Happy ever after

415 18 28
                                    

Decisero di non avvisare, o meglio, la famigliuola si aspettava una semplice visita da parte del riccio.

Louis era nervoso, tanto che non riusciva a frenare la sua gamba dal tremare.

Harry appoggiò delicatamente la sua mano su di essa, sapendo che la cosa lo avrebbe tranquillizzato.

«Mi sbatteranno la porta in faccia, non mi sono fatto più sentire dopo tutto quello che hanno fatte per me»
«Ti farai perdonare solo aprendo bocca, gli sei mancato»

Sarebbe stato un bugiardo se avesse detto che si fosse allontanato da quella famiglia senza farsi alcuno scrupolo.

Gli avevano restituito il calore che solo una famiglia può donare, avevano tratteggiato il percorso da seguire, e lo avevano reso l'uomo che era.

«A loro hai raccontato la verità?»
«Assolutamente no! Ti sbranerebbero, ma ho avuto una pesante discussione con mio padre quando ho saputo che fosse, in qualche modo, l'artefice, in quell'occasione me ne andai di casa»

Sentì il mondo crollargli addosso, il riccio aveva litigato con suo padre, ed era stata tutta colpa sua.

«Non so come chiederti scusa, davvero mi di spiace»
«Non hai nulla di cui scusarti, abbiamo risolto in fretta, ed è passato molto tempo»

Si era chiesto per molto tempo come il riccio avesse affrontato la fine della loro storia.

Pensava che fosse fortunato, perché a differenza sua aveva una marea di amici su cui contare e una famiglia che gli avrebbe sempre porto una spalla su cui piangere.

Lui affrontò la cosa nella più totale solitudine, perciò diede il massimo in accademia, lo sforzo fisico gli impedì di dare libero sfogo alla sua mente addolorata.

«Brianna è arrabbiata perché Freddie non potrà passare il fine settimana con lei?» domandò preoccupato.
«A dire la verità è più serena ora che non condividiamo la casa, va persino in terapia, penso che gli lascerò Freddie in settimana per compensare»

Brianna si era rivelata al quanto gelosa di Harry, dato l'attaccamento che aveva mostrato suo figlio nei suoi confronti.

C'erano ancora tante cosa da definire nella loro vita, il liscio insisteva che il riccio diventasse anch'egli tutore del figlio.

Tra di loro andava bene, cercavano di non farsi condizionare dal passato, il loro era uno sguardo che mirava solo al futuro.

Louis aveva ottenuto il trasferimento in polizia, e da poco aveva già fatto una grande spesa per un evento molto speciale.

Arrivarono per ora di pranzo, nulla di quel quartiere era cambiato, se non fosse per i graffiti sui muri che erano stati riverniciati, e l'aria silenziosa.

«È diventato un quartiere per anziani, non ci siamo più noi a riempire queste strade con le nostre grida»

Si stupì del fatto che non avesse traslocato, eppure non erano amanti della vita monotona, si aspettava che non appena si fossero liberati dei figli in casa loro, si sarebbero trasferiti su un'isola per godersi la loro pensione.

Dinanzi alla porta, pronti a bussare il campanello, il panico lo pervase.

Si nascose dietro la figura slanciata del riccio e strinse forte la mano di Freddie.

Ad accogliere il figlio ci fu Anne, che si catapultò fra le sue braccia sempre sorridente.

Harry si scansò lentamente, lasciando spazio alla sorpresa:
«Ti ho portato un ricordo»

Percepii nei suoi occhi la sorpresa, l'incredulità spiccante, finché non diventarono lucidi.

Ridacchiò, lasciando che le lacrime gli scorressero sul viso, e si avvicinò per accarezzargli la guancia.

Shit changes || Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora