Let go

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Con l'avvento dell'inverno, il clima in casa parve andare a braccetto con quello esteriore.

Un gelo fatto di silenzi, di sorrisi finti e pianti notturni, provenienti da entrambe le stanze.

Ma nessuno dei due parve rendersi conto che il sentimento fosse reciproco.

Persino il gruppo d'amici si divise:
Niall si schierò senza pensarci dalla parte di Harry, mentre Zayn fece l'esatto opposto, mentre Liam tentava di ristabilire gli equilibri in vano.

Harry tentava di alimentare la tensione, come se un generale cercasse di stuzzicare l'avversario affinché fosse lui a dichiarargli guerra.

Louis, dal canto suo, non cercava compassione tanto meno ne aveva per gli altri, viveva il dolore in silenzio, pur avendo un amico fidato a sostenerlo.

Lui e Zayn evitavano di aprire l'argomento, focalizzavano le loro energie sul concorso, dato che entrambi avevano fatto domanda.

La cosa sorprese il ragazzo dagli occhi blu, non lo faceva un tipo da armi e trincee.

Si rese conto del fatto che neanche lui lo fosse, erano semplicemente due ragazzi che ne avevano viste tante e vorrebbero risparmiare ad altri le stesse misere esperienze.

Avevano creato un gruppo di studio, che però si limitò a essere un duo, cui ritmo faceva sì che tutto andasse a gonfie vele.

I professori erano parecchio contenti di Louis, non si aspettavano tanta partecipazione, l'idea di diplomarsi lo stava evidentemente motivando.

Per tutti questi successi e soddisfazioni personali, però, non riusciva a gioire.

Non faceva che mostrare costantemente un muso lungo, nulla pareva entusiasmarlo.

Una mattina, a raggiungere le due talpe fu Eleanor, sorridente più che mai.

«Ciao musoni, togliete un attimo i nasi dai libri e ascoltatemi» seppur svogliatamente i due fecero come gli era stato chiesto.

«Qualcuno qui, e con qualcuno intendo questo signorino qui, il giorno della vigilia compie diciotto anni, e nessuno qui ha ancora organizzato nulla!»

La loro compagna aveva fra le mani il fascicolo del ragazzo, si chiedeva che cosa ci stesse facendo.

«Louis perché non me lo hai detto? Non lo sapevo!» finalmente uno dei due tornò a esprimere le sue emozioni.

«Non è importante, pensavo di andare a trovare i miei genitori al cimitero»
«È un gesto dolcissimo, Louis» sorrise lei «Ma è pur sempre il tuo compleanno, vorrei vedere il mio migliore amico felice, dopo tutto questo studio matto e disperatissimo»

Il ragazzo immaginò di guardarsi allo specchio e di vedersi rachitico e gobbo, con le borse sotto agli occhi, e la calvizie prorompente.

«Non dirmi che sto diventando come Leopardi!» si allarmò.
«Tranquillo, sei sempre stato brutto»
«Fanculo, paki!» lo colpì con un manuale.

«D'accordo ragazzina, che cosa avevi in mente per Leopardi? Anche se non sembra è un festaiolo»
«Lascia fare a me, sei un buone mani»

...

«Liam sei peggio della Svizzera, smettila di essere neutrale e prendi posizione!» lo sgridò il biondo.

«Niall!» lo rimproverò Harry «Non c'è alcuna guerra in corso, anzi è già terminata, con esito negativo»

«A me non sembra che la vostra rottura sia ufficiale»
«Zitto un po', Svizzera» si stufò il riccio.

«Ha ragione, qui bisogna mettere un punto alla situazione, mentre lui si butta sui libri per non pensare, tu in segreto sembri farlo nell'alcool»

Shit changes || Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora