Hired!

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Prendemmo molto seriamente la proposta di Robin, perciò cercammo di ottenere un colloquio.

Entrambi dovevamo aver fatto una bella impressione, entrambi avevamo avuto a che fare coi bambini.

Harry adorava le sorelline di Zayn, e spesso si prendeva cura di loro.

A Louis, invece, venivano affidati senza il suo consenso, i genitori dovevano pur trovare dei momenti dove consumare stupefacenti, no?

Ciò evitò di specificarlo, si limitarono a dire che entrambi avevano esperienza nel babysitting.

Insomma, esperienze diverse, medesimo risultato, entrambi erano ufficialmente assunti.

Il lavoro comportava dover passare due mesi in un campo scout nella foresta.

Louis si dimostrò entusiasta, da bambino aveva sempre voluto entrare negli scout, ma sua madre era fin troppo protettiva per tenerlo a più di due chilometri di distanza.

Il riccio invece passò i giorni precedenti alla partenza a lamentarsi, e a lamentarsi, portando tutti all'estremo.

«Harry, mutati.» lo implorò esausto.
«Zittiscimi tu, no?» con un semplice occhiolino, il più grande, non avvampò, andò completamente a fuoco.

«Mi spieghi, pervertito che non sei altro, cosa non ti piace di questo lavoro?»
«Senti, la foresta sarà affascinante ma passarci due mesi mi sembra eccessivo»

«Be', licenziati, tanto ci sarà Eleanor a tenermi compagnia lì, saremo nominati impiegati del mese»

A quel punto schizzò via, afferrò la valigia e cominciò, freneticamente, a riempirla del necessario.

«Bravo ragazzo» gli disse Louis baciandogli la folta chioma ondulata.
«Ti ha perdonato anche dopo che l'hai abbandonata in pista, deve essere proprio cotta persa...»

Harry non sapeva che Louis andò personalmente a scusarsi con Eleanor, che non faceva altro che dirgli che non conoscesse il rispetto.

Il suo asso nella manica? Avere sempre una scusa plausibile, fin troppo abituato a costruire alibi per il padre.

«Ho le mie tecniche, poi lo hai detto stesso tu, sono irresistibile» non riuscì neanche a finire la frase, il riccio lo colpì in faccia con un cuscino.

«Non l'ho sedotta, imbecille!»
«Sei una prostituta, Tomlinson»

Rincorrersi era all'ordine del giorno in quella casa, ma quel giorno non c'era nessuno, e dopo averli afferrato poté riempirlo di morsi e di baci.

Adorava ascoltare il dolce suono della sua risata, adorava che la sua colonia gli inondasse le radici, e che i suoi ricci si scompigliassero al suo tocco.

«Guarda il lato positivo, tra gli alberi nessuno ci vedrebbe, no?»
«Apparte qualche creatura selvaggia»
«L'unico animale pericoloso saresti tu»

Vennero interrotti dall'arrivo di Anne
«È appena arrivayo un pacco, credo siano le vostre divise»
«Divise?» chiese il riccio confuso.

«Come si vede che non conosci il lavoro e la fatica» disse l'altro tirando fuori le uniformi dagli scatoloni.

«Dai, su provatele! Non vedo l'ora di vedere come vi stanno» li intimò entusiasta Anne.

I due si diressero verso camera loro, pronti a indossarla.
«Me ne pento ogni giorno di più, sappilo» sbuffò il riccio.

«Ti starà benissimo, smettila di lamentarti»
«È ufficiale, è oscena»

I due si posizionarono dinanzi allo specchio, increduli dinanzi a quell'uniforme beige piena di distintivi.

Shit changes || Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora