Who is this?

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Anne impastava tranquilla il pane, oramai pronto da informare, mentre Louis si offrì volentieri di apparecchiare la tavola e di aiutarla a preparare la cena, con tanta sorpresa di Anne:

«Ti piace cucinare?»
«Direi di no, però ho fatto tanti lavoretti: cameriere, lavapiatti, prestinaio...» ammise Louis.

«Presti che?» Louis non riuscì trattenere la sua solita risatina.
«Il prestinaio, cioè fornaio o panettiere, deriva dal latino sa? Da pristinarius o forse da pristinium, che invece vuol dire mulino.»

Anne rimase esterrefatta, diede una pacca sulla spalla al moro «Ma quindi sei un piccolo genio tu, eh?» esclamò scompigliandogli i capelli. «Presumo quindi che ti piaccia la scuola?»

«Si, mi piaceva, ero alquanto portato per le materie umanistiche, ora sarei in quarta, se non fosse per mio padre che mi forzò a lasciare ancora prima che potessi completare il secondo anno.»
ad Anne le si spezzò il cuore, ma prese di petto la situazione.

«Tu riscriveremo a scuola, Louis, te lo prometto!»
«Non si preoccupi, probabilmente starò qui per poco, vi arrecherei solo un disturbo con tutte quelle formalità burocratiche» Anne lesse nelle sue parole tutto il senso di sconfitta e rassegnazione, cosa che le parve intollerabile, soprattutto se proveniente dalla bocca di un ragazzo.

Louis si accorsè dell'effetto che ebbero le sue sventure su di lei, perciò tentò di sviare il discorso.

«Mentre i vostri ragazzi?» chiese.
«Oh, i  miei figli invece mi fanno tribolare, sapessi quante ne combinano...» disse ridacchiando.
«Potrebbero fare qualsiasi cosa, ma continuerei ad amarli più della mia vita.» esclamò, per poi accorgersi che Louis si limitava a sorriderle, incapace probabilmente di esprimersi al riguardo, e Anne si sentì particolarmente in colpa;

aveva saputo da Robin del passato del ragazzo e di certo non avrebbe interferito, e siccome aveva di già messo il dito nella piaga, evitò di porgere qualsiasi tipo di scuse.

«A proposito, Robin è andato a prenderli al centro sportivo, dovranno essere di ritorno in tempo per la cena!»

«Non vedo l'ora di conoscerli.»
«Sono curiosa di sapere che reazione avranno, sai?»

Louis di colpò si fermò, poggiò i piatti sul tavolo e si voltò verso Anne:

«Mi sta dicendo che non glielo avete detto? Loro non sanno niente di niente?» chiese mostrando un'aria parecchio turbata.
«Volevamo che fosse così, temevamo che avrebbero opposto resistenza» ammise.
«Suppongo che non la prenderanno così bene...»

...

Harry spalancò violentemente la porta e corse diretto verso la cucina
«Harry le mani!» lo rimproverò Gemma.

«Mamma, ho delle grandi notizie!» l'entusiasmo del ragazzo s'interruppe di colpo, alla sola vista dello sconosciuto seduto di fianco a sua madre, e delle sue valigie sparse lungo tutta la cucina.

Rimase impalato sull'uscio della porta, osservandolo come se fosse un alieno, dando il tempo a Gemma e Robin di raggiungerlo.

«E questo chi diavolo è?» esclamò Harry, esterrefatto.
«Harry...»
«Mamma chi cazzo è!»
«Harry il linguaggio!» lo rimproverò Robin, che si avvicinò alla moglie.

Louis s'alzò in piedi, avvicinandosi ai due ragazzi ancora increduli.

«Io sono Louis» gli tese la mano e accennò un sorriso.
«Risparmiami le galanterie» rispose freddo Harry, spingendolo via.

«Harry, per favore.»
«Potete spiegarci chi è lui?» chiese Gemma, che, a differenza del fratello, aveva un tono pacato.

«Come vi ha già detto, lui è Louis ragazzi. Vivrà a casa nostra, non è qui in affitto, ma per un affidamento ed esigo che non lo trattiate come un ospite, ma come un fratello» spiegò Robin dal tono fermo.

Shit changes || Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora