Road home

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I due mesi erano passati in un battibaleno, e la coppia non era mai stata così felice di tornare a casa.

Avrebbero avuto agosto totalmente libero, e passavano le ora a pensare a cosa avrebbero potuto fare, dove sarebbero potuti andare.

«Ti dico che dovremmo partire per Roma!» insisteva il riccio.
«Harry andiamo, sai quanto è costoso programmare un viaggio all'ultimo, ci rifaremo poi...»

Il minore tenne il broncio per tutto il giorno, per poi smorzarlo quando arrivò il momento di fare le valigie.

Louis riguardava le fotografie appena stampate dal rullino, poche cartucce ma troppi ricordi da tenere a mente.

Il maggiore dovette fotografare, spesso e volentieri, il riccio di nascosto, perché troppo timido per mettersi in posa da solo.

Il minore fece il suo ingresso, mentre si tamponava i capelli fradici dopo il bagno.

«Cosa guardi?» gli chiese.
«Ho stampato le foto che avevo sul rullino» il riccio gli corse incontro.
«Fa' vedere!» lo intimò.

Inizio a sfogliarle pian piano, sorridendo, parve commuoversi.

«Non appena saremo a casa racconterò alla mia famiglia di te, di noi»

Si voltò verso il maggiore, poggiò la mano della sulla sua guancia, e gliela accarezzò.

«Non mi sono mai sentito così»
«Così come?» il liscio corrugò la fronte.

Il riccio rise, e poggiò le sue labbra su quelle del suo fidanzato.
«Così vivo»

...

Arrivarono a destinazione in serata, trovandosi davanti una rigorosa e abbondante cena preparata dalla cuoca di casa.

Anne li accolse calorosamente, mentre Gemma era ancora esausta dal turno di lavoro.

Robin non perse occasione per dire a entrambi che fossero cresciuti e chiaramente maturati.

Insomma, come suo solito dire, il lavoro paga..

«Non sapete quanto sono contenta di vedervi! Guarda quanto è cresciuto il mio riccio!» Harry avvampò come non mai.

«Mamma...» cominciò a scompigliargli i ricci, e lui tentò, fallendo miseramente, di rimediare al danno fatto.

«Anne ha ragione, Harry, ti ha fatto proprio bene quest'esperienza, che ci racconti?»

In quel momento, il riccio andò senza alcun dubbio in panico, voltandosi verso il suo ragazzo.

In risposta, il maggiore gli strinse la mano sotto al tavolo, per dargli sicurezza.

«Sono successe così tante cose che non so da dove cominciare...» imbarazzato cominciò a giocare con il suo pasto.

«Abbiamo passato le giornate fra i monti più belli, badato ai bambini più monelli, ma la miglior avventura è iniziata prima ancora di partire» confessò.

Incrociò le sue dita con quelle di Louis, e trascinò la sua mano sopra al tavolo, mettendole in bella mostra.

«Da quando questo meraviglioso ragazzo è entrato nella mia vita, ho smesso di esistere e ho iniziato a vivere, ogni bacio è un'ondata di ossigeno»

Si accarezzavano le mani, e si guardavano negli occhi, erano troppo focalizzati su di loro per notare gli altri.

«Desideriamo con tutto il nostro cuore costruire una nostra vita insieme, riesco già a immaginare le vostre risate sotto i baffi, perché siamo ancora giovani e ingenui...»

Shit changes || Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora