciati in fondo. Mi truccai e acconciai i capelli castani in una coda alta. Presi il borsone con il costume e mi diressi al Dance all night. Appena varcai la soglia, la musica ad alto volume mi investì. Le luci psichedeliche mi stordirono leggermente come ogni volta e osservai la folla di persone tutte sudate e appiccicate, schiacciate come sardine. Presi il corridoio dello staff ed entrai nello spogliatoio femminile. Posai il borsone e tirai fuori il mio costume. Era un vestito dai colori del fuoco, con uno spacco laterale. Le decorazioni ricordavano le piume, rosse e di tutte le sfumature di quel colore, di una fenice. Io ero la fenice. Misi il vestito, commentando come al solito che la scollatura era troppo profonda. Andai allo specchio e misi la maschera, che riprendeva motivi e colori del vestito. Non era concesso rivelare la propria identità. Sentii la porta dello spogliatoio aprirsi ancora una decina di volte, annunciando l'ingresso delle altre cantanti. Eravamo tutte travestite da qualcosa. Mentre mi agghindavo con i miei amati pendenti di rubini, il pavone mi si avvicinò. - Ehi, Vale, come va?- disse. - Ehi, Jess, tutto bene grazie.- Risposi sfoderando un sorriso. Ecco la rivale perfetta per Matteo. Jessica era sempre stata una mia conoscenza. Con lei non avevo mai approfondito un rapporto, ma ora, Matteo a parte, sentivo il bisogno di un'amica. - Senti, Jess, io e te non abbiamo mai legato tanto, ma ora sento il bisogno di averti con me. Non reggo più da sola. Non ti chiedo di diventare subito amiche, ma vorrei provare a creare un nuovo legame...- Non mi fece finire che mi abbracciò. - Sapevo che un giorno me lo avresti chiesto. Certo che voglio essere tua amica, io ci provo da quando abbiamo dieci anni!- Disse sorridendo. Era vero, ma allora non sentivo il bisogno di avere degli amici, avevo la mia nonnina adorata e mi andava bene così. Dopo la morte della nonna, ero troppo chiusa in me stessa e nel mio dolore per cercare amicizie. Anche ora non ero felice, ma avevo capito di aver bisogno di qualcuno che mi tenesse la mano, qualcuno che giocasse con me, qualcuno che cantasse con me, qualcuno che mi facesse sentire come lo faceva la nonna. Una voce metallica annunciò l'inizio della vera serata. - Come tutti sapete, il weekend permettiamo a quindici giovani cantanti di esibirsi in incognito. Ripassiamo le regole, per sicurezza: è vietato offrire da bere alle cantanti, non si può chiedere nulla sulla loro identità e siete pregati di non infastidirle. Chiunque infranga queste regole sarà buttato fuori senza poter avere nuovo accesso al locale per un mese o più. Detto ciò, che la serata abbia inizio!- La prima ragazza, vestita da pantera, entrò in scena. Io ero ottava e Jess nona. Il mio turno arrivò in fretta e dopo essermi sistemata la maschera, entrai in scena, accolta da applausi e fischi. Ero molto rinomata per la mia bravura e tutti mi conoscevano, per ciò che potevano sapere. La base attaccò e intonai le prime note di People You Know. E quando arrivai al ritornello, la folla si scatenò.
- We used to be close
But people can go
From people you know
To people you don't
And what hurts the most
Is people can go
From people you know
To people you don't -
La folla era impazzita, stavo cantando davanti a centinaia di persone, ma non avevo paura perché loro non sapevano chi fossi. E poi questa canzone la sapevo benissimo. Ovviamente non cantavo tutte le sere la stessa canzone, tutte le cantanti avevano un repertorio da cui attingere. Finii la mia esibizione e ricevetti applausi, fischi e... UN PRESERVATIVO?!? Ma chi era l'orrido che lo aveva fatto?!? Diedi un calcio al pacchetto e feci finta di niente, nascondendo il disgusto con un sorriso. Mi inchinai e uscii di scena. Nel backstage diedi il cinque a Jess che mi passava affianco per andare sul palco. Mi sedetti insieme alle altre su delle poltroncine di pelle rosse aspettammo la fine della serata. Dopo l'ultima esibizione, fummo chiamate sul palco, e come da routine, scendemmo da esso dalle scalette frontali. Lo staff aveva fatto dividere la folla per mettere un red carpet e farci sfilare sopra di esso. Sfilammo sorridendo e salutando tutti quanti, per poi uscire dalle porte principali. Rientrammo dalle uscite d'emergenza, nel retro. Arrivata nello spogliatoio, mi struccai, mi cambiai e rimisi tutto nel borsone. Salutai Jess e andai nello sgabuzzino per recuperare la mia felpa di riserva, visto che avevo dimenticato la mia e fuori c'era un po' di vento. Entrai, ma la porta si richiuse e la luce si spense. Lanciai un urletto, ma mi calmai e cercai l'interruttore della luce. Ad un certo punto, sentii una mano ghiacciata stringere la mia e urlai. Trovai l'interruttore della luce, ma quando tornai a vedere, la mano sparì e mi accorsi di essere sempre stata sola. Ancora un po' turbata, presi la mia felpa e mi sbrigai ad andarmene. Salutai la ragazza della reception e tornai a casa, convincendomi di essermi sognata tutto quanto.
O forse no...
Spazio Autrice:
Salve, eccomi qui in una bramata domenica di sole! Ed ecco che in questo capitolo incontriamo Jess! E troviamo anche una Valentina un po' diversa. Ovviamente Matteo non sa nulla eh! Vi piace questa idea del club? Fatemelo sapere commentando e mettendo una stellina. Baci<3
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Il Filo del Destino
ChickLit" Amavo i paesaggi invernali perché all'apparenza, sembra tutto morto, ma in realtà sta aspettando di sbocciare, sta aspettando la primavera. Amavo quei paesaggi perché mi rispecchiavano: stavo aspettando la mia primavera, ma sembravo morta. " Valen...